R Recensione

7/10

De Nada

De Nada

Discorso complesso quello sulle autoproduzioni, in un’epoca dove i mezzi per registrare e produrre sono facili da procurare (ed utilizzare) ed economici. Dove per mezzo di internet si possono raggiungere vaste platee senza dover spendere denaro, ma solo impegnandosi e magari acquisendo un po’ di esperienza. Questo per quanto riguarda la quantità, per quanto riguarda la qualità il discorso si fa’ più dolente, non essedoci più i filtri tradizionali la qualità di gran parte delle produzioni non è molto elevata. Per la legge dei grandi numeri in questo vasto campo però si possono trovare anche molte buone cose.

Il disco dei De Nada si può mettere tra le produzioni di qualità, registrato in cd-r ma dotato di un packaging cartonato di alta qualità e con una ottima grafica, quindi curato dal punto di vista extra musicale.

Perché recensirlo e farlo emergere?

Perché la qualità della composizione e della registrazione è buona ed anche il genere musicale non è particolarmente presente nel panorama musicale italiano.

Le coordinate musicali sono cantautorato folk versante UK dell’ondata anni ’60, però cantato in italiano, ed è questa la sua peculiarità.

Canzoni intime e personali, una buona scrittura intrisa di una malinconia dolce e di solitudine serena.

La musica è essenziale con alcuni tentativi avant più o meno riusciti; il fraseggio circolare della chitarra è l’ossatura fondamentale del disco, la batteria e synth sono le altre due componenti che emergono. Synth e moog sono gli strumenti che fanno fare un passo in avanti rispetto al genere di riferimento e che rendono il lavoro sperimentale, anche se a volte il loro uso non è a fuoco.

Tra i pezzi migliori da segnalare “Venere in eclissi” un pezzo in crescendo dove dalle note di chitarra circolari si aggiunge un cantato delicato, e poi un po’ alla volta si inserisce anche la batteria e la canzone cresce d’intensità senza diventare troppo satura di suoni, ma fermandosi all’improvviso, con un finale che non ti aspetti, uno stop molto secco.

La dinamica dei pezzi però è molto ripetitiva, inizio soffuso di chitarra, cantato ed in seguito batteria e suoni.

I momenti migliori si trovano quando l’atmosfera è rarefatta, le note sono diradate e si possono percepire i soffi di poesia.

In definitiva un lavoro con personalità e abbastanza originale, per un genere, il folk, a volte considerato, a torto, incapace di proporre dischi interessanti e novità alla musica contemporanea.

Un “in bocca al lupo” ai De Nada, perché riescano a trovare una distribuzione.

V Voti

Voto degli utenti: 4,5/10 in media su 2 voti.
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rael 1/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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tarassaco (ha votato 8 questo disco) alle 18:02 del primo febbraio 2008 ha scritto:

il dente di leone non morde

Bella recensione Riccardo, ho ascoltato i pezzi nello space del gruppo dove sono presenti 5 dei 7 pezzi che costituiscono l'album.

Manca quella "Venere in eclissi" che tu citi, vorrà dire che aquisterò il disco se riesco a beccarli dal vivo .

E' vero che i brani iniziano in sordina con la chitarra in primo piano, poi batteria e il resto che si aggiungono, ma sono bravi a togliere e ad aggiungere senza essere mai pesanti, anzi io li ho trovati freschi.

Ah mi è piaciuto nella tua recensione il fatto di non aver citato gruppi di riferimento come facesti per il disco di Bob Corn, perchè a volte può essere fuorviante; per esempio io le influenze che citano i DE NADA nel loro space non le ho sentite..

madameG alle 14:06 del 9 febbraio 2008 ha scritto:

Ho notato questo disco perchè nella slide del sito affiancava l'ultimo dei baustelle.

Per curiosità ho letto la recensione, che mi ha spinta a cercare il loro myspace.

Beh, non posso dare un voto al disco perchè non ho potuto sentirlo tutto, essendo presenti solo alcuni brani.

Ma mi sono piaciuti parecchio e sono d'accordo con il recensore che meriterebbero una distribuzione.

Li tengo d'occhio!