V Video

R Recensione

10/10

Radiohead

In Rainbows

Alla fine ci siamo. 10 ottobre 2007 e potete star certi che questa è una data che non si dimenticherà facilmente. Esce In Rainbows, nuovo disco dei Radiohead a quattro anni di distanza da Hail to the Thief. È vero in mezzo c’è stato The Eraser di Thom Yorke ma il progetto solista non sembra niente di paragonabile ai progetti collettivi del gruppo. La curiosità, l’attesa, il tremore per il disco più atteso dell’anno si sciolgono finalmente in maniera inattesa: con un click di mouse. I Radiohead offrono il disco in download dal proprio sito al prezzo che il consumatore ritiene opportuno. Chi vorrà avere il supporto materiale può prenotare un enorme pacco comprendente due cd e due dischi in vinile dell’opera (comprendente quindi diversi out-takes non compresi nel download). Se non è una rivoluzione poco ci manca. Questa recensione affronta il disco scaricato che comprende i dieci brani ufficiali che vanno a comporre In Rainbows. E allora nonostante ci sarebbe da fare un discorso enorme su questa mossa (suicidio o avanguardia?) ci limiteremo qui a parlare della musica, lasciando ad altre sedi il compito di affrontare la questione distributiva-commerciale dell’opera.

Con Hail to the thief ci si cominciava a chiedere dove volessero andare a parare i Radiohead con un disco incantevole e ben curato ma nettamente meno ambizioso e innovativo dei tre capolavori precedenti Ok Computer, Kid A e Amnesiac. Sembrava un disco di passaggio Hail to the thief, un compromesso tutto sommato accettabile tra i diversi periodi percorsi dal gruppo. Poteva sembrare quasi una dichiarazione di resa, un alzare la bandiera bianca e confessare di non sapere più dove andare a sbattere la testa. E invece dopo quattro anni di attesa infinita esce finalmente il settimo lp del gruppo. E tutto diventa più chiaro.

Tutto diventa più chiaro perché In Rainbows come Hail to the thief non inventa nulla, né tantomeno opera l’ennesima svolta verso nuovi orizzonti sonori. In Rainbows ha però l’incredibile capacità di suonare fin dai primi ascolti come un classico. O come musica classica.

Musica classica del nuovo millennio ovviamente, filtrata da mezzo secolo di rock, pop e elettronica e da una ricerca sonora collettiva che ha portato il gruppo di Oxford a riscrivere le regole della musica del nuovo millennio.

Alla luce di questo In Rainbows anche Hail to the thief sembra acquistare un senso maggiore. Entrambi gli album infatti non sono altro che una perlustrazione più approfondita di territori finora toccati solo marginalmente. Insomma se è vero che con la triade storica Ok Computer-Kid A-Amnesiac i Radiohead hanno rivoltato le convenzioni musicali come un calzino ora sembra che il gruppo voglia raccogliere i frutti cresciuti dai semi sparsi in un lustro straripante dal punto di vista creativo. Il che non vuole certo dire che il gruppo si sia seduto. Sembra invece che dopo aver rinnovato la stessa estetica musicale con un linguaggio tutto nuovo Yorke e soci vogliano ora esplorare fino in fondo le potenzialità offerte dalle passate scoperte. Insomma dopo i gustosi antipasti e assaggi ecco a voi le pietanze. Ovviamente sublimi, fin dall’iniziale 15 step, brano di profonda sensibilità Amnesiac con il suo raffinato uso dell’elettronica. Pensi a un recupero di quelle sonorità e rimani subito spiazzato da Bodysnatchers, il pezzo più rock del disco con il suo riff devastante, potente, ruvido. Chitarre in primo piano (Johnny Greenwood in forma smagliante) come non accadeva dai tempi di Ok Computer e un’andatura complessiva cinetica in cui si stagliano le ansie di Yorke (“I have no idea what I am talking about I'm trapped in this body and can't get out”) e soprattutto un pessimismo esistenziale di fondo che attraversa l’epoca contemporanea (“Has the light gone out for you? Cause the light's gone for me It is the 21st century”) riscattato però da una complessiva violenza sonora che trova il suo apice nel grido finale “I'm alive”, quasi a ricordare che arrendersi non serve a nulla.

Nude inizia intensamente come un brano medulliano di Bjork prima di far entrare in azione il basso di Colin Greenwood e il soul struggente di Thom, straziante nella bellezza sonora con cui condanna amaramente ogni velleità utopistica di cambiare il mondo (“So don't get any big ideas they're not going to happen You'll go to hell for what your dirty mind is thinking”). Sembra già di poter dire che i Radiohead con In Rainbows non vogliano dare risposte ma sollevare dubbi e interrogativi.

Weird fishes/Arpeggi inizia come una splendida poesia d’amore (“In the deepest ocean The bottom of the sea Your eyes They turn me“) ma termina anch’essa con immagini macabre e desolanti ( “I get eaten by the worms [...] I'll hit the bottom Hit the bottom and escape Escare”) musicalmente espresse da un incedere anarchico in cui la batteria va da una parte, il pianoforte da un’altra e il cantato da un’altra ancora. La somma dei fattori crea però un effetto unico: alienante e avvolgente al tempo stesso come un tiepido mantello di seta.

All I need mostra una serie di fantastici arrangiamenti (al limite del ridondante) che vanno ad impreziosire una struggente ballata a prima vista romantica (“You are all I need”), in realtà dichiarante una solitudine sconvolgente (“I'm an animal Trapped in your hot car I am all the days that you choose to ignore […] I'm just an insect trying to get out of the night).

Quasi stupisce lo splendido bozzetto Faust arp, brano che sembra ripescato da una session dei Beatles curata da Phil Spector (ancora una volta splendidi gli archi curati da Greenwood). Reckoner sembra una giungla sonora alla Can ma il cantato in falsetto riporta alla mente gli U2 dei bei tempi mentre il pianoforte che vaga nello spazio nelle sue trame minimali ma diaboliche e astute diventa il vero protagonista di un brano curatissimo nella produzione e sorprendentemente emozionale.

House of cards è forse il momento meno imponente del disco con la sua sinfonia minimale meno incisiva e più impersonale, nonostante l’atmosfera resti ancora profondamente eterea e il testo criptico parli ancora di distruzione emotiva (“I don't want to be your friend I just want to be your lover No matter how it ends No matter how it starti […] Denial, denial Denial, denial Your ears should be burning”).

Jigsaw falling into place è uno dei brani che ricordano di più il precedente Hail to the thief. Yorke sfoggia una voce quasi monotona mentre il ritmo si alza progressivamente a braccetto con la chitarra raffinata di Greenwood.

L’album si chiude con un capolavoro straripante: Videotape è basata su pochi micidiali accordi di pianoforte reiterati magistralmente che colpiscono al cuore nel loro accompagnamento al cantato passionale ed emozionante. Yorke ci regala qui un gioiello cristallino, che per struttura e intensità non può non riportare alla mente la sublime Pyramid Song che sovrastava Amnesiac.

Il cronista però rimane affannato dagli ultimi versi del brano e del disco:

This is my way of saying goodbye

Because I can't do it face to face

I'm talking to you after it's too late

From my videotape

No matter what happens now

You shouldn't be afraid

Because I know today has been the most perfect day I've ever seen.

