V Video

R Recensione

8/10

Tu Fawning

Hearts On Hold

Se li sono scelti bene, i Menomena, i compagni di tour. Oltre ai deliziosi Suckers (tra i dischi art-pop dell’anno), hanno girato gli States accompagnati dai concittadini Tu Fawning, due lui e due lei non di primissimo pelo che, dopo esperienze piuttosto disparate, hanno dato vita, unendosi, al progetto giusto. Questo “Hearts On Hold”, che li vede debuttare, mette assieme la spiritualità vistosa e retrò dei Bodies Of Water, la schizofrenia scura degli ultimi Flaming Lips, fiati morriconiani e piccole jam fumose dal sapore grigio dei cieli di Portishead.

Il disco è cupo, ma contiene stramberie pazzoidi e artistoidi che lo screziano continuamente di punti di fuga inattesi, finendo per dare colore. Molto fascino proviene dall’uso inquietante dei fiati. Tromba e trombone li suona uno che si chiama Toussaint Perrault: non serve dire altro. Ascoltare gli ipnotismi da marcetta funeraria di “Multiply A House” basta e avanza. E così si scopre che altri punti di forza stanno negli arabeschi vocali di Corrina Repp (alle spalle già un disco solista nel 2006) e nelle soluzioni ritmiche, sempre disorientanti e complesse. Non a caso tutti e quattro i membri sono accreditati a ‘drums’ e ‘percussions’: questi sono musicisti selvaggi di quelli veri, e il tribalismo anestetizzato dall’organo nella rovente “The Felt Sense” sta lì a testimoniarlo.

Di quei musicisti, per dire, che non hanno paura di ricreare cortine di fumo da cafè-chantant anni ’20: eccellenti la vena jazzy e le movenze trip-hop di “I Know You Now” (roba che, oggi, solo la My Brightest Diamond più ispirata) e la psichedelia bandistica di “Hand Grenade”, capace poi di aprirsi in cori e sgusciamenti di chitarre canadesi doc.

Che alla fine, detta onestamente, mica è facile spiegare come suonano, questi Tu Fawning. Che è: art-rock teatral-funerario? Melodramma in costumi da vedove a lutto più Tom Waits al seguito? Nature morte con Arcade Fire? “Diamond In The Forest” è visionaria solennità per funzioni sacre con assaggi di piano - non a caso - molto Menomena, “Sad Story” è un tango (!) da sessissimo che poi rockeggia ruvido, olè, mentre “Just Too Much” scopre le cosce con riffettini indie-rock ruffiani (proprio i Born Ruffians vengono in mente) che però finisce col coprire subito, gabbandoti sul più bello, ed “Apples And Oranges” è miele di piano e violini quasi Fiery Furnaces, “Lonely Nights” esce diretto dal meglio di “Embryonic”.

Io non ho altro da dire. Nel senso che preferisco continuare a capirci poco. File under: best of 2010.

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 13 voti.

C Commenti

Ci sono 7 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

synth_charmer alle 20:49 del 23 ottobre 2010 ha scritto:

eh sì, Tom Waits si sente ad ogni angolo. Infatti io che non impazzisco per Tom Waits lo trovo un po' pesantuccio O_o ma magari proverò a riascoltarlo

abianchi (ha votato 3 questo disco) alle 23:32 del 23 ottobre 2010 ha scritto:

noise

non musica ma rumore indistinto..e poi la recensione!!!! si cita di tutto, un omaggio alla propria cultura (ma quale cultura) musicale. autoreferenziale

fabfabfab (ha votato 7 questo disco) alle 10:55 del 24 ottobre 2010 ha scritto:

autobianchi ma che ti fumi? Cosa c'entra il noise? La recensione cita perchè è una recensione, se fosse una poesia non citerebbe ma avrebbe le rime. Oppur la recensione è cita perchè il disco è Tarzan.

Gran bel disco, secondo me, "Diamonds in the heart" è autunnale come i primi Black Heart Procession, così come "I Know You Know" mi ricorda i Portishead. Visto, ho citato anche io. Io Cita, Targhetta Jane?

TheManMachine (ha votato 7 questo disco) alle 11:53 del 24 ottobre 2010 ha scritto:

Molto interessante. Deliziosi questi cambi di genere, addirittura all'interno di uno stesso brano. Metto nella mia cd teca. Bella recensione Francesco, complimenti!

target, autore, alle 12:10 del 24 ottobre 2010 ha scritto:

Grazie! Credo che abianchi, comunque, si sia procurato il disco sbagliato: noise e rumore indistinto sono concetti davvero distanti da questo disco.

tarantula (ha votato 9 questo disco) alle 18:14 del 5 novembre 2010 ha scritto:

Mah...le sorprese più gradite arrivana da dove meno te lo aspetti. Forse mi sbaglio, ma forse ho trovato il mio disco dell'anno ma veramente, non di quegli entusiasmi che durano finché non esce un altro disco di qualità; qui siamo una spanna sopra a tutto quello che è uscito finora nel 2010.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 11:56 del 10 febbraio 2011 ha scritto:

Un altro buon esordio datato 2010. Si, "non è facile spiegare come suonano questi Tu fawning", anche perchè, come dice TheManMachine, attuano diversi "cambi di genere", anche all'interno dei singoli brani. Mi sembra comunque che Francesco nella rece abbia evidenziato quelle che sono le caratteristiche più evidenti di questa interessante proposta: la bella e versatile voce della cantante, il fascino dei contributi "fiatistici", l'originalità e l'importanza nell'economia dei pezzi delle soluzioni ritmiche e appunto la varietà del repertorio. Forse non sarà uno degli CD che più mi godrò dell'anno appena passato (anche se adoro I know you now), ma la mia impressione è che questa band sarà in grado di riservarci in futuro delle "belle sorprese".