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R Recensione

7/10

:absent

tetra

Alla terza prova :absent fa centro. La strega, come ha più volte dichiarato essere il leit motiv del disco, vola finalmente libera e ad alta quota. Dopo vari EP e prove con alterne fortune, consapevole delle proprie possibilità, da alla luce un album struggente e attuale di  musica elettronica con la E maiuscola sapientemente lavorata. Un opera artigianale nel senso più bello del termine.

"Bambini" apre il disco e ci prepara, attraverso una cantilena di bambini, ad un mondo sconosciuto, estivo, lontano. L'uso del vocalizzo  alla Edda Dell'Orso crea una tensione in chi lo ascolta che andrà a sciogliersi nei brani successivi, con echi degli anni d'oro della fimografia italiana. "Plague", la seconda traccia comincia a portarci verso dimensioni più elettroniche e mittleuropee. Ottimo e coinvolgente l'uso delle macchine analogiche, un terreno in cui :absent, non si nasconde, e dove si sente completamente a suo agio. I Kraftwerk più ricercati fanno capolino ad ogni ripartenza ad ogni stop&go del brano. Archi rimbalzano da una parte all'altra e si inseguono fino alla fine del pezzo. "Gage", La traccia migliore a mio parere, ricerca un ponte emotivo, e al limite del possibile, tra Battiato e Burial. All'apertura lasciata ad una suadente voce maschile segue l'intricata trama di riff elettronici mischiati con rara bravura.

Adesso l'album entra nella fase centrale, la migliore, impossibile non lasciarsi affascinare dalle melodie struggenti e al contempo potenti in cui si sviluppano brani come "It's fictional", quasi una ballata dei nostri giorni un martellante slogan che strega. O "Marvellous thing" con i suoi bassi e le sue ripartenze. La voce bassa degna del miglior James Blake. "To the sea" dove torna una stupenda voce femminile a fare da contraltare a melodie secche, matematiche, ammalianti. Degno di rilievo l'apporto maschile alla già citata voce femminile.

"The Diver" con le sue chitarre graffianti e rimandi a Dario Argento e "Sail the white sea" ci portano verso un finale ipnotico e trascendente. "Protect you" ballata dolce e amara arricchita da elementi materiali al limite dell'industrial giocata su poche note di piano e una commovente voce femminile ci prende per mano tirandoci dietro, novelli Euridice, verso oscure trame a ricordarci l'algido mondo che stiamo vivendo. "Tetra" che da il nome e chiude l'album, con precisi rimandi, un po’ Roni Size un po’ John Carpenter,  spiazzano nuovamente l'ascoltatore, riecheggiano in fondo agli abissi  di questo pezzo i Goblin più in forma miscelati con maturità e destrezza a sonorità più attuali.

Poteva essere migliore, certo, ma con questa prova :absent si allontana dai sentieri fin qui battutti attraverso le precedenti esperienze artistiche e lavorative ma che prende una decisa e coraggiosa direzione. La strega evocata un po' per tutto l'album insomma vola, vola alto e non brucia, come in altre ben più quotate operazioni ma scalda e ci scalda con un calore necessario alla musica italiana di oggi.

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