In Rainbows è un disco stupefacente per compattezza e varietà allo stesso tempo. Più compatto rispetto al troppo frantumato Hail to the thief, ciononostante resta un disco capace di affrontare diversi generi, stili e umori con una semplicità impressionante. I dieci brani finiscono per fondersi in un’unica summa musicale che merita di essere annoverata tra le cose migliori mai compiute dal gruppo. La qualità generale non sembra in effetti sfigurare di fronte ai grandi capolavori storici del passato. Ecco perché il cronista vi lascia con una speranza: che gli ultimi versi di Videotape non siano altro che una burla, una farsa, o un riferimento più simbolico alla vita, e non siano invece il loro messaggio d’addio, come a una lettura superficiale potrebbe sembrare. Dico questo perché non mi stupirei se ora i Radiohead decidessero di sciogliersi. Però ne sarei tremendamente colpito. Perché il giorno in cui i Radiohead si scioglieranno il mondo avrà perso tanta bellezza. Perché oggi è questo quello che sono i Radiohead: bellezza pura. E francamente sentiamo di non poterne più fare a meno.

 

V Voti

Voto degli utenti: 8,1/10 in media su 112 voti.
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Dengler 8,5/10
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Sandro 10/10

C Commenti

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rubens (ha votato 9 questo disco) alle 8:52 del 15 ottobre 2007 ha scritto:

Un Appello

Per favore: smettiamola con questi voti ridicoli come mezza stella o una stella, su. Mi sembra che più che votare il disco qui si giochi a contrastare i voti alti con voti proprzionalmente bassi: magari bisognerebbe valutare il disco e non la media matematica.

Per quanto riuarda ottimo disco, in grado di mediare tra le esperienze storiche con la sensibilità di quelle più recenti. Forse non il migliore, ma uno dei vertici assoluti del gruppo.

Complimenti anche al recensore, BTW

neonlicht (ha votato 1 questo disco) alle 12:28 del 15 ottobre 2007 ha scritto:

nono

guarda che la mezza stella l'ho dovuta mettere perchè zero nno gliene posso dare.

è un disco brutto c'è poco da fare.

zero arrangiamenti, prevedibile come non mai, la solita vecchia storia made in 2007

rubens (ha votato 9 questo disco) alle 12:39 del 15 ottobre 2007 ha scritto:

RE: nono

Mi affido al sacrosanto degustibus: resta il fatto che voti come 0 o 1 li troverei giustificati per dischi indegni, schifosi, ma davvero indegni e schifosi. Partendo dal presupposto che ti piacciano i Radiohead (o che perlomeno ti piacessero) ammetterai che non si può chiedere a Yorke e soci di reinventare ogni volta la ruota. I Radiohead hanno compiuto un ciclo: sono partiti dal brit pop, approdati ad una forma di pop ultra malinconico tutta loro (e sono stati clonati in lungo e in largo), hanno scartato andando a parare su un'indietronica comunque personale, e poi hanno fatto il viaggio di ritorno col bagaglio di quell'esperienza. E comunque se un gruppo emergente se ne fosse uscito con un pezzo come 15 Step avremmo gridato tutti al miracolo, suvvia: suona come Karma Police ? Un pò, ma non esattamente: son passati 10 anni, e si sente.

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 12:34 del 15 ottobre 2007 ha scritto:

mah...rischiero' di essere impopolare, secondo me i radiohead godono di una benevolenza sconfinata, ed in parte immotivata, i radiohead sanno lavorare questo è indubbio, ma questo album non aggiunge e non toglie nulla alla loro discografia, niente di male in tutto cio' intendiamoci, ma cinque stelle sono la perfezione, il 10, a questo punto ok computer o kid A quanto meritano?

questo è un album parecchie spanne sotto ok computer secondo me, parecchie, insomma non condivido questa eterna indulgenza quando si parla di radiohead, se gli interpol si ripetono sono bastonate...se si ripetono i radiohead le chiavi di lettura sono altre (ovviamente non mi riferisco al buon Pascale, ma navigando il web...)il mio parere è che i radiohead stanno percorrendo una dignitosissima china discendente sin dai tempi di httt, certo ben vengano pendenze del genere...

rubens (ha votato 9 questo disco) alle 12:41 del 15 ottobre 2007 ha scritto:

RE:

A costo di ripetermi: secondo me questo disco non sta venendo giudicato in modo indulgente perchè è dei Radiohead. Per conto mio sta avvenendo esattamente il contrario, e i vostri commenti me lo confermano. E lo dice uno a cui HTTT non ha fatto nè caldo nè freddo.

SteveRogers (ha votato 8 questo disco) alle 13:15 del 15 ottobre 2007 ha scritto:

Ottimo disco

Concordo Con rubens. Io non sono un grande appassionato dei Radiohead, ma questo è un bel disco. Secondo me i dischi vanno valutati in primo luogo dimenticandosi i pregiudizi e la storia di un gruppo e in secondo momento ritirando fuori l'evoluzione del gruppo e il periodo storico in cui è uscito il disco. Beh... tutto considerato è veramente un bel disco, chiaramente con sonorità molto "radiohead", che possono come a me non far impazzire, ma che non possono pregiudicare completamente il giudizio sul disco.

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 13:56 del 15 ottobre 2007 ha scritto:

re: rubens

usi il plurale, ma io ho detto solo la mia, specificando che sarei stato impopolare. ti spiego meglio, il primo giorno di uscita del disco guardando in giro, specialmente a quei 2 siti che ritengo i "veri" nostri concorrenti, ho notato che fioccavano i 7.5 di giubilo e me ne sono meravigliato, riguardando oggi, dopo tuo suggerimento che riporto nel virgolettato "Per conto mio sta avvenendo esattamente il contrario", mi rendo conto che la situazione si è notevolmente ridimensionata con i vari voti del resto delle redazioni, quindi chissa che tu non abbia ragione riguardo l'indulgenza, a me rimane sotto sotto questa sensazione, ma tutto cio puo essere normale quando si parla di una band con un nutrito zoccolo duro di fan.

il punto è molto semplice, non ritengo questo disco un capolavoro e nenache un "quasi capolavoro", tutto qui!

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 14:22 del 15 ottobre 2007 ha scritto:

Anche per me

Si dovrebbe guardare "oltre" il nome del gruppo e provare a giudicare, diciamo, più obiettivamente. Non sto parlando di Alessandro, che è un fan e da fan ha scritto questa recensione (e gli dò tutte le giustificazioni del mondo perchè è ottimamente scritta), e non sto nemmeno parlando delle polemiche che infuriano in questa pagina. Semplicemente, il mio è un discorso più ampio che abbraccia anche altri siti italiani di recensioni musicali, da DeBaser.it a OndaRock.it e via dicendo. Detto questo, "In Rainbows" mi pare ai primi ascolti un buon disco, ma nettamente inferiore alle aspettative. I pezzi da novanta, che funzionano davvero, ci sono eccome (mi ha colpito abbastanza "Weird Fishes"), ma ci sono altri episodi ("House Of Cards" su tutti, come il buon Alessandro non ha mancato di sottolineare che rompono un bel po' le righe col flusso musicale rimanente, e non sempre in modo positivo. Per ora è un 7, ma staremo a vedere.

Alessandro Pascale, autore, alle 13:21 del 16 ottobre 2007 ha scritto:

posso dire di aver ascoltato il disco più e più volte (siamo sulla doppia cifra direi) e confermo che un disco migliore di questo era difficile immaginarselo da parte dei Radiohead. Non sono un fan particolare dei Radiohead anche se li conosco molto bene e ne riconosco un valore enorme nel panorama degli ultimi anni. Ad ogni modo ci terrei a dire che chi vota mezza stella non capisce davvero un cazzo di nulla di musica e non fa altro che provocare inutilmente.

