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R Recensione

8/10

Desert Motel

Yarn

Ci sono delle storie che vanno raccontate. E situazioni che vanno osservate.

Nella città di Latina, provincia cronica del centro Italia, troppo prossima a Roma per poter riuscire ad attirare l’attenzione, ho faticosamente organizzato un contest estivo per band emergenti, per dare la possibilità alle giovani formazioni di quel territorio di avere uno spazio a disposizione per far conoscere le proprie composizioni. Le aree per la musica live sono ridotte al lumicino, e spesso in mano a personaggi che le gestiscono in maniera non proprio lungimirante. Ma stavolta è accaduto un piccolo miracolo, e l’impresa è inaspettatamente riuscita in pieno.

Nella zona immediatamente a sud di Roma c’è qualcosa che sta accadendo: negli ultimi tempi c’è stata l’improvvisa fioritura di una generazione di musicisti straordinari, di un consistente numero di band dallo standard qualitativo davvero notevole.

Alcuni nomi, sia della capitale (Bud Spencer Blues Explosion) che dell’immediato hinterland (Valentina Lupi, originaria di Velletri) si stanno già rapidamente affermando su scala nazionale, altri si stanno ritagliando un seguito importante.

Latina (e dintorni) presto non sarà nota soltanto per i furbetti hit internazionali di Tiziano Ferro: fra non molto sono certo che avrete l’opportunità di scoprire l’electro pop dei Moseek, il rock pattoniano dei Doctorbrain, l’esilerante demenzialità dei The Mentos, la rocciosità degli Elephante, il cantautorato elegante di Andrea Gregori, la carica ska degli Easy Skankers, il power pop zuccheroso dei The Sky Awake, il micidiale funk dei Mib & Blues, il punk melodico dei Bravo, e sto citando soltanto la punta dell’iceberg.

In questo caso ci soffermiamo sui Desert Motel, quartetto originario di Aprilia, che nel contest del quale vi scrivevo poche righe più in alto ha sbaragliato l’agguerrita concorrenza aggiudicandosi all’unanimità i premi della giuria tecnica.

Recentemente sono stati anche protagonisti di una brillante serata al Circolo degli Artisti di Roma, e durante il periodo estivo hanno aperto concerti per artisti molto diversi fra loro, da Niccolò Fabi ai Bud Spencer Blues Explosion.

I Desert Motel sono un piccolo miracolo, sono la band italiana che più d’ogni altra è riuscita ad avvicinarsi al sound dei Wilco più elettrici: partendo da quest’affinità i quattro musicisti hanno aggiunto ulteriori ingredienti per personalizzare la proposta.

"Yarn" è il loro primo album, tre anni dopo il già egregio EP "Out For The Weekend", e raccoglie dodici episodi clamorosi frutto del lavoro di una formazione che appare già matura e pronta per il grande salto.

Fulcro del progetto è Cristiano Pizzuti, voce, chitarra e principale autore.

Accanto a lui ci sono il chitarrista Roberto Ventimiglia (rimpiazzato al termine delle session di registrazione da Simone Sciamanna), il bassista Massimo Gresia ed il batterista Fabrizio Locicero, iper impegnato anche nelle attività dell’associazione Tube, che raccoglie e coordina il lavoro di numerosi artisti emergenti.

"Yarn" è una collezione di canzoni straordinarie, delle quali vi innamorerete perdutamente: partite da Paths (già contenuta in una versione più “alt-country” nell’EP di tre anni fa), poi fate una skippata su Brugge, Belgium e vedrete che mi darete ragione.

In mezzo c’è un mondo da scoprire fatto di rotondità indie rock ("Different", "Flowers"), insospettabili virate brit pop ("Something"), affettuose strizzatine d’occhio a Jeff Tweedy ("Kurtz"), meravigliosi echi lennoniani ("Valentine’s Gone"), fino all’ultima nata, la breve "Summer/Fall" miracolosamente estratta dal cilindro proprio mentre si stavano concludendo le session di registrazione.

In coda le trame acustiche di "Let It Shine", punteggiata dagli archi arrangiati e diretti da Roberto Ventimiglia; l’album era stato anticipato lo scorso maggio dall’uscita del videoclip di "Paperstars".

I Desert Motel non trascurano nulla, curano ogni piccolo particolare, dai sofisticati arrangiamenti agli aspetti grafici; bello anche il trailer di presentazione dell’album, realizzato incollando momenti ripresi durante le pause di registrazione.

Cristiano Pizzuti non si nasconde dietro lo scudo della lingua inglese, non la usa come trucco per nascondere debolezze testuali, crede così tanto in ciò che scrive da aver voluto inserire la traduzione in italiano di tutte le liriche nel libretto interno del cd.

"Yarn" sta rapidamente appropriandosi del ruolo di esordio italiano più eccitante degli ultimi mesi, un disco che alimenterà ulteriormente la spirale virtuosa che sta interessando negli ultimi tempi la scena musicale nazionale.

Per chi stravede per certa americana fortemente orientata all’alt-country elettrico dei Wilco, i Desert Motel non possono che rappresentare la next big thing italiana.

 

TRACKLIST:

Paths

Different

Misery Road

Bright Side

Paperstars

Valentine’s Gone

Summer / Fall

Flowers

Something

Kurtz

Brugge, Belgium

Let It Shine

V Voti

Voto degli utenti: 6/10 in media su 1 voto.
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