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R Recensione

9/10

Brian Eno

Taking Tiger Mountain (By Strategy)

Anche Brian Eno ha avuto le sue Tavole Dei Comandamenti, e il parallelo con Mosè è tutt’altro che blasfemo. Il profeta ebreo aprì le acque del Mar Rosso, il “non musicista” di Woodbridge colse le infinite possibilità manipolatorie dello studio di registrazione. Le Strategie Oblique nacquero in un clima di gioco e “allegria idiota” con l’amico artista Peter Schmidt, erano in pratica “istruzioni per l’uso” applicate allo sviluppo di futuri progetti artistici, scritte su biglietti da distribuire ai collaboratori coinvolti nel processo creativo. Eno aveva già un notevole curriculum di acuto avanguardista pop: gli studi sulla “concrete music”, i primi due memorabili lavori dei Roxy Music da “architetto” e manovratore di suoni, i frippertronics e l’esordio solista post-glam “Here Comes The Warm Jets”. La “strategia obliqua” enoiana di riformulazione dei codici della musica popolare era ormai avviata.

“Taking Tiger Mountain (By Strategy)”, stampato nel novembre 1974, fu registrato a settembre agli Island Studios di Londra con le solite ed eccelse conoscenze (Phil Manzanera alle chitarre, Brian Turrington al basso, Andy MacKay, la batteria di Freddie Smith) e “occasionali” ospiti speciali (Robert Wyatt alle percussioni e cori, la voce di Polly Eltes e la doppia-batteria di Phil Collins in “Mother Whale Eyeless”). Prodotto da Brian Eno attraverso le sue “Oblique Strategies”, la Cattura Della Tigre Di Montagna è un mistificatorio viaggio alle radici della fascinazione storica e culturale di un popolo, e della potente dicotomia fra arcaico (nella prima parte, denominata “Taking Tiger Mountain”) e progresso (“By Strategy”).

Trattato post-moderno di esotismi e simbologia orientale, almeno un lustro precedente alla new-wave atmosferica d’illustri eredi ( i Japan), il secondo album dell’artista inglese in superficie potrebbe rivelarsi un concept su spionaggio, Rivoluzione Comunista Cinese e associazione dei sogni. Potrebbe. Più concretamente è il maturo approdo della scatola musicale enologica nel porto di un formato-canzone spolpato tra complesse tessiture sonore, intersezione di linguaggi differenti, tecniche innovative di cut-up musicale e loop larvali. La sublimazione del concetto di “opera d’arte” secondo il polistrumentista e guru anglosassone, divisa in tre fasi distinte: scrittura del brano, esecuzione dei musicisti e supervisione finale dell’autore. Quell’autore-deus ex machina “ignorante” tecnicamente ma geniale, cioè Brian Eno stesso.

Il canzonettaro colto e iconoclasta di “Cindy Tells Me” è sempre tra noi nella sarcastica ouverture pop-wave “Burning Airlines Give You So Much More” (antipasto del Bowie di “Low” sull’incidente aereo del DC-10 turco a Parigi nel ’74), e non rinuncia alle consuete, surreali filastrocche di elettronica minimale (“The Fat Lady Of Limbourg”, con il pingue ottone di Mackay e il canto androide di Brian, e “The True Wheel”, melodia contagiosa di synth evanescenti sui cori di Randi And The Pyramids). Eno è un abile precursore di campionamenti anomali (macchine da scrivere, bacchette cinesi, ingranaggi meccanici, allarmi, tutto può diventare “strumento” nelle mani del demiurgo-dandy) e densi strati sonori ripetutamente deviati dalle note frippiane di Manzanera (la dissonante “China My China”, l’inquieta e ossessiva “The Great Pretender”). In altre eccentriche tracce il teorico della “musica per non-musicisti” si diverte a evocare lievi ninne-nanne baroque-pop, con organo, archi della Portsmouth Sinfonia e il controcanto di Wyatt (“Put A Straw Under Baby”), valzer psicotici al ritmo di marcetta ( “Back In Judy’s Jungle”) oppure interpreta con cinico distacco le nevrosi art-rock di “Mother Whale Eyeless”. Indimenticabile l’esplosiva “Third Uncle”, prototipo post-punk segnato da un basso pulsante e dall’elettrica lancinante del chitarrista dei Roxy Music (sarà coverizzata dagli epigoni Bauhaus).

“Taking Tiger Mountain (By Strategy)”, ispirato all’omonima opera sulla rivoluzione culturale cinese, è un mosaico prezioso di creatività sfrenata e a livelli multipli, come la cover-art che ritrae il progenitore dell’ambient in una serie di litografie dipinte da Schmidt, ricavate da un centinaio di polaroid. Il congedo della conclusiva “Taking Tiger Mountain” è un pacificato e riflessivo sguardo interiore che ha in nuce l’eterea, impalpabile sostanza onirica dell’Eno che verrà. D’altronde soltanto chi ha rivoluzionato metodo e finalità al rock degli ultimi quarant’anni, ed è stato il più grande e lucido produttore-stratega della Storia, poteva ambire a creare una “colonna sonora” sulla sospensione quotidiana di sale d’attesa e aeroporti. E riempire il silenzio, quegli spazi vuoti che popolano il nostro subconscio.

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Voto degli utenti: 8,7/10 in media su 24 voti.
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rael 8/10
ROX 8/10
REBBY 10/10
loson 8/10
Lepo 9/10
B-B-B 8,5/10
ThirdEye 10/10
Lelling 8,5/10

C Commenti

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rael (ha votato 8 questo disco) alle 10:59 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

artista immenso, questo album appena dietro i miei due preferiti.

