Adam Carpet
Parabolas
Sul finire degli 80, mentre il rock agonizzava, vi fu una gran confusione musicale, fatta di vagabondi alla ricerca di improbabili contaminazioni danzerecce, di impenitenti che si lasciavano affascinare da Kurt Cobain, di reazionari che reclamavano Jimi Hendrix, di malati mentali che si diedero infine al metallo; ma, come ogni caos che si rispetti, è proprio in quei momenti che sbocciano le idee migliori. A far chiarezza in tanta barbarie furono gli Slint, i quali, dilatando i confini del rock e portandolo ad uno stato comatoso, diedero inconsapevolmente vita al suo avatar, il post-rock. Un nuovo orizzonte si schiudeva alle orecchie dei fan più accorti e, come nei tardi anni 60, si ripresentò trentanni dopo la possibilità di mischiare post-rock ed elettronica: il prodotto, privo dun nome ufficiale, è ancor oggi vivo e vegeto.
È a questo filone che associamo gli Adam Carpet, un quintetto tutto italiano giunto alla seconda prova sulla lunga distanza, tre anni dopo lesordio eponimo. Parabolas contiene otto brani disomogenei e cangianti, spaziali ed evocativi, quasi esclusivamente strumentali. LIrma Records, da sempre attenta alle derive dance più raffinate il nu jazz, per intenderci , stavolta ha finanziato un disco che attinge tanto dal krautrock quanto dai Röyksopp, dai Notwist e dai Tame Impala. I brani cosmici lato sensu sono Obsessed With Casting e Neet, a mio avviso tra i momenti più intensi di questo disco; poi cè la vaporosa chillwave della Casa del Mirto in Still Still e Pragmatic Children in cui gli Adam Carpet risparmiano in termini di threshold e le estensive sperimentazioni sonore di Just In Case Of Wanting To Be Famous, che ricordano gli Explosions In The Sky o gli Eluvium. Ma la band milanese è capace anche di brusche sterzate, come nel caso della techno minimale di Pantone 18-2021 o del calderone di TV Nerd che, in un sol colpo, unisce strafottenti inserti gabber alla governata progressione del math-rock.
In Parabolas gli Adam Carpet dimostrano di sapersi destreggiare su terreni musicali diversi, in apparenza discontinui, non soltanto tra un brano e laltro, bensì allinterno della stessa traccia, come se ogni canzone fosse un percorso lungo ed accidentato, piacevole ma estenuante. Gli Adam Carpet si muovono in cerchio e in linea retta per valli e montagne, migrano su direttrici preordinate quanto sui parabolici tratturi dellelectro rock. Non hanno meta ma il loro viaggio è avvincente.
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