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R Recensione

9/10

The Cure

The Head On The Door

Dopo le bizzarrie degli ultimi anni nessuno si sarebbe aspettato da Robert Smith un album cosi' compatto, immediato e senza fronzoli: in una parola semplicemente pop. Superate le tentazioni psichedeliche degli ultimi tempi e ritrovata un'atmofera di serenita', anche grazie alla nuova formazione a cinque elementi che diventera' la classica lineup con gli innesti di Boris Williams alla batteria, dell'amico ritrovato Simon Gallup al basso e dei fidi Lol Tholrust alle tastiere e Porl Thompson alla chitarra, il disco snocciola con naturalezza gemme pop di assoluta grandezza come "Inbetween days" e l'arcinota "Close To Me", robusti innesti rock come "Push", "The Baby Scream" con ritmi uptempo e le chitarre in primo piano, senza rinnegare il passato dark con "A Night Like This" e la ballata "Sinking". Non mancano gli esperimenti che questa volta vengono fatti rientrare in un seminato piu' tradizionale passando dal suono inequivocabilmente latino di "The Blood" ai rintocchi orientaleggianti della splendida "Kyoto Song", mentre la funkettosa "Skrew" e' l'unica nota davvero stonata.

Con questo album comincia la scalata al successo della band che passa da oggetto di culto in Inghilterra ed Europa a nuove star di Billboard in America; nonostante questo il disco non e' senza difetti: in primis la produzione troppo "finta" (criticata dallo stesso Smith) con batteria e chitarre iperprodotte ed arrangiamenti a volte poco centrati (il solo di sax in "A Night Like This" fa davvero storcere il naso).

Musicalmente, l'album apre la seconda parte della carriera della band che esprimera' tutto il suo potenziale con i due album successivi e che diventera' un'icona della cultura pop anni 80 senza per questo rimanerne intrappolata, cosa molto difficile e che e' riuscita a pochissime band, guarda caso una di queste sono proprio gli Smiths dell'odiato Morrisey.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 26 voti.
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Cas 7/10
anam73 7/10
Khaio 10/10
giank 7,5/10
loson 8/10
B-B-B 8,5/10
Lelling 8,5/10
Vatar 9/10

C Commenti

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Cas (ha votato 7 questo disco) alle 11:56 del 19 ottobre 2007 ha scritto:

io ne avrei parlato un pochino di più...comunque non lo trovo un album così devastante, anzi. Qui i cure iniziano a decadere irrimediabilmente, anche se con un certo stile!

Moon alle 15:50 del 29 ottobre 2007 ha scritto:

ehm...

non mi sono mai piaciuti! è grave ?

Cas (ha votato 7 questo disco) alle 10:33 del 10 novembre 2007 ha scritto:

beh, un pò si secondo me un album fondamentale per la storia del rock è proprio il loro pornography...ascoltalo bene, conviene! belli ma non così fondamentali sono faith (prime sonorità dark convinte) e boys don't cry (post punk puro)

otherdaysothereyes (ha votato 8 questo disco) alle 12:18 del 29 luglio 2008 ha scritto:

Quotando Cas, direi che non si può dimenticare nemmeno Disintegration, forse il loro capolavoro assoluto. Anche secondo me da queste disco comincia la loro lenta decadenza anche se "inbeetween days" resta una delle mie canzoni preferite!

tramblogy (ha votato 10 questo disco) alle 9:58 del 25 gennaio 2009 ha scritto:

seee..sofistichezza.

album da 5+5 stelle...una più brillante dell'altra...

Francesco (ha votato 8 questo disco) alle 21:16 del 30 maggio 2009 ha scritto:

Altro colpo da biliardo per Smith&Company..

Ineccepibilmente,definendo "Disintegration" album della maturita',"The Head on The Door" ne rispecchia qualita'precursori con arrangiamenti sopraffini,basti pensare alla chiusura con "Sinking" delicatamente immortalante un tatto struggente epopea matura anni '80.A Robert non farebbe certo piacere leggere un etichetta unilateralmente pop del disco in causa,seppur abbiamo i brani in successione a dimostrarlo.Ma "THe Head on The Door" porta anche un raggio di accurata fedelta'ai labirinti d'esistenzialismo aforme del messaggio Cure,i quali tendenzialmente definibili stilisticamente libertari dallo svariare verso catene maggiormente pop wave.

Dr.Paul alle 21:53 del 30 maggio 2009 ha scritto:

si W le catene montuose di the head on the door! kyoto song e sinking sono semplicemente straordinarie, anche se kyoto song è un po debitrice di nn ricordo quale brano dei psychedelic furs, cmq bellissime tracce, il resto tende un po a calare...

hiperwlt (ha votato 8 questo disco) alle 16:16 del 15 novembre 2009 ha scritto:

li ho snobbati fin troppo i "cure".bello, bello, bellissimo questo "the head on the door"!"kyoto song" (miglior pezzo dell'album) davvero eccezionale nel suo svelarsi (divinamente) cupo e rassicurante; e poi "in beetween days", "the baby screams",spinte da un'animosità puerile e giocosa, mi mettono in una condizione di completa serenità! 8.

salvatore alle 16:22 del 21 giugno 2011 ha scritto:

Evviva la nouvelle vague