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R Recensione

6,5/10

An Early Bird

Of Ghosts & Marvels

An Early Bird è il nuovo progetto di Stefano De Stefano, già frontman del gruppo indie-folk partenopeo Pipers, il cui disco uscirà in Italia per la Riff Records e per l'etichetta francese Dead Bees: una scelta specifica che, in questo caso, va nella direzione dichiarata di aprire sé stesso e la propria musica a una platea non esclusivamente italiana, condivisibile sia sul piano artistico che su quello ideologico, in una situazione come quella contemporanea che - al di là dei rigurgiti sovranisti diffusi sul suolo europeo - invita chiaramente a confrontarsi con una realtà che vada oltre i confini nazionali. “Of Ghosts & Marvels” si può considerare in qualche maniera il seguito ideale di quella che è stata l'esperienza decennale di Stefano con i Pipers: chiaramente, tuttavia, l'imprinting del nuovo progetto è più tipicamente cantautorale e intimista, nel volere così svelare una parte di sé stesso che evidentemente richiedeva necessariamente una forma diversa da quella collettiva e, come tale, in questo caso, espressa con un sound folk essenziale e senza nessun inutile arricchimento di suoni, secondo uno stilema oggi diffuso nell'indie-folk americano.

Di conseguenza i riferimenti vanno ricercati in una tradizione pop-folk che forse appartiene più al decennio precedente e che riprende i momenti più classici della produzione di Sufjan Stevens (che si può considerare sicuramente un po' il punto di riferimento a tutti i livelli del mondo indie-folk contemporaneo) così come di autori come Ray LaMontagne oppure Damien Rice. In questo senso, per quanto mi riguarda, cadono quei continui accostamenti dei Pipers al mondo del brit-pop che, se pure si possa considerare ancora presente nell'immaginario di Stefano, qui non trovano riscontro nei contenuti sia lirici che musicali delle canzoni.

Il disco esprime per lo più la ricerca di una certa dimensione di quiete ideale: definirlo bucolico sarebbe fuori luogo, perché dimensioni geografiche come quella degli Appalachi sono lontane anni luce, ma le canzoni giocano effettivamente nella dicotomia tra la ricerca e l'analisi interiore e l'apertura al mondo esterno. Lo sguardo è sicuramente rivolto allo spazio aperto, alternando momenti più pop come “To The Trees”, At Sunset” e la ballad “Compromise” a un sostanziale minimalismo e toni a tratti drammatici come nel caso di Warning Signs”, “Till Dawn”, Let Me Go”. Anticipato proprio dai singoli “Warning Signs” e “At Sunset”, “Of Ghosts & Marvels” è disco sicuramente ben suonato e al di fuori dalla estetica contemporanea del genere. Proprio questo è il suo punto di forza: quel carattere, nei contenuti e nelle sonorità, magari non originale, ma comunque colmo di una comprovata e genuina autenticità.

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