DonJunio (ha votato 5 questo disco) alle 13:57 del 16 ottobre 2007 ha scritto:

la montagna partorisce il topolino

L'album non mi è piaciuto, i Radiohead ormai ripetono se stessi. Cosa che fanno quasi tutti ormai, ma c'è chi ha il passo e la classe per farlo, o quantomeno lo fa con energia e vigore. I cinque oxfordiani sanno che i loro fan e certi giornalisti li stimano troppo per quanto prodotto in passato e possono tranquillamente propinare i soliti lamenti nasali di Yorke per interi pezzi ("Reckoner" è emblematica) e certe anemiche sperimentazioni, ormai fini a se stesse: tanto il loggione sarà sempre pronto a calrsi le braghe. Non basta evocare qua e la i fantasmi del glorioso passato, come in "Nude" o "Weird Fishes", o replicare una "National anthem" con le bizzarrie un po'a casaccio di "Jigsaw Falling Into Place".

Si tratta insomma di cominciare a smontare piedistalli.

swansong alle 14:34 del 16 ottobre 2007 ha scritto:

the bends

sono il solo che ritiene the bends in assoluto il miglior disco dei Radiohead prima che si perdessero in inutili e e noiose divagazioni sperimentali?

Alessandro Pascale, autore, alle 15:59 del 16 ottobre 2007 ha scritto:

RE: the bends

mah penso proprio di si

swansong alle 12:39 del 17 ottobre 2007 ha scritto:

RE: RE: the bends

...è che li preferivo più Zep e meno Van King...

target alle 16:18 del 16 ottobre 2007 ha scritto:

RE: RE: the bends

E invece no! (a essere precisi, in realtà, sta uno scalino sotto a Ok Computer)

DonJunio (ha votato 5 questo disco) alle 18:03 del 16 ottobre 2007 ha scritto:

the greatest radiohead anthem!

"The bends" è un ottimo album, "just" a dirla tutta è il più grande pezzo chitarristico dei radiohead.....

2+2=5 alle 22:14 del 16 ottobre 2007 ha scritto:

Precisazione

Come si fa a dire che the Eraser non è niente di paragonabile ai lavori della band? Non si può liquidare il lavoro precedente a In Rainbows dicendo solo non era all'altezza della band! A me è sembrato un lavoro profondo e interpretato dal miglior thom yorke, il più maturo degli ultimi 10 anni. Le canzoni c'erano e come!Voglio ricordare che la voce/lamento che è la caratteristica principale di The Eraser è l'aspetto più imitato dei Radiohead dalle band della fine degli anni '90 inizio 2000, vedi Muse, Sigur Ross,...

Inoltre ritengo che nei due capolavori principali dell'album Nude e Videotape, ci sia molto di the Eraser. Mai liquidare in poche parole un lavoro che è uscito dalla testa di quel genio di Yorke!

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 11:19 del 17 ottobre 2007 ha scritto:

Io amo Amnesiac

...e Karma Police. Ma questo "In Rainbows" mi sta già un po' scendendo col tempo... ora siamo sul 6.5.

DonJunio (ha votato 5 questo disco) alle 17:37 del 17 ottobre 2007 ha scritto:

bisius il doroteo

un biasio sempre più democristiano nei commenti, pronto ormai per fare l'editor in chief eheheh....

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 20:02 del 17 ottobre 2007 ha scritto:

Argh Junio no!!!!

Democristiano no, Junio!!! XD

simone coacci (ha votato 7 questo disco) alle 17:17 del 23 ottobre 2007 ha scritto:

Come diceva il figlio di Joe Swanson, il poliziotto paralitico e parafascista dei Griffin, "...ascolto i Vomito, gli Spazzatura, i Lerciume, i Testicolo...ah e mi piacciono anche i Radiohead!". A parte gli scherzi: caduto il pretestuoso, serico velo di Maya rappresentato dal tronfio, pomposo hard-prog esibito in dischi come "Ok Computer" (odioso non foss'altro in quanto modello sciagurato per gruppi che non hanno alcuna ragione di vivere come i Muse!)oggi resta un agile pop da camera semi-acustico avvolto nella solita panacea orchestrale cara agli arragiamenti del gruppo. Pop raffinatissimo come da tradizione anglo-sassone (da Gilbert & Sullivan a Andrew Lloyd Webber, passando per Beatles, Smiths, Genesis, Simple Minds) che personalmente non mi ha mai esaltato ma che ora suona molto più onesto e gradevole rispetto al loro tanto osannato passato recente.

ozzy(d) (ha votato 4 questo disco) alle 10:37 del 24 ottobre 2007 ha scritto:

dammi tre parole...

noioso, borioso e pretenzioso

Neu! (ha votato 4 questo disco) alle 17:12 del 27 ottobre 2007 ha scritto:

cosa, 10 a questo disco? ma cosa avete al posto delle orecchie? per me è un disco mediocre ma anche se vi piace non ha senso mettergli 10, perchè non è oggettivamente un disco da 10!

Luca Morello (ha votato 9 questo disco) alle 12:21 del 29 ottobre 2007 ha scritto:

intermezzo poetico huuhuhuhuh

bello bello bello...volutamente spento, introverso, apparentemente monco...poi ci si trovano un sacco di cose dentro.

Supremo Coacci..."Pomposo e odio hard-prog"? Ma ragazzi però vi devo dire una cosa, invece di farvi le seghe sulla "musica", sulle "influenze", sulle "chitarre" e sull' "elettronica", io penso che qui si debba parlare di brividi, mal di pancia, mal di testa, vapore acqueo, fuochi d'artificio e lucine intermittenti. E allora non è onanismo ma far l'amore...dio...

simone coacci (ha votato 7 questo disco) alle 14:53 del 31 ottobre 2007 ha scritto:

Je suis d'accord

Infatti, Luca, ti do pienamente ragione. è quello che cerco sempre di fare quando ascolto un disco nuovo. Poi non dico che i Radiohead non siano bravi, non siano colti, non siano...pure belli, al limite toh (posto che preferisco le loro mogli e sorelle, come quel porco di Materazzi, quello è pacifico)! Il problema è che a me sono sempre piaciuti i brani più esili e asciutti come "Karmapolice" o "No Surprises" mentre quando inalberavano su quelle romanze rock-orchestrali e tutti (o quasi) andavano in visibilio, io mi annoiavo a morte. Questione di puro e semplici gusti, niente di personale ne con loro ne con gli altri (a parte coi Muse quelli "stesi li vogghiu,'i vogghiu morti!" come diceva Frank "cinque assi" nel Padrino parte II). Per questo resto un loro non-fan e per questo "In Raimbows" lo ascolto più spesso e volentieri di altri.

P.S: Sei parente di Tom? Lo so, sono un cretino, scommetto che te la dicono spesso e che la odi 'sta battuta, è che non ho resistito!. Alla prossima mes amis

Fabio Busi (ha votato 8 questo disco) alle 17:33 del 23 novembre 2007 ha scritto:

summa perfetta di una carriera

Fabri (ha votato 5 questo disco) alle 20:54 del 24 dicembre 2007 ha scritto:

Non si può esagerare!!!

Fabri (ha votato 5 questo disco) alle 21:19 del 24 dicembre 2007 ha scritto:

Non esageriamo!!!!

