Kings Of Leon
Only by the Night
Quarto lavoro per i Kings of Leon, il secondo nel giro di un anno che per loro e’ risultato molto prolifico. “Only by the night “ si presenta come da titolo disco “notturno”, lontano dai canoni stilistici southern/rock della band che stavolta avvicina le sue sonorità’ al rock sperimentale e lo farcisce allo stesso tempo di melodie easy listening che fanno capolino in ballad come “ Use Somebody“, vicina ai Coldplay.
C’e una svolta da parte della band che dimostra di saper andare oltre un suono ben definito che e’ sempre stato il loro marchio di fabbrica e va alla ricerca di una sperimentazione non troppo lontana da alcuni pezzi che figuravano nel precedente “Because of the time “ (si ascolti “Knocked up”) e che di certo ampliano il loro già vasto background musicale.
“Closer “ è il punto di partenza della strada nottambula e introspettiva che assumeranno le liriche dei pezzi, lontane anni luce da quelle del esordio e molto più sentite anche nello stile sonoro e vocale, con toni cupi e profondi che raggiungono la vetta con “Sex on fire “e trovano riparo nelle isolate lande crepuscolari di “ Reverly “, che accompagna l’ascolto dando l’impressione di trovarsi in una lunga strada dove la striscia bianca sembra condurre in un punto non definito dello scuro orizzonte .
La luce rispunta in “ Manhattan “ ,che albeggia e illumina il percorso del disco che riprende quota con le ritmiche tambureggianti di “ Be somebody “ e regala delle ottime chitarre rock con “Crawl “ e alcune “sudate” ballate della terra natia dei Kol in “ 17 “.
Un disco come si è detto distante dal classico sound proposto dalla band, che cerca di arrivare ad un pubblico “colto” e ai cultori di suoni lavorati e ondeggianti fra la melodia e l’introspettività: che riecheggiano in ogni singolo brano di “Only by the night “, lavoro non da primo ascolto ma destinato a farsi pian piano fra i progetti piu’ interessanti di quest'ultima parte dell’anno.
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