R Recensione

7/10

Blood Red Shoes

Box of Secrets

Una volta tanto l’Inghilterra non ci regala l’ennesimo gruppo di ragazzini retro’ che ripetono e riarrangiano qualcosa dei Libertines o degli Oasis: stavolta questo duo, che va sotto il nome Blood Red Shoes si tiene ben distante dalle mode, guardando ben oltre i solit due accordi di chitarra apri pista  ed elargendo un lavoro compatto e qualitativo che spazia dal rock al grunge sprigionando le sue tossiche contaminazioni anche garage sin dalla prima “Doesn't Matter Much“, etilica e sfrontata.

Box of Secret“, primo album per  Steven Ansell (voce e batteria) e Laura-Mary Carter (voce e chitarra) ha nei suoi 38 minuti un essenza infuocata non di meno, troppo fiammante per somigliare ai White Stripes ma paradossalmente vicino a dei The Kills senza loop elettronici ma solo chitarre e batteria: come degli aminoacidi ramificati costruiscono, canzone dopo canzone, il tessuto sonoro del suono frenetico del duo di Brighton, che possiede tutto  quel che basta per sfornare grandi pezzi come “Say Something Say Anything“, uno dei pochi episodi in chiave indie/rock .

Come se non bastasse, copiosi ritmi garage pervadono il disco, ad esempio, in “Adhd” penetrante e caricato dal gioco vocale fra i due, entrambi cantanti e musicisti. E non mancano gli episodi piu’ impegnati, come “This is not for you”, che riporta ai Sonic Youth e alla scena grunge di Seattle, con le sue violente chitarre a lambire la sottile voce di Laura-Mary, in grado di scarcerare due stili vocali fra il sottile e l’urlato adeguandosi perfettamente ad ogni singolo pezzo .

Sono inglesi, ma impossibile con un disco cosi’ non guardare al mercato americano: questi “Blood Red Shoes“ tagliano davvero a fette le loro contaminazioni sonore, spingendo sempre al massimo sull'accelleratore: non c’e nemmeno il tempo per pensarci su che gia si arriva alla fine del disco, sempre piu’ convinti delle qualità di un gruppo che in “Forgive Nothing” sembra voler omaggiare i Nirvana reiterando nel disperato finale volte la parola “Nevermind” … non sara’solo un caso.

V Voti

Voto degli utenti: 6,9/10 in media su 4 voti.
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REBBY 6/10

C Commenti

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hallustaff (ha votato 8 questo disco) alle 2:00 del 28 maggio 2008 ha scritto:

beauty heaviness

li seguo dal loro primo singolo ed è stato un piacere vederli non cadere con la prova sulla lunga distanza. avessero fatto lo stesso anche gli I was a cub scout. vabbè, pazienza!

PS: bella la similitudine biologico-musicale!

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 8:15 del 9 giugno 2008 ha scritto:

Mi piace Say something say anything, per il resto

niente di speciale.