I Radiohead non sono innovatori, sono il classico gruppo che confonde una certa destrezza, certi esercizi che sa fare bene con l'autenticità espressiva e tutti ci cascano per via dell'esca delle melodie. L'unico loro aspetto significativo nella storia della musica sono le linee melodiche mosse e delicate pur nell'uso pop dei refrain. Di solito nella musica pop c'è una suspense che poi si scioglie nel chorus, nel ritornello o nel pieno musicale. Fare questo in modo banale significa essere musicisti da masticare; non farlo per niente significa o comporre pessima musica o musica talmente interessante da poterne fare a meno; i Radiohead per loro conto sono tra i tanti che, non avendo prodigiosi mezzi tecnici, hanno puntato molto sulle melodie e lo scioglimento della suspense nel chorus. Gli arrangiamenti oggi non sono un problema per nessuno... Il problema sono gli a solo e la composizione nell'insieme: tecnica, talento, cuore.

La durata delle canzoni in media si è ridotta nell'ultimo album, siamo tornati a The Bends.

Poi non vorrei che non si considerasse una cosa: il successo di pubblico e critica che hanno ottenuto non li fa vivere più in angoscia. Non devono più sfondare con effetti speciali. Si possono abbandonare ai loro umori, alle atmosfere dark e opprimenti che da OK Computer non hanno più abbandonato. In questo senso qualcuno ha giustamente detto sono più onesti, solo in quanto sono più sicuri di sé e si dedicano totalmente al loro registro melodico-malinconico.

Vorrei dire qual è secondo me il loro segreto melodico ma finiremmo più sul tecnico.

Non sono d'accordo con chi dice che la tecnica non conta e sarebbe una sega mentale. Senza il cuore è muto o banale o volgare. E i Radiohead hanno potuto scrivere buone cose "brit pop" grazie alla tecnica superiore rispetto ai loro predecessori...

Oggi non dobbiamo disprezzare chi dà ancora un po' di credibilità alle melodie, perché non è più facile ed esse sono perlopiù strumenti d'inganno, ma soltanto laddove esse si sposano a vere ambizioni (che i Radiohead non possono più avere) le melodie sono vive...

Questo solo per precisare, dovrei dire molto altro.

Dr.Paul (ha votato 6 questo disco) alle 20:13 del 25 dicembre 2007 ha scritto:

non ho capito nulla, ma cos'è uno scherzo?

Suicida alle 18:02 del primo gennaio 2008 ha scritto:

Per me è il solito disco dei Radiohead che se prodotto per bene sarebbe riuscito meglio. Senza infamia nè lode, insomma i Radiohead hanno già dato, ora a casa.

Cas (ha votato 6 questo disco) alle 11:25 del 15 febbraio 2008 ha scritto:

scusate...

e che mi dite di In Rainbows Cd2?

Lupetto (ha votato 8 questo disco) alle 18:19 del 9 luglio 2008 ha scritto:

ho votato 4 stelle e 1/2. Perchè rispetto a dischi come kid A e il suo gemello, l'ho digerito leggermente meno, (quelli li ritengo capolavori). Ma ci sono delle perle e delle novità e questo giustifica lo status di 'eccezionale'! l'attacco in controtempo in Reckoner vale l'intero disco!

Suicida alle 8:40 del 18 luglio 2008 ha scritto:

E' la prima volta nella tua vita che ascolti un controtempo? lol Come si fa dire che vale un disco intero, se disco lo si vuole chiamare...

Lupetto (ha votato 8 questo disco) alle 10:10 del 18 luglio 2008 ha scritto:

Dico solo che a me quell'attacco emoziona. La musica non è solo tecnica e lucidità, è anche emozione e a me i radiohead emozionano, quindi soggettivamente in rainbows mi emoziona, e gli dò 9, per testi, arrangiamenti, tecnica dei singoli e voce, ma oggettivamente non si puo' non dire che sono considerati da tutta la critica la piu' importante band del mondo, anche per la loro evoluzione. IN rainbows è la summa perfetta dei loro 'generi'. Se per te non è un disco non ascoltarlo, mica è un obbligo!

Truffautwins (ha votato 9 questo disco) alle 3:24 del 8 novembre 2008 ha scritto:

Capolavoro?

La recensione è precisa e puntuale soprattutto nel notare che questo disco suona classico. Forse 5 stelle per un disco uscito di recente sono troppe, solo il tempo potrà stabilire se è un capolavoro come in effetti sembra.. Suicida, un nome, una promessa!??!! Ma vatti a buttare in un pozzo, rincoglionito!

Paranoidguitar (ha votato 8 questo disco) alle 11:04 del 20 novembre 2008 ha scritto:

Non è un capolavoro ma è molto bello

Non capisco il concetto di non potere dare 5 ad un disco nuovo.

In rainbows è un bel disco, l'ho consumato a forza di ascoltarlo. Kid a e Amnesiac sono di un altro livello,

lev (ha votato 8 questo disco) alle 13:08 del 10 novembre 2008 ha scritto:

molto bello

effettivamente 5 stellette sono troppe, però siamo davanti ad un signor disco. sullo stesso livello di heil to the thief, ma con la differenza di essere più omogeneo, senza gli alti di quel disco, ma anche senza i bassi di brani che sapevano da b-sides. non capisco quelli che criticano aspramente questa band, o che li trovano sopravalutati. beh c'è gente che considera sopravalutati anche davis e coltrane, quindi forse ci si può aspettare di tutto

fabiopipp8 (ha votato 10 questo disco) alle 19:35 del 11 novembre 2008 ha scritto:

Nude è un chiodo e una carezza

Onestamente non so dilungarmi troppo sull'ascolto di un disco. Di musica ne ascolto tanta, troppa e l'emozione è ciò che fondamentalmente ricerco. Ho poca capacità di analisi delle tecniche e di ciò che contraddistingue un pezzo rispetto ad un altro...ma posso dirvi che la prima volta che ho ascoltato Nude ho pianto come un bambino...e questo, e la bellezza degli altri pezzi, basta a farmi inserire questo album nella mia personalissima lista dei cd da portare anche in cassa da morto...

Mitici!

AnnyPan (ha votato 9 questo disco) alle 23:02 del 26 novembre 2008 ha scritto:

Prima e dopo il concerto

Parlo da ignorante in materia di musica qual sono (sono una ascoltatrice compulsiva e "viscerale"), a parte il visibilio della trovata pubblicitaria del "paga ciò che vuoi per avere questo CD" che mi ha fatto impazzire... il disco a un primo ascolto mi è passato sopra un po' come un ronzio incomprensibile, in cui ho colto qualche sonorità già sentita, ed è l'unica cosa che mi ha colpita. Mi ci è voluto un po' per coglierlo ed è stato solo dopo un ascolto dal vivo che l'ho rivalutato, e molto! Ma d'altra parte il primo concerto dei Radiohead (come quello di ogni gruppo che in piccolo o grande ha scritto un pezzo di storia della musica) non si scorda mai

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 11:00 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

è il mio disco dell'anno 2007

dario1983 (ha votato 9 questo disco) alle 22:32 del 6 febbraio 2009 ha scritto:

che meraviglia... non sbagliano mai un colpo, nemmeno se ci provano. la band del decennio.

dario1983 (ha votato 9 questo disco) alle 22:42 del 6 febbraio 2009 ha scritto:

p.s.

domanda: ma l'inizio di Faust Arp non somiglia un pò a Road Trippin' dei RHCP?

bargeld (ha votato 9 questo disco) alle 0:06 del 7 febbraio 2009 ha scritto:

troppo più bello di Hail. per cui 9, ma sono un po' di parte (alessandro pascale è del mio partito comunque! eh eh eh!)

dario1983 (ha votato 9 questo disco) alle 16:43 del 12 marzo 2009 ha scritto:

ne riparliamo tra vent'anni-

sarò troppo di parte, ma secondo me di questo disco se ne parlerà tra una ventina d'anni come una sorta di assoluto capolavoro imprescindibile e nessuno oggi se ne accorge. la storia è sempre la stessa per la musica: si guardano le epoche che furono senza accorgersi di quello che si ha sotto gli occhi.

