R Recensione

7/10

Mando Diao

Never Seen the Light of Day

Stagione molto proficua per gli svedesi Mando Diao che dopo circa un’ anno dall'ultimo lavoro “Ode to Ochrasy “ ,durante il tour trovano il tempo per scrivere 11 nuovi capitoli della loro discografia.

Never Seen the Light of Day “ e’ da prendere comunque con le molle: si tratta infatti di un disco molto lontano dai fasti garage/rock del passato di “Hurricane Bar” e si presenta farcito di melodie che richiamano al country e agli anni '60, ben  amalgamati al pop e all’ indie/rock, con un tocco di psichedelica del tutto inedita per il gruppo e lyrics che guardano piu’ verso l’introspettivita’ corale in pezzi come "I don’t care what the people say” .

Pare che il gruppo si voglia avvicinare rapidamente al mercato statunitense, usando come viatico pezzi dal sapore country/pop (una  “If I don't live today, then I might be here tomorrow “    contornata dai violini  e le trascinanti chitarre acustiche di “Never seen the light of day”),  e ritmiche prese di peso dal un classico suono anni '60, che sa’ molto di viaggio “on the road” attraverso sconfinate autostrade americane che i Mando Diao: si ascoltino canzoni come “Gold” e i momenti di assoluto oblio retro’ di “ Train Of Fire”.

Spazio anche alle ballate acustiche alla Dylan (su tutte  “ Not A Perfect day” e la tetra “Dalarna”, appoggiata sui versi di un'evocativa vocalist femminile): pochi, come preannunciato,  i richiami all'indie/rock veloce dall'aplomb garage che hanno fatto la fortuna della band, forse la sola “Mexican Hardcore”, che comunque risulta meno spigolosa rispetto a una “Down In The Past”, tanto per capirci.

Un disco destinato a dividere gli appassionati del gruppo , ma innegabilmente un buon lavoro, nonostante l'aggiustamento di “tiro” verso suoni piu’ lavorati e contaminati. “Never Seen the Light of Day“ piacera’ agli amanti della musica anni '60, gli altri potranno forse storcere il naso: difficile comuqnue stabilire si si tratta di un cambiamento definitivo o solo di un immaginario e temporaneo passaggio attraverso la route 61.

V Voti

Voto degli utenti: 5/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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Alessandro Pascale (ha votato 5 questo disco) alle 0:36 del 6 dicembre 2007 ha scritto:

mi è sembrato tutto sommato trascurabile. E vabbè che è ancora apprezzabile il fatto di aver cambiato un pò i suoni rispetto agli esordi ma quando non ce n'è non ce n'è. Partivo prevenuto? Si forse un poco, ma l'esperienza insegna. E cmq non è così orrendo come mi aspettavo