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R Recensione

7,5/10

Marlene Kuntz

Canzoni per un figlio

Canzoni per un figlio non è solo il titolo, è anche il leitmotiv, l’amalgama eziologica, dell’ultima fatica di Cristiano Godano e soci. Come da lui stesso svelato nella commovente lettera al figlio contenuta nell’album, i Marlene Kuntz (anche se mai come questa volta sarebbe giusto riferirsi a Godano e basta), dedicano alcune tra le più belle canzoni del loro repertorio, al figlio di Cristiano, in modo da introdurre lo stesso alle emozioni e ai messaggi della musica del papà, in modo consapevole e ponderato.     Non ho intenzione di recensire questo disco facendo paragoni o raffronti con il passato dei Marlene Kuntz, perché sarebbe un gioco al massacro che potrebbe condurre me, fan della prima ora dei Marlene, a facili quanto inutili dietrologie o moralismi. Canzoni per un figlio va valutato ora per quello che è. Un album bellissimo, suonato, cantato e “ri-arrangiato” con somma maestria e professionalità dai Marlene Kuntz assieme ai tanti ospiti illustri presenti (Roy Paci, Gianni Maroccolo, Lagashm, Alessandra Celeste e altri ancora).  

Se avevamo amato i Marlene Kuntz di Catartica per l’energia straziante e delirante che emanavano, da Uno in poi abbiamo imparato a relazionarci con una nuova vena musicale dei nostri eroi. Diversa, spiazzante, più intima nei sentimenti ma più esplicita nei contenuti. Musicalmente meno forti e “alternative” che in passato, quasi a presagire ciò che sarebbe successo nel 2012. La partecipazione a Sanremo, la pubblicazione di Canzoni per un figlio e l’offerta della propria musica ad un pubblico ulteriore rispetto al nocciolo duro dei fan di sempre. Pianoforti, archi, trombe e chitarre acustiche come non si erano mai ascoltati nelle opere dei Marlene Kuntz ma che hanno il merito di vestire le stesse di un abito nuovo, un abito di lusso, quello delle grandi occasioni.  

Canzone per un figlio è l’unico inedito. Un pezzo che nonostante la sua apparente semplicità si apprezza meglio dopo una dozzina di ascolti allineandosi così alla media degli altri brani. Tra tutte e su tutte, la versione da brividi di Bellezza, una pianoforte e voce che deve emozionare e riesce pienamente nel suo fine. Canzoni per un Figlio è un’ottima compagnia per momenti intimi e speciali, dove il ricordo della forza di questi brani nelle versioni originali si accomoda sul morbido tappeto fatto di petali di rose rosse e note eteree di archi, fiati e pianoforte.   Se noi, da figli, abbiamo saltato e strillato la nostra rabbia ed il nostro disagio sulle note dei Marlene Kuntz, noi stessi, da padri o da persone evidentemente più mature, possiamo ricordarci di quei momenti avendo come sottofondo le note di questo Canzoni per un figlio. Anche se  la voglia di saltare e strillare ancora non c’è passata, così come non c’è passata la voglia di una catartica e lieve nuotata nell’aria.

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David 1/10
gallico 4,5/10

C Commenti

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TexasGin_82 alle 12:50 del 31 luglio 2012 ha scritto:

Oh my Godano! Non ce la faccio, proprio non ce la posso fare. Come può un amante di Catartica, Il vile, Ho ucciso paranoia e Che cosa vedi ascoltare Canzone per un figlio per una DOZZINA di volte??? Mi spiace, ma per me i Marlene non ci sono più. E non è una critica alle persone, è un fatto naturale delle cose. Quanti gruppi riescono a restare davvero creativi dopo la giovinezza? Io li conto sulle dita di una mano, in tutto il mondo e in tutta la storia. Nell'arte della musica, presto o tardi, tutti finiscono col farsi schiacciare dal peso della banalità. La vena creativa si inaridisce, e con la scusa dell'essere cambiati si cerca di nascondere a se stessi e al mondo l'unica, pura e semplice verità: "Ormai il mio modo di vedere il mondo è uguale a quello di mille altri, e non riesco più a lasciarmi andare, farmi riempire, invadere, trasportare, travolgere dall'onda creativa dell'universo. Per questo farò una canzone che parla della felicità".

4AS alle 13:38 del 31 luglio 2012 ha scritto:

Godano è nella fase di rincoglionimento da anni. Mai capito, poi, il tentativo di questi gruppi di guadagnarsi una fetta di pubblico più vasta: tanto l'italiano medio ascolta Emma, c'è poco da fare. Così si finisce per perdere pure i vecchi fans, che magari erano pochi ma sicuramente buoni.

TexasGin_82 alle 14:22 del 31 luglio 2012 ha scritto:

Già, ormai va verso la senilità... insegna pure all'università!