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 20:30 del 12 marzo 2009 ha scritto:

??

ma se ne parlano giù tutti quanti e anche tutti bene all'unanimità...???o non sono neesuno questi qui sotto?

a me è piaciuto il giusto.

alburno (ha votato 10 questo disco) alle 12:55 del 26 aprile 2009 ha scritto:

Ci sono!!

Erano e lo sono, i Radiohead, una band di altissima qualità e lo hanno potuto confermare anche in quest'opera musicale. Si, perchè non si può non definire “opera artistica” un lavoro che va aldilà un mero album commerciale, soprattutto se capolavoro con i capolavori. Qualcuno prevedeva di questo come la crisi del settimo album, come il cosi-mal-detto “passo falso”, invece eccoli riconfermarci con spiccata e invidiabile disinvoltura, a tratti, permettetemi, anche irritante, il loro essere geni musicali. E non lo fanno sconvolgendo nuovamente i canoni ma definendo con maturità veri e propri macigni musicali, belli perché fisici, corposi ma ricchi di un’anima che sa irradiare l’ascoltatore non appena ne scopre l’essenza. Sono musiche create da artisti che sanno bene il fatto loro e non hanno urgenza di dimostrare quello che sono. Ora, che dire di più quando la recensione a colto nel segno..veramente ottima.

alburno (ha votato 10 questo disco) alle 12:58 del 26 aprile 2009 ha scritto:

RE: Ci sono!!

ha colto..nel segno

george (ha votato 10 questo disco) alle 16:46 del 26 aprile 2009 ha scritto:

io sono uno dei malati che ha comprato il box...il cd 2 è strepitoso quasi come il primo! Eccezionali....

REBBY (ha votato 10 questo disco) alle 9:31 del 28 aprile 2009 ha scritto:

Faccio parte anch'io della schiera degli entusiasti. E' bello anche il cd2, che è parte integrante dell'album. Certo gran parte dei miei

brani preferiti sono nel cd1.

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 13:59 del 23 settembre 2009 ha scritto:

il disco 2

beh, parte integrante per i due episodi MK. ma per il resto, vedo il cd 2 di "in rainbow" come episodio a sè stante, forse un evoluzione del lavoro "hail to the thief". molto vicino a questo ci sono "up on the ladder" con la sua melodia reiterata quasi in eterno (vedere episodi come "where i end and you begin")e "down is the new up". "last flowers" è invece un piccolo gioiellino, atipico, da costudire in assoluto segreto,come se si fosse gli unici a conoscerla al mondo.

"bangers & mash" vede thom york alla batteria: esaltante, a tratti isterica!

REBBY (ha votato 10 questo disco) alle 16:36 del 23 settembre 2009 ha scritto:

Ah, ho capito cosa intendi. Ma il mio era un

discorso più semplice: In rainbow è un album

doppio, anche se le modalità della diffusione

hanno fatto si che noi, in diretta, abbiamo

ascoltato (e quindi recensito) prima l'uno e

poi l'altro.

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 19:56 del 23 settembre 2009 ha scritto:

niente, ho capito scusa l'incomprensione. in effetti non hanno fatto ep da canzoni di " in rainbow", giustificati giustamente (credo) dal doppio cd. ad ogni modo,i radiohead stanno sfornando singoli da scaricare da w.a.s.t.e, ultimo "these are my twisted words", questo, gratuito(un paio di mesi fa "harry patch, in memory of", scaricabile a un dollaro). chissà se il prossimo album sarà l'insieme di canzoni rilasciate a distanza di mesi: non sarebbe un modo "quasi" rivoluzionario di intendere un album?

Emash alle 14:06 del 24 settembre 2009 ha scritto:

RE:

se ne parlava nel forum mi pare!

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 18:48 del 24 settembre 2009 ha scritto:

non l'ho ancora letto! grazie

BeAfraid (ha votato 3 questo disco) alle 13:01 del 15 novembre 2009 ha scritto:

basta per favore..

ampiamente stufo di sentire album piatti.. ok computer è stato il picco.. poi niente di eccitante..

dario1983 (ha votato 9 questo disco) alle 19:13 del 15 novembre 2009 ha scritto:

RE: basta per favore..

vabbè che ognuno ha i suoi gusti, ma sii sincero: l'hai ascoltato? se questo è un album piatto, se kid a lo è altrettanto, beh indicami quali sono gli album "densi"...

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 19:24 del 15 novembre 2009 ha scritto:

RE: basta per favore..

ma sì: se uno dice una boiata la si lascia lì:lo sappiamo tutti che razza di album hanno fatto dopo "ok computer".

bargeld (ha votato 9 questo disco) alle 13:10 del 15 novembre 2009 ha scritto:

beh kid a, amnesiac e questo in rainbows se sono piatti come dici, allora stravolgono prepotentemente il concetto di piattezza!

Utente non più registrato alle 20:13 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

Il troppo stroppia

Santo iddio, addirittura 5 stelline! Massi, facciamoli campare di rendita direttamente e via! E parlo da fan. Mi spiace che il recensore non abbia proprio mensionato l'evoluzione di brani come Nude, pezzo che ha più di 10 anni e che il gruppo si è sempre trascinato live col nome di Big Boots, il quale s'è subìto tutte le trasformazioni del gruppo partendo da The Bends, nè di Reckoner nato dalle session di HTTT e presentato live già da qualche anno (ai concerti di Salamanca). E ciò è un grande dispiacere.

Brani notevoli il disco li contiene (i brani già citati più All I need, Videotape e Jigsaw) e gli altri brani 'da mantenimento' si comportano bene ma da qui a dargli 5 stelline sulla fiducia ne passa. Di quest'album è stato più interessante il making of, la distribuzione, la promozione etc. che non l'album in sè. Ma quella è un'altra cosa, entriamo proprio nei territori della sociologia musicale e questo non è nè il luogo nè il momento. Ma ad una operazione del genere i Radiohead ci avevano già abituati: Hail to the thief uscì in p2p versione demo ben 2 mesi prima della pubblicazione (e all'epoca l'adsl doveva ancora capillarizzarsi) e tutti i fan napster-dipendenti son stati lì a scaricarselo pazientemente col 56 kappino.

Che i radiohead fossero dei bravi musicisti e che Thom Yorke sia un grande scrittore non è un mistero, il gruppo lo ha già dimostrato con quel I Might be wrong:live recordings con True Love Waits, Like Spinning plates piano version e in un unplugged con Motion Picture Soundtrack. In Rainbows è una ulteriore conferma della bravura del gruppo che è giunto ad un punto della sua carriera che non deve dimostrare più niente a nessuno. Può permettersi di divagare attorno sè stesso senza il timore di non risultare credibile. Questo però non deve essere usato come alibi per valutare più del necessario ogni opera prodotta dai Radiohead. Perchè altrimenti si fa un gioco pericoloso: si da per scontato il valore di un gruppo basandosi sui propri pregiudizi. Ho l'impressione che il voto della recensione sia stato deciso ancor prima di ascoltare l'album. Sarà.

Disco discreto con dei brani strappacuore e coscienza ma non è Ok computer, nè Kid A, nè Amnesiac.

bargeld (ha votato 9 questo disco) alle 20:41 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

Quindi se Amnesiac era il fratello scemo di Kid A, questo In Rainbows è figlio ritardato (e più scemo di Amnesiac) di un incesto malriuscito tra The Bends e Hail To The Thief... ma dove siamo, nel mondo di Patty? Su, andiamo.

