The Sprites
Modern Gameplay
Gli Sprites (ex-Barcellona), sono sulla piazza da 4 anni, e hanno un paio di dischi allattivo: Starling, Spiders, Tiger and Sprites, del 2003 e questo Modern Gameplay ( 2006). Il primo su March Records, lultimo su Darla. Due etichette che già possono fornite parecchi indizi sul tipo di musica di cui si sta ciarlando: indie pop virato twee, melodie zuccherine e leggere come una brezza primaverile, una sorta di controparte americana della merce che sta venendo contrabbandata in questi ultimi anni in Europa da un etichetta come la svedese Labrador e sdoganata da tempo in Inghilterra dalla storica Sarah Records.
Per chi conosce suoni ed etichette citate un po di nebbia si sarà già diradata, per gli altri proseguiamo con qualche info utile: dietro la sigla The Sprites si cela una coppia di coniugi, Jason e Amy Korzen, che si fa aiutare da una line up mutante e rotante nel tessere ricami pop che stanno a metà strada, come si diceva pocanzi, tra il twee pop ed il college rock più soft, vaghi richiami anni al sintetico naif degli anni80, confetti colorati e zuccherosi che alla lunga possono risultare un po indigesti.
Si trattasse di un Ep saremmo qui a fare i salti di gioia, sfruttando le nostre mediocri capacità dialettiche per convincervi a procurarvi senza indugi il dischetto. Il fatto è che, come si preannunciava, il disco è a tratti indigesto: e non si tratta di problemi di pesantezza ma di insostenibile leggerezza, se ci concedete lusurato paradosso. Prevale insomma un sentimento di già sentito e di pezzi buttati giù in fretta e furia, assonanza stonata con tanta muzak doltreoceano pseudo-alternativa.
Eppure alcuni pezzi sono da incorniciare: per esempio il gioiellino pop che apre le danze, Bionic Hands, le confessioni di un blogger fallito in I Started a Blog Nobody Read, il synth-college pop della titletrack. Il resto procede, scorre, placido e senza scossoni, pochi alti e pochi bassi e, per chi esige dalla musica qualche stimolo in più, liniziale sensazione di freschezza potrebbe trasformarsi in un opprimente senso di claustrofobia.
Consigliato ad irriducibili della Darla e a compilatori di compilation primaverili.
Tweet