Marlene Kuntz
Nella tua luce
Picconate sul velluto. Martellate lente e regolari su cumuli di paglia umida e vetro. Atmosfere rarefatte rotte sapientemente da eleganti e sofisticate deflagrazioni di vigorosa e pulsante materialità espressiva. Vitalità parzialmente ritrovata nellesercizio di una poetica (spesso forzatamente) ispirata che non disdegna la sporca e ruvida digressione tanto lirica quanto sonora. E vi libereremo dal superfluo e caparbio insistere su chi e cosa erano i Marlene Kuntz anni fa e chi e cosa sono i Marlene Kuntz oggi. E ci concentreremo sullascolto libero e rilassato delle 11 tracce di Nella tua luce, lultima fatica del terzetto (più stabili special guest) di Cuneo.
Manca il brano strabiliante che spicca sugli altri e traina da solo le sorti dellalbum (sebbene Adele, La tua giornata magnifica e Solstizio, dopo poco ti ci affezioni) e cè un livellamento tendente allalto e al pulito di più o meno tutte le tracce, grazie soprattutto alla magistrale cura degli arrangiamenti, alla padronanza sobria degli strumenti, alla magnetica espressività di Godano alla voce, alla cura certosina della qualità del suono. Ci sono scosse decisamente veloci e/o energiche (Il Genio, Seduzione, Senza rete) carezze melodiche (la prima parte di Catastrofe, Osja amore mio, La tua giornata magnifica), tante auto-citazioni sparse qua e là sebbene mai troppo stanche o banali (lintro della title track, ad esempio, per un attimo richiama i deliri iniziali dellimpareggiabile Sonica). Niente è spinto e alternativo come usava essere una volta ma altrettanto niente è eccessivamente morbido o troppo riflessivo come nelle ultime produzioni originali. Poche cose soddisfano appieno la voglia di ascoltare qualcosa di emotivamente destabilizzante ma alla fine il risultato finale non è così male.
Nel 2013 non ci si aspetta niente di eccezionale dai Marlene Kuntz che hanno già dato tanto e forse tutto alla storia della musica italiana. Il loro tenace tentativo di resistere sulla scena con album nuovi sfornati con più o meno regolare periodicità e la costante esibizione in live in giro per lItalia è comunque da apprezzare e per quanto la carica di energia e trasporto è volutamente diminuita a livelli da ascolti riposanti, la loro presenza ha ancora un senso nello sconfinato e in gran parte anonimo panorama di musicanti underground italiani. Anche se poi alla fine ai loro concerti, diciamocelo, candiamo ancora si, ma per ascoltare Sonica, Ape Regina e Nuotando nellaria, principalmente.
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