The Gories
I Know You Fine, But How You Doin
Volete visitare Detroit senza alzare il culo dalla vostra sedia? Volete sentire i gas di scarico che vi inondano le narici, e i fumi delle fabbriche che vi intasano i polmoni? Volete incendiarvi le budella con del buon whisky scaduto, e cercare rimasugli di cibo nei cassonetti? Volete fumarvi intere stecche di cicche di sigarette gettate a terra e calpestate? Volete quel sapore rancido che vi fa frizzare le papille gustative?
Beh, avete scelto l’album giusto…Per tutti gli altri ci sono i prati verdi e colmi di fiori delle scialbe indie rock band svedesi…
Eccovi serviti i Gories!
Band seminale del folto panorama garage rock, nascono nel 1986 dal ventre inquinato di Detroit, e capitanati dal frontman Mick Collins, vomitano una miscela incendiaria di garage rock intarsiato di venature blues e cicatrici soul.
Le 14 tracce che compongono l’album, il secondo della loro breve e fulminante carriera, sono il parto travagliato di un rock n’ roll selvaggio e primitivo.
L’album si apre con la traccia manifesto Hey hey, we’re the Gories, un assalto selvaggio da lupo mannaro che si avvinghia con denti sanguinanti sulla preda del rock spolpandolo fino all’osso. Make it move è uno stomp blues depravato e viscerale che si regge su di un semplice riff sporco e ripetuto ossessivamente, mentre Mick Collins dispensa litanie ubriache. Detroit break down è un rockabilly sguaiato, un Elvis Presley in acido imbottito di panini di spazzatura, mentre Stranded è un chiaro e dovuto tributo ai padrini Stooges.
Il boogie blues al vetriolo di Early in the morning suona come Chuck Berry sotto elettroshock, e Nitroglycerine è una cavalcata rock n’ roll da era della pietra. Chick inn puzza di whisky rancido, mentre la conclusiva View from here strizza l’occhio al punk di matrice settantasettina.
Un viaggio nelle strade più buie e degradate di Detroit, la scarnificazione del rock che il banditore Mick Collins ci propina per nutrire i nostri palati affamati di immondizia rock.
Se fossero nati 20 anni dopo, avrebbero ricevuto il giusto successo che meritano…Black Lips, White Stripes e compagnia bella dovrebbero erigere un monumento a questo gruppo….
Primitivi, selvaggi ed essenziali….
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