Franz Bungaro, autore, alle 15:18 del 31 luglio 2012 ha scritto:

Spero che questi giudizi siano quanto meno seguiti all'ascolto intero (almeno uno) dell'album...senza "forzature ideologiche", le stesse che io ho tenuto ben lontane da me nel scrivere la recensione. Catartica è, probabilmente, il mio album italiano preferito di sempre. Quest'album invece è, per me, un sincero ed intimo piacere per le orecchie, semplicemente perchè è fatto bene, da persone che sanno realmente come si canta e come si suona bene. Veri professionisti che con il tempo hanno smorzato la rabbia e i sani impulsi di irrequitezza della gioventù a favore della sensibilità e dell'introspezione. Personalmente, apprezzo più chi matura assieme alla propria musica piuttosto che chi si tinge i capelli e vuol fare credere di essere ancora un ragazzino indie pronto ad aggredire e stupire il mondo, che poi alla fine non ci crede neanche più lui. Ho assistito al loro ultimo live a Roma (Ciampino) nel maggio scorso. Pochi intimi per un'emozione vera e partecipata in ognuno di noi. Lo stesso effetto che fa l'album in studio. Viva chi sa essere sincero con se stesso e con il proprio essere artista, nella buona e nella cattiva sorte. Che poi il malessere è foriero di arte, si sà, ma pure la felicità, credetemi.

TexasGin_82 alle 17:19 del 31 luglio 2012 ha scritto:

Ammetto che no, io non l'ho ascoltato l'album per intero. Non ancora. Ma prometto che lo farò! Le tue sembrano parole sincere Franz e poi il fatto che Catartica sia il tuo album italiano preferito di sempre mi darà la forza. Il fatto è che mi ha un po' spaventato la tua dichiarazione dei 12 ascolti per apprezzare Canzone per un figlio. Io a questa cosa non ci ho mai creduto molto in generale. E' vero che alcune canzoni hanno bisogno di più di un ascolto, e che spesso sono proprio le più belle in un album. Ma se una canzone ti fa schifo, ti fa schifo. Ascoltarla una dozzina di volte può solo farti del male!

Franz Bungaro, autore, alle 17:42 del 31 luglio 2012 ha scritto:

Quando ho ascoltato quella canzone a Sanremo (l'ammetto, ho visto Sanremo quest'anno ) il primo istinto era stato quello di tirare la "sciavatta" (come si dice a Roma) contro il televisore tanto insignificante mi era sembrata quella canzone e l'esibizione in sè. Ammetto pure che mi ero lanciato in facili invettive contro di loro nei giorni a seguire arrivando fino a dire che nella battaglia senza tempo tra i nostri Beatles e Rolling Stones dell'indie rock italico (After e Marlene) il mio giudizio finale andava definitivamente a favore dei primi. Poi quest'album, per caso, mi è finito tra le mani. E' ti assicuro che è tra i più passati dal lettore CD di casa mia (in auto ho però Catartica!). Perchè quando lo metto sù sto bene, sto meglio, mi piace. Credimi, non mi pagano neanche un centesimo per dirlo e sarebbe molto più facile dire il contrario. Poi ciò non toglie che a te, come alla grande maggioranza dei fan (almeno da quello che lessi sui social network al tempo dell'uscita dell'album) può far schifo, ed hai tutte le tue buone ragioni perchè sia, per te, così!

Suicida (ha votato 1 questo disco) alle 14:01 del primo agosto 2012 ha scritto:

Per ascoltare anche solo due volte questo disco bisogna essere alquanto masochisti a mio avviso; è l' ultima speculazione di un band che non ha più nulla da dire da almeno 7 anni. Il pezzo nuovo è discretamente brutto e se devo ascoltare i brani vecchi con degli arrangiamenti così scolastici e senza alcun nesso logistico preferisco riprendere i rispettivi album ormai impolverati..

Franz Bungaro, autore, alle 14:49 del primo agosto 2012 ha scritto:

oppure ti consiglio i Devocka, l'ultimo "La morte del sole" spacca, in quella direzione....

Corra31 alle 20:34 del primo agosto 2012 ha scritto:

i Marlene sono morti con Ho ucciso paranoia. Canzone per un figlio mi sembra un pessimo tentativo di ingraziarsi un nuovo pubblico. gli arrangiamenti sono parecchio discutibili. e Canzone per un figlio (intesa come title track) davvero si fa fatica a sentirla

TexasGin_82 alle 9:40 del 3 agosto 2012 ha scritto:

'sti Devocka con 'sta La morte nel sole più che andare nella stessa direzione dei Marlene direi che li scopiazzano alla grande! Stesse sonorità, stesso tipo di cantato, stesse dissonanze, in cosa dovrebbero spaccare?

gallico (ha votato 4,5 questo disco) alle 18:24 del 25 gennaio 2013 ha scritto:

A parte i Marlene indipendenti del primo periodo per me non sono mai più esistiti. Un pop quasi da concorsi per emergenti....

swansong (ha votato 6 questo disco) alle 19:25 del 25 gennaio 2013 ha scritto:

Non brutto..ma, se devo dire la mia (e la dico perbacco!) Sanremo per Sanremo, allora queste cose le facevano (e prima che provassero a farle anche loro) molto meglio i Deasonika, ma mooooolto meglio!