E lo status di fan non ti autorizza a lanciare accuse nei confronti di un recensore dalla rara competenza e onestà intellettuale (e che probabilmente i Radiohead li ha compresi e masticati meglio e più di te, palesemente interessata al gossip...)

P.s. visto che fai la guerra all'insipienza ortografica, si scrive menzionare, non mensionare, e il solito "dà" va accentato.

Scusa, ero solo un po' stanco di saccenze e presunzioni (mal)assortite, nulla di personale.

Utente non più registrato alle 21:32 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

RE: ???

Caro Bargeld il gioco degli accoppiamenti l'hai lanciato te ora. Il mondo di Patty - che evidentemente ti è noto perchè io lo ignoro - l'hai tirato in ballo te medesimo. Non portare una discussione presa da un'altra parte. Punto primo. La quale è strumentale solo per infiammare polemiche sterili (!).

Il mio status di fan non mi autorizza nulla, ma poi autorizzare che? E poi da chi? Da te? Chi ha l'autorità di autorizzare cosa? Tu? Tu hai l'autorità? Stiamo in democrazia o in un regime militare? E' la prima giusto? Quindi posso liberamente esprimere una mia opinione a prescindere dal mio status. Ma che razza di discorsi.

E le mie non sono accuse. Ho soltanto scritto che mi DISPIACEVA che il recensore non avesse approfondito l'evoluzione di brani come RECKONER e NUDE. E che il voto era esagerato. Non ho "accusato" (ma c'avete tutti la sindrome da tribunale? Ellamadonna!!) il recensore di alcunchè, mi sono solo lamentata di una TENDENZA, di una certa INDULGENZA (di cui si è già parlato ampiamente nei post precedenti il mio) nei confronti dei Radiohead. Che il recensore sia pincopallo o Raynolds non me ne frega una cippa. Qui ognuno ha orecchie per sentire, occhi per leggere e voce per discutere. O no?

Palesemente interessata al gossip? IO? Ma va là.

Niente di personale? Eri un po' stanco di seccenze e presunzioni mal assortite? Niente di personale? Avrei preferito che scrivessi che ti stavo sulle palle, avrei apprezzato l'onesta e la faccia tosta. E certamente sarebbe stato più coerente con ciò che hai scritto prima.

Cioè prima uno ti da del seccente, ti dice che è stanco delle TUE presunzioni mal assortite (!), del voler puntualizzare l'ortografia (io però mi limitavo a riprendere i periodi brevi e non i post monumentali, seccente si magari ma con giudizio e poca spocchia!) etc. etc. etc. e poi spara: MA NON E' UNA COSA PERSONALE.

Ci rido su, che è troppo singolare come cosa.

Bargeld, niente di personale, ma chi ti conosce!

Passa una buona serata XD XD XD

Lobo (ha votato 2 questo disco) alle 21:25 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

Fratelli scemi, nipoti ritardati, cugine zoccole ... ma che è? A me sti Radiohead mi sono sempre sembrati la versione finto-alternativa di gente seria tipo Coldplay, Keane ... con quel cantante strabico alto come il mio comodino poi, una noia mostruosa. Solo che ci sono le ragazzine pseudo-intellettualoidi che ci vanno pazze, per sti qui. Valle a capire.

bargeld (ha votato 9 questo disco) alle 21:43 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

1) hai detto che il voto della recensione ti sembrava pianificato ancor prima che il recensore ascoltasse il disco... il che è offensivo, oltre ad essere un'accusa.

2) "niente di personale" è usato puramente a titolo ironico, certo che c'è del personale.

3) si dice sAccente non sEccente, hai avuto l'ardire di adoperarlo per tre volte tre.

4) puoi rispondere quanto vuoi che l'ultima parola te la lascio volentieri, come te l'hanno lasciata tutti in tutte le discussioni, causa esasperazione.

Utente non più registrato alle 21:45 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

RE:

1) E' una tua opinione

2) Io non ti conosco

3) Complimenti

4) Ciao Mamma

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 23:17 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

la figura del recensore è quella che ne sa di più?

ho scritto grammaticamente bene?

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 23:58 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

rockwell

rockwell, ridimensiona i toni, per prima cosa: che motivo hai avuto di attaccare daniele sulla sua recensione dei bluvertigo?mi sembra una cosa al quanto meschina e priva di senso. comunque...

che si potesse o meno fare riferimento a "all i need" e "reckoner" nella recensione, in termini di processo di elaborazione/costruzione negli anni, mi sembra al quanto superfluo, soprattutto per il taglio preso dalla recensione. che sia una bella curiosità non ci piove , ma credo che i fan (e io, dei radiohead, lo sono)ne fossero già a conoscenza: ed è a loro, che forse, importa maggiormente. non tutti lo siamo, ergo, bene lo stesso. poi: il sound di "in rainbows", a mio parere, segna un punto di svolta per i radiohead, (in un certo senso, si era già intravisto un orientamento simile in qualcosa di "hail to the thief"):potevano agevolmente ripiegare su clichè elettronici, da loro delineati nelle precedenti produzioni. in questo nuovo album è stato dato più risalto alla sezione compositiva, realizzando parti strumentali sature e stratificate: un esempio lampante lo da "weird fishes", con i suoi continui contrappunti di arpeggio e parti ritmiche. certo, l'elettronica non manca, ma il valore aggiunto è stato quello di rendere l'insieme una gestalt netta ma particolareggiata, in ogni suo sfumatura

permettimi un' ultima cosa: vanno bene le opinioni, come tu mi hai ricordato nella recensione del "fratello scemo di kid a" amnesiac ,ma mettere in dubbio l'onestà del recensore ("Ho l'impressione che il voto della recensione sia stato deciso ancor prima di ascoltare l'album"),questo proprio non te lo concedo.

Utente non più registrato alle 12:11 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

x hiperwilt-ghedini e tutti gli uomini di buona volontà

Per prima cosa: perché se sto criticando pinco pallo che sia peasyfloyd o questo daniele intervieni tu o codias o qualcun altro? Com’è che funziona? Ci sono gli intoccabili e al seguito le truppe? Si fa gruppo (DIRE CAMERATA SAREBBE MEGLIO) per eliminare l’utente di turno? Non è un atteggiamento un po’ infantile questo? Chiamare A MIO CUGGINO che ti fa un mazzo tanto così? Ma parliamo tra persone mature o siete esaminandi della scuola elementare? Ce l’ho con Peasyfloyd (che mi ha risposto), ho preso questioni con questo daniele (veramente è stato lui ad approfittare del momento, ma naturalmente l’infame sono io, non è venuto fuori dal nulla per attaccarmi sul personale (manco ci conoscessimo!!) prendendo la palla al balzo sul mio commento precedente) ce la sbrighiamo tra di noi, truppe e trupparelle andassero in ricognizione da qualche altra parte che fanno anche la figura degli idioti a parer mio.

E per risponderti alle prime due righe: lo stesso motivo che ha avuto lui per attaccarmi in questa pagina. Ovvero NULLA.

E per risponderti al corpo del messaggio: ok

E per risponderti alle ultime due righe: amen. Me ne farò una ragione.

X Peasyfloyd: Grazie per la precisazione. Il mio non voleva essere un attacco nei confronti di nessuno, qua pare che tutti c’hanno la fissa che se critichi qualcuno lo fai con malizia e in malafede poiché attribuiscono alla stessa parola ‘critica’ un valore negativo a prescindere.

