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R Recensione

6,5/10

Marlene Kuntz

Nella tua luce

Picconate sul velluto. Martellate lente e regolari su cumuli di paglia umida e vetro. Atmosfere rarefatte rotte sapientemente da eleganti e sofisticate deflagrazioni di vigorosa e pulsante materialità espressiva. Vitalità parzialmente ritrovata nell’esercizio di una poetica (spesso forzatamente) ispirata che non disdegna la sporca e ruvida digressione tanto lirica quanto sonora. E vi libereremo dal superfluo e caparbio insistere su chi e cosa erano i Marlene Kuntz anni fa e chi e cosa sono i Marlene Kuntz oggi. E ci concentreremo sull’ascolto libero e rilassato delle 11 tracce di Nella tua luce, l’ultima fatica del terzetto (più stabili “special guest”) di Cuneo.

Manca il brano strabiliante che spicca sugli altri e traina da solo le sorti dell’album (sebbene Adele, La tua giornata magnifica e Solstizio, dopo poco ti ci affezioni) e c’è un livellamento tendente all’alto e al “pulito” di più o meno tutte le tracce, grazie soprattutto alla magistrale cura degli arrangiamenti, alla padronanza sobria degli strumenti, alla magnetica espressività di Godano alla voce, alla cura certosina della qualità del suono. Ci sono scosse decisamente veloci e/o energiche (Il Genio, Seduzione, Senza rete) carezze melodiche (la prima parte di Catastrofe, Osja amore mio, La tua giornata magnifica), tante auto-citazioni sparse qua e là sebbene mai troppo stanche o banali (l’intro della title track, ad esempio,  per un attimo richiama i deliri iniziali dell’impareggiabile Sonica). Niente è spinto e “alternativo” come usava essere una volta ma altrettanto niente è eccessivamente morbido o troppo riflessivo come nelle ultime produzioni originali. Poche cose soddisfano appieno la voglia di ascoltare qualcosa di emotivamente destabilizzante ma alla fine il risultato finale non è così male.

Nel 2013 non ci si aspetta niente di eccezionale dai Marlene Kuntz che hanno già dato tanto e forse tutto alla storia della musica italiana. Il loro tenace tentativo di resistere sulla scena con album nuovi sfornati con più o meno regolare periodicità e la costante esibizione in live in giro per l’Italia è comunque da apprezzare e per quanto la carica di energia e trasporto è volutamente diminuita a livelli da ascolti riposanti, la loro presenza ha ancora un senso nello sconfinato e in gran parte anonimo panorama di musicanti underground italiani. Anche se poi alla fine ai loro concerti, diciamocelo, c’andiamo ancora si, ma per ascoltare Sonica, Ape Regina e Nuotando nell’aria, principalmente.

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Jacopo Santoro (ha votato 5,5 questo disco) alle 11:44 del 6 settembre 2013 ha scritto:

Le liriche di GODano (penso si senta in odore di divinità, oramai) non mi prendono più da tempo, nonostante egli tenga conferenze di scrittura creativa, scriva su giornali ed esordisca nella letteratura. E non mi prende la musica, che trovo essere un altro riciclo, l'ennesimo riciclo di se stessi (vi ho ritrovato molto “Uno”): anche "Osja, amore mio", a mio avviso tra i picchi (picchi?) più alti del disco, mi appare tale.

È triste e facile dirlo, oltre che “superfluo e caparbio”, però i Marlene si sono ancorati agli anni Novanta: del resto, citatemi un brano degli ultimi album che è rimasto nell'immaginario "kuntziano". Non esiste, mentre si pilucca abbondantemente da "Catartica" e da "Il Vile" (lo dice Franz nella sua conclusione), quando gli urli di Godano erano azzeccati, e ora fuori luogo (si veda "La tua giornata magnifica"). Cristiano ancora monocorde, carini i ricami di Tesio: c’è l’ormai radicata maturità di suono, e la cura degli arrangiamenti è quasi maniacale, certo; ma ad essere carente è ciò che veramente conta, e cioè la materia prima, non il suo abito.

Rispetto al passato, vantano un bacino di pubblico assolutamente maggiore, ma un po' come i cugini Afterhours, ai miei occhi appaiono in netto declino. O, come dire, in perenne riciclo

Lezabeth Scott alle 17:52 del 6 settembre 2013 ha scritto:

Si "Il Genio", per dire, è tanto autoindulgente quanto irritante. E musicalmente la solita minestra. Se c'è dell'ironia è davvero impalpabile.

bill_carson (ha votato 6,5 questo disco) alle 17:28 del 11 settembre 2013 ha scritto:

condivido al 100%. buona rece Franz.

NathanAdler77 (ha votato 6,5 questo disco) alle 23:55 del 11 ottobre 2013 ha scritto:

La titletrack è un brano che va oltre la mera riproposizione del glorioso passato MK: notturna, crepuscolare, con quell'organo in apertura di chiaroscuri e indecifrabili anfratti. Gran pezzo. Altrove, tolta qualche ruffianeria tipica dei Marlene 2.0 (il wavepop a calcinfaccia del singolo "Il Genio", la forzata epicità di "Senza Rete"), ritrovo un'ispirazione finalmente cadenzata nel presente senza i troppi orpelli "poetici" e\o le stanche pose plastiche bohémienne degli ultimi anni. A paletti il miglior lavoro della band di Cuneo dal sottostimato "Senza Peso", con un Tesio ancora incisivo alla sei corde e sempre più abile architetto sonico (il pathos letterario di "Osja, amore mio", "Adele", il rock autorevole e d'autore di "Seduzione" e "Solstizio"). Forse la maturità è a un passo, un altro sforzo e ci siamo. Il Vate Godano mi rimbalzava di gran lunga nelle precedenti prove, dove sovente una certa aureola da nobile poeta estinto tiranneggiava sulla musica, inesorabilmente: un titolo come "Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini" basta e avanza per l'affidamento in prova ai servizi sociali con il vero rocker maudit Silvio B.

ThirdEye (ha votato 3 questo disco) alle 2:14 del 13 ottobre 2013 ha scritto:

Bolliti, lessi e stralkessi da tempo immemore. Il Vile fu uno dei più bei dischi italiani dei '90 tutti...davvero. Poi fu un fuoco di paglia (Paranoia) e per me sono morti.

Infantino01 (ha votato 8,5 questo disco) alle 23:25 del 8 giugno 2014 ha scritto:

come si fa a dare 6,5 ad un gioiello del genere? Recensione che vale nulla. Dov'è menzionata "Su quelle sponde"? Ma l'hai ascoltato tutto? dov'è la recensione dei pezzi? questa non è una recensione. quest'album è un gioeillo, brani bellissimi, passaggi musicali degni dei migliori Pink Floid con schitarrate degne del Roberto Fripp dei tempi d'oro. Franz cambia mestiere.

Infantino01 (ha votato 8,5 questo disco) alle 23:32 del 8 giugno 2014 ha scritto:

E poi basta con questi prolissi confronti eparagoni con sonica ogni santa volta, ogni album. Tu devi recensire quello che ascolti.