R Recensione

8/10

Nina Nastasia & Jim White

You Follow Me

Mai titolo fu più azzeccato per riassumere il contenuto di un disco. Dalla prima all’ultima nota un continuo inseguimento tra le timide corde vocali di Nina Nastasia e i tamburi di Jim White. Come in uno spettacolo con due coprotagonisti le luci illuminano talvolta l’uno talvolta l’altro lasciando in penombra il compagno.

Nel mentre, ognuno dice la sua e lo fa con tutto il talento che madre natura gli ha dato, ed hanno entrambi ragione. E come dare torto ad una delle cantautrici più apprezzate degli ultimi tempi, prolificamente incantevole ed intensa nel mantenere la grazia e l’eleganza, e ad un uomo che definire solo come batterista dei Dirty Three è ingiusto, per come riesce a dare personalità ed importanza ad uno strumento che attraverso la sua musica solo ritmico non è.

Nonostante collaborino fin dal 2002 (Run to Ruin), i due soltanto ora trovano una simbiosi in You Follow me, canalizzando le proprie energie in dieci brani che hanno poco della collaborazione occasionale.

Senza dubbio la personalità dei due è ben presente in tutte le canzoni, e definirli un gruppo è forse troppo, ma il pregio migliore del disco è sicuramente quello di aver dato il coraggio ai due di andare al di là di quello che usualmente sono abituati a fare nei loro ruoli”ufficiali”.

È vero, sono comunque 10 canzoni di folk cupo e penetrante, che però qui trovano una qualche forma radicale di espressione che le rende decisamente affascinanti. Così la voce di Nina si fa più coraggiosa e grintosa (I Write Down List, The Day I Would Bury You) stimolata dai cambi di ritmo e dai controtempi di Jim, che a volte prende la sua strada (Our Discussion), ma senza mai perdersi del tutto, ritornando a far correre le bacchette al servizo delle melodie (Odd Said the Doe, Late Night).

You Follow Me è un lavoro davvero consistente, racchiude tanti spunti, molti di più di quanti ci si possa attendere da una chitarra acustica e da una batteria, e soprattutto possiede la capacità di far dialogare i due compositori in costante e caotico equilibrio, tra la schizofrenia e la quiete.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 4 voti.
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REBBY 8/10

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