Sono rimasta solo meravigliata dall’alta votazione, dispiaciuta del mancato spazio dato ai pezzi di cui prima. L’aver scritto: forse il recensore ha votato il disco ancor prima di sentirlo:

1) Non è un’accusa, perché ho cominciato il periodo utilizzando una forma personale ‘ho l’impressione che’. L’accusa si basa su prove. Io ne avevo? No, quindi ho parlato di impressione. Non di certezza.

2) Essendo una impressione, un’idea buttata là l’ho chiusa con un dubbio perentorio (‘Sarà’), ovvero poteva essere vero come avrei potuto sbagliarmi. La seconda vista la precisazione di PeasyFloyd. Ci sta tutto benissimo.

3) Se avessi voluto accusate PeasyFloyd avrei potuto scrivere: il recensore SICURAMENTE non ha ascoltato il disco! Si vede che è un fan ed è andato sulla fiducia.

4) Oppure, andando più morbida: si vede che il recensore è stato fin troppo indulgente col gruppo, arrivando a dargli un voto molto alto senza attribuirgli una reale giustificazione. Evidentemente l’ha valutato ancor prima di ascoltarlo per intero, sulla fiducia.

Detto in parole povere: prima di mandare in galera la gente meglio assicurarsi che le proprie IMPRESSIONI siano veritiere, senza giungere troppo presto a conclusione affrettate (cazzo, sono una terrorista e non lo sapevo? ). Se di una persona ne volete subito delineare le caratteristiche, avete bisogno di un abbozzo veloce del carattere e dei gusti allora non mi cagate proprio, isolatemi ve ne prego, che non voglio perdere tempo. Se invece avete bisogno di qualcuno da idolatrare o seguire non cagatermi men che meno. Io sono qui per discutere e la mia unica presunzione è trattare tutti ALLA PARI, recensori ed utenti semplici. Nessuno vale più dell’altro, me compresa ovviamente. Il mio interesse è mettere in discussione dapprima le mie posizioni e chi vorrà, anche quelle altrui (libertà che già mi sono presa a dir la verità, ma è il mio carattere non posso farci niente). Non sono in cerca di truppe e trupparelle, compagini, gruppi, gruppetti e gruppettini, gente che mi appoggia o che mi deride, mentori o che. Lascio questo a Maria de Filippi e il suo Uomini & Donne. Mi interessa riuscire ad avere belle conversazioni con qualcuno disposto a mettersi in gioco, riuscire a interscambiare impressioni su questo o quell’artista possibilmente riuscendo ad abbracciare un punto di vista diverso dal mio, arrivando – perché no – a modificarlo. Come ho già scritto da qualche altra parte io non sono affezionata alle mie idee e valutazioni, son disposta a cambiarle. Non sono le idee che mi plasmano, sono io che le creo. Però se incontro un muro di fronte a me, Leonida con tutti gli Spartani (ma almeno il fisico ce l’avete? ) è inutile proprio stare a perdere tempo, fiato, neuroni. Ditemelo che mi sono iscritta ad un partito o ad una massoneria e me la squaglio. Non ci siamo capiti dall’inizio, pazienza. Rincorrevo una utopia.

Peasy non ce l’ho con te, ho approfittato del quote per dare un messaggio all’umanità del forum.

Alessandro Pascale, autore, alle 0:01 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

il recensore interviene per esprimere i suoi dubbi sul fatto che viviamo in una democrazia compiuta. Infatti annuncia di aver messo rockwell nella sua lista nera, e a tempo debito verrà punita

scherzi a parte, le critiche sono più che legittime, cmq in genere tendo a decidere i voti dopo aver ascoltato il disco più volte. E non sono un fan di nessun gruppo in particolare, ma della musica buona in generale, pur sapendo che il fatto di aver recensito molti dischi dei radiohead (quasi tutti a dir la verità) qualche sospetto poteva farlo sorgere. Ho sempre cercato di farlo nella maniera più critica che posso. Se ho un difetto che mi fa perdere criticità è più che altro quando voglio "aiutare" un gruppo-artista italiano perchè tale, o peggio ancora perchè è "rosso". ma questi sono problemi miei, basta saperlo e amen.

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 7:52 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

L'UOMO NERO

ma una domanda: esiste la possibilità o vi è mai capitato di leggere una recensione di un film o di un disco ed avere come l'impressione che lo stesso critico non abbia avuto modo di vedere il film o ascoltare un disco nonostante faccia una nitida insospettosa recensione??

in pratica berlusconi è associato con la mafia oppure sono solo congetture volontariamente offensive....ect...ect...

AVETE VISTO L'UOMO NERO?

LO CONSIGLIO AI CRITICI!!!

saluti.

Lezabeth Scott alle 10:34 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

RE: L'UOMO NERO

Ehm...lo senti com'è spesso queso silenzio? Mi sa che dovrai spiegarti un po' meglio perchè qui non c'abbiamo capito un piffero! Chi è l'uomo nero? Chi non ascolta i dischi? Su cosa i ragazzi dovrebbero riflettere?

rubens (ha votato 9 questo disco) alle 10:45 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

RE: RE: L'UOMO NERO

Niente, lui aspetta che qualcuno arrivi a scaracchiare su un recensore, lascia decantare per un paio d'ore, e poi si azzecca. L'uomo nero in realtà è lui. Più che altro un uomo un pò grigio

Alessandro Pascale, autore, alle 12:32 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

massì rockwell dai stai scianti che qua nessuno ce l'ha con te o con altri. Non c'è nessun intoccabile, qua nessuno ha la verità in tasca. E di spartani l'ultima volta che li ho visti è stato nel film 300.

Utente non più registrato alle 12:44 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

RE: Peasy

Rilancio di 10 euri ))

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 12:59 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

fica se le spari grosse, cara mia. è con la tua contraddittorietà non ci campi (In riferimento a peasyfloyd). poi: 1)è stato l'unico mio intervento fatto in difesa di daniele,in quanto era il sentimento che provavo anch'io leggendo i tuoi post 2)e per il vile attacco sulla sua recensione dei bluevertigo.punto. ma poi, poi ho parlato di musica: rispondimi sui contenuti piuttosto.puoi scrivere ciò che ti pare:il problema è che tu fai prevalentemente provocazioni. non mi sembra che i litigi siano all'ordine del giorno qui dentro, anzi. allora, chiediti per quale motivo fomenti continuamente conflitti!se le spari grosse,aspettati quanto meno una reazione dagli altri utenti.dopo questa buffonata, non vedo perché dovrei risponderti ancora. se qui, su un sito di musica...e allora cazzo: parla di musica!

ps: e scusatemi per i toni, la chiudo qui.

Utente non più registrato alle 13:34 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

RE: hiperwilt-ghedini

Quand'è che andiamo di fronte la Consulta?

Contraddittorietà? Addirittura ho fatto l'analisi del testo...ma che vuoi? Devo assegnarti anche gli esercizi? Rispondere sui contenuti? Ho detto che comprendo il tuo punto di vista, per te era superfluo parlare di reckoner e big boots, per me non lo è. Punto. Per te In Rainbows rappresenta una evoluzione per il gruppo che non rimesta sull'elettronica e siam d'accordo. Ma 5 stelline son cmq troppo alte, per me. Punto e punto e virgola. Vile attacco? Ancora con sti attacchi? Perchè i miei 'attacchi' hanno più valore dei suoi? Com'è che il suo primo commento indirizzato a me non ti ha urtato allo stesso modo? Dillo che ti sto sulle balle e la finiamo. Senza indugi. Ecco perchè hai dato più importanza a ciò che ho scritto io su barged o come si chiama che non cosa ha scritto questi al mio indirizzo. Di ciò che ha scritto barged non te ne frega niente. E quindi non vedo perchè darti corda vista la tua totale mancanza di obiettività, cosa che non sei interessato ad avere.