Bellerofonte (ha votato 9 questo disco) alle 9:05 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

Si si... Stupendo.. ma tutta la discografia di Eno del decennio '70 è a livelli divini

Dr.Paul alle 14:41 del 25 novembre 2010 ha scritto:

ma qualcuno ha preso le ristampe rimasterizzate di eno? io ho preso here come the warm jets ma sta gran differenza cone le vecchie....non la sento!

swansong (ha votato 8 questo disco) alle 17:03 del 25 novembre 2010 ha scritto:

RE: Ristampe

Io ho preso masterizzati "Here Come...", questo, "Another Green World", "Before and After Science" e "Music for Airport", tutti lavori che avevo scaricati da internet, quindi non saprei dirti se si sentono meglio o peggio rispetto alle vecchie edizioni. Quel che è certo è che non mi sembrano gran che curate, anzi: booklet miseri e nessuna bonus track, certo, a 9.90, per Eno lo sforzo l'ho fatto, però mi aspettavo molto di più. Soprattutto se le confrontiamo (a questi prezzi) con le nuove bellissime edizioni rimasterizzate di Van Der Graf e King Crimson, tanto per fare due nomi..Quanto al lavoro in questione, nulla da dire, si mantiene ai livelli del bellissimo precedente, sebbene manchi l'effetto sorpresa e per questo dò mezza stelletta in meno..sono, comunque, i miei due preferiti di Eno

Dr.Paul alle 9:16 del 27 novembre 2010 ha scritto:

tutti lavori che avevo scaricati da internet

hai fatto bene a prenderli, eno scaricato è un oltraggio alla pubblica decenza, ti vengo a trovare a casa e che vedo? eno masterizzato sugli scaffali? nooo! hai ragione sui booklet veramente miseri, fortuna che il prezzo è contenuto!!

swansong (ha votato 8 questo disco) alle 11:41 del 13 gennaio 2011 ha scritto:

RE: tutti lavori che avevo scaricati da internet

Ehhh caro doc! Quanta ragione che hai! Però sai io non è che riesco a stare dietro proprio a tutto eppoi - pur avendo, ahimè, da poco superato gli "anta" - Eno (assieme a tutta la congrega glam pop dei seventies) è una (piacevolissima) scoperta relativamente recente, quindi, prima di passare all'acquisto definitivo, ho voluto aspettare che uscissero delle edizioni migliori. Non ti pare? VDGG e KC invece no. Ce le avevo già nella doppia versione vinile/cd, ma non ho saputo resistere alle nuove bellissime e curatissime ristampe e sempre a mid-price. Detto ciò, sono un rocker di tutto rispetto cosa credi ed anche molto nostalgico per cui stai tranquillo, negli scaffali della mia personalissima discoteca troverai SOLO cose originali da gustare! sempre il benvenuto!

Utente non più registrato alle 21:33 del 28 novembre 2010 ha scritto:

Gran bel disco.

ROX (ha votato 8 questo disco) alle 19:44 del 12 gennaio 2011 ha scritto:

io ho le prime versioni in cd... il problema è che quando fanno uscire i rimasterizzati tutta questa differenza non si sente... se non per il volume di registrazione e spesso c'è qualche fruscio in meno... penso ad esempio alle rimasterizzazioni degli U2.... detto questo... è un album splendido, ricordo che la title track mi faceva sognare

rubenmarza (ha votato 10 questo disco) alle 15:52 del 29 ottobre 2014 ha scritto:

Bellissimo. Questo e Another green world non hanno nulla da invidiare a Before and after science, a mio avviso. Eno riesce a prendere banali motivetti pop e a trasformarli in melodie magnetiche e toccanti. Bella recensione.

Totalblamblam (ha votato 10 questo disco) alle 16:19 del 29 ottobre 2014 ha scritto:

questo va preso su vinile. primo si sente meglio di tutte le versioni in ciddi ( ne ho due) e poi perché beh leggete qua che facciamo prima ( simile cose l'aveva escogitata carla bley in escalator) : And before vinyl gets completely forgotten, let's spare a few moments for Taking Tiger Mountain. The bit in the middle of the record, no, not the hole, the wide-spiral track that leads the needle to the end of the record (stop us if we're getting too technical) at the end of the fifth song, The Great Pretender, was specially designed as a circular loop, so instead of the needle lifting up and returning to the side of the turntable at the end of side 1, the record could keep playing a loop of the frogs croaking for hours. Tom was a bit disappointed that this didn't happen on the CD version.

Utente non più registrato alle 14:26 del 17 gennaio 2015 ha scritto:

Ricordo ancora quando al liceo cazzeggiavamo canticchiando mi piaccion le sbarbine, tengo na minchia tanta e baby’s on fire …

Anch’io ho approfittato delle rimasterizzazioni agevolato dai €5,99; Here come the warm jets, questo, Another green world, Discret music, Before and after science, Ambient 1 Music for airports, Music for films.

Non ho termini di paragone ma credo che non abbiano niente a che vedere con quelle dei King Crimson (non parliamo neanche di quelle realizzate da qualcuno di mia conoscenza…), Van Der Graaf Generator e/o altre (non solo dal punto di vista del remix, ma questo è il mio parere...).

I musicisti coinvolti hanno favorito l’ascolto…preferisco Here come a questo, ma ancor meglio Before and after science e Another green world.