Le sparo grosse? Ma non è che ti prendi un po' troppo sul serio? Non stiamo parlando di una scienza esatta, nè di una disciplina longeva (ehm, la musica leggera ha appena 50-60 di vita quindi è ben lungi dall'essere perfetta, verificabile e storicizzata), parliamo di musica, forse la forma d'espressione più soggettiva che esista. Strano che se mando a cagare Boudelaire nessuno mi dice niente (anobii, hai presente?), dico mezza parola sui Radiohead e si rimpinguono i cannoni. Ma un po' di coerenza veramente.

Hiperwilt io non fomento conflitti, magari ci sono utenti che si prendono troppo sul serio i quali invece di leggere che c'è scritto preferiscono leggere tra le righe. Hai parlato tu di accuse o mi sbaglio? Tu e quell'altro genio di bergeld che non vedeva l'ora di scagliarsi. Mentre io parlavo di impressioni e nel mio intervento precedente ho spiegato perfettamente come ne ho parlato e se davvero avessi voluto accusare peasy cosa avrei potuto scrivere.

Io sto cercando di parlare di musica, con difficoltà, ma a parte peasy e loson che si sono dimostrate 2 persone alla mano e anche molto gentili con cui è possibile scambiare opinioni senza uccidersi altri utenti invece hanno dimostrato di essere fatti di tutt'altra pasta. Se ho sconvolto un equilibrio me ne scuso, ma chi si è scosso evidentemente ha costruito il proprio castello su fondamenta d'argilla. E' bastato un soffio.

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 14:33 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

rockwell: la ghedini di se stessa

hai parlato dei contenuti di "in rainbows"?ne sono contento: se uno lo volesse, da questo, si potrebbe aprire un bel confronto.lo vuoi?a me pare di no. siamo qui,tutti, nessuno escluso, per imparare e non voglio assolutamente passare per il presuntuoso o aprioristico quale mi delinei. non lo sono mai stato. inoltre: non è che se scrivi di più e lanci accuse a raffica per difendere certe castronerie che hai scritto( facendo la ghedini di te stessa. e allora chi saresti in realtà?o mio dio!)allora la relazione covaria a tuo favore. ho preso le difese di bargeld e ho spiegato il perché: non si sputtana la gente su altri territori, tanto più se ne stavi già discutendo su questa pagina. .se porti rancore verso di lui, sono fattacci tuoi. non capisco perché vuoi far trasparire tutta questa supponenza.vedi che le persone continuano a contrastarti (evidentemente io, dr.paul,elizabeth,bargeld ecc siamo nel torto,come no): abbi l'onestà di rivedere un minimo il tuo atteggiamento. e poi basta,suvvia,uno parla di musica:se hai i cazzi girati per qualcosa, vai a fumarti qualche paglia con un'amica,parlale e vedrai che ti passa. se pensi invece, di essere nel giusto sostenendo che questo sito si basa su un equilibrio precario,che questa è la p2 e che solo tu hai ragione, continua, a un certo punto, "chissene" ah: ghedini sarai tu e tua sorella, danke

hiperwlt (ha votato 10 questo disco) alle 14:38 del 11 dicembre 2009 ha scritto:

e sei hai ancora qualcosa da dire, ci sono i messaggi privati: di sproloqui , questa recensione, ne ha già subiti abbastanza.

DucaViola (ha votato 9 questo disco) alle 9:43 del 28 febbraio 2010 ha scritto:

Grandi!!!

drug me (ha votato 9 questo disco) alle 21:42 del 5 marzo 2010 ha scritto:

Non mi è piaciuto subito, ma una volta metabolizzato mi è piaciuto tanto! E' maturo, emozionante, sperimentale ma equilibrato. Come riescono i detrattori a non attribuire quantomeno una sufficienza?

demyan (ha votato 9 questo disco) alle 0:08 del 13 aprile 2010 ha scritto:

In rainbows che mi ha incuriosito a un primo ascolto è riuscito con il tempo a farsi apprezzare per poi amare come pochi altri ..... uno di quei dischi che prima o poi riascolti perchè ti è entrato dentro...... un piccolo capolavoro.

Filippo Maradei (ha votato 10 questo disco) alle 22:36 del 17 luglio 2010 ha scritto:

Adoro adoro.

daferrara (ha votato 10 questo disco) alle 14:52 del 20 dicembre 2010 ha scritto:

semplicemente emozionante e con diversi spunti veramente degni di nota. tutto ciò che è targato Radiohead, piaccia o meno, è sempre più che degno di essere ascoltato.

Sor90 (ha votato 9 questo disco) alle 21:40 del 28 febbraio 2011 ha scritto:

Questo disco fu una folgorazione a primo ascolto, forse il migliore della band dai tempi di Ok Computer, sarà che l'elettronica viene limitata (non che sia di per se un problema) o che si è posto l'accento su un certo tipo di arrangiamenti barocchi, ma poi ci sono le canzoni! "Reckoner" con Thom Yorke che fa il vibrato (mi ricorda di quando ha cantato per la colonna sonora di Velvet Goldmine), le vellutate "Nude" e "House Of Cards", le fughe jazzate di "Bodysnatcher" e "Jigsaw Falling Into Place" e il battito soul di "All I Need" le mie preferite di un album sorprendente

ammazzatartufi (ha votato 4 questo disco) alle 21:03 del 10 marzo 2011 ha scritto:

Non da Radiohead

Non capisco il 10.Io dò 4 perché ci sono un paio di pezzi ASCOLTABILI, tipo 15 step...Il resto è tutta roba già risentita un milione di volte e, oltre che deludente musicalmente, annoia fino alla morte.Questo è il caso in cui bisogna dire "Mh, due dischi sono rischiosi".Il 10 lo potevo capire se dato a Ok computer, dove magari i pezzi erano un po' diversi fra di loro e anche il cantato di Yorke lo era.Per me questo disco è piatto e fa soltanto rimpiangere i bei vecchi tempi.

sandra12 (ha votato 7 questo disco) alle 9:01 del 7 aprile 2011 ha scritto:

10 ?

non mi sembra disco da 10 . non è da buttare via , ma non capisco : 10 a in rainbows e 9 ad amnesiac ??????? credo che 6-7 sia piu' adeguato come voto.

baronedeki (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:40 del 6 agosto 2016 ha scritto:

Dare un giudizio a posteriori non come darlo al momento dell'uscita dell'album dico cio' perché a differenza di altri lavori dei radiohead che crescono nel tempo questo e sceso un po' ma tutto sommato meglio di hail che aveva una ventina di minuti superflui

Robinist (ha votato 7,5 questo disco) alle 23:56 del 23 novembre 2016 ha scritto:

All'inizio avevo snobbato questo disco dopo aver ascoltato House of Cards e All I Need, ero troppo preso dai 3 precedenti e le canzoni di cui sopra non mi erano proprio piaciute. Per fortuna qualche giorno fa ho deciso di dargli una seconda occasione e ne sono rimasto estasiato, per me si gioca il secondo posto con Amnesiac.

Utente non più registrat alle 10:14 del 6 luglio 2018 ha scritto:

Ecco, come faccio a non mandarvi a quel paese? "I Radiohead ormai non fanno più rock ma musica classica.. si studieranno questi nelle scuole.." ma non vi vergognate ad accostare la musica classica a questo disco mediocre? Te lo potevi risparmiare

zagor alle 11:42 del 6 luglio 2018 ha scritto:

"Perché il giorno in cui i Radiohead si scioglieranno il mondo avrà perso tanta bellezza"... putroppo quel giorno è ancora lontano