V Video

R Recensione

8/10

Sun Kil Moon

Benji

I'll go to my grave with my melancholy

And my ghost will echo my sentiments for all eternity (da I watched the film the song remains the same)

Benji: Un viaggio nella memoria

Un album popolato di personaggi più veri del vero, come dice Kozelek stesso a Pitchfork: " for the most part this record is as real as a bad car accident"; un album che è un racconto di vita tra passato e presente, pieno di eventi dolorosi e dichiarazioni d'amore, per esorcizzare i propri fantasmi ed il proprio dolore, per cantarne e andare avanti, usando la Musica come strumento di redenzione.

When anything close to me at all in the world died

To my heart, forever, it would be tied  (da I watched the film the song remains the same)

Quando sembra che un ragazzo malinconico sia l'unico a ricordare, l'unico a cui importi di tenere viva la memoria di chi è passato oltre, l'unico a cui la morte si opponga, mentre gli altri sono bravi a dimenticare:

And when the girl who sat in front of me in remedial

Was killed in an accident one weekend and quickly forgotten about at school (da I watched the film the song remains the same)

Un racconto che assorbe con la facilità delle storie reali e in cui ci immedesimiamo senza rendercene conto, perché parlano di cose a noi sodali, con la facilità della quotidianità, ma mai prosaiche, come annunciato in Carissa, la traccia di apertura. Lo scopo è di ritrovare il senso profondo delle cose attraverso la poesia, attraverso questa musica, queste storie che avvolgono e presentano personaggi che possono essere amici, genitori e conoscenti che puoi, a buon diritto, dopo un anche un solo ascolto, dire di poter conoscere anche tu; salutarli così con rimpianto nel ricordo, sapendo che sono andati via e che mancano anche a te, nonostante tu non li abbia mai conosciuti.

Kozelek evoca il suo dolore e lo fa vivere dandogli una voce nostalgica che colpisce al cuore.

In Carissa c'è la storia di una strana tragedia familiare, il cui destino è ripetersi. E' la storia di una cugina che muore bruciata nel suo vialetto a causa di un incendio scaturito dalla pattumiera. Ed il dolore per la tragedia è anche sconcerto per qualcosa che sembra incomprensibile tanto è inaspettato:

And she vanished up in flames like that but there had to be more to her life's worth

E gli intermezzi di chitarra spezzano la tensione drammatica delle strofe ed agiscono quasi da calmanti, suonando melodie consolatorie che cullano verso il ritornello ed il climax finale della canzone.

Il disco non è solo dolore, ma anche affetto profondo e paura di perdere: I can't live without my mother love è un inno all'amore filiale e alla spettro della morte che ci aleggia davanti:

When the day comes for her to leave

I won't have the courage to sort through her things

With my sisters and all our memories

I cannot bear all the pain it will bring

Analogamente a Carissa, sua cugina,Truck driver narra la storia del nonno di lei, quindi zio di Kozelek, che per un amaro scherzo del destino muore della stessa morte strana e assurda che spetterà alla nipote anni dopo.

E c'è il tempo anche per una dichiarazione che suona profetica:  

We all gathered round, listened to her play and sing. And I fell into a trance and knew that one day I'd do the same thing.

Perché la Musica fa da collante e mezzo per riattraversare questi ricordi tristi e per ricordarci il talento precoce di quel ragazzo che farà di una chitarra e di una voce il suo strumento per scacciare la sofferenza:

And after the funeral out there in Nevarre, they all gathered round when I picked up a guitar. They fell into a trance as I sang and I played.

Menzione al genio giovanile che riecheggia nella traccia numero otto dell'album, I watched the film the song remains the same, ricordando l'uomo che nel '92, per primo, aveva scoperto i Red House Painters di Down Colorful Hill (1992).

Il disco è denso di riferimenti e citazioni, e la canzone Dogs non fa eccezione, rifacendosi proprio alla Dogs di Animals dei Pink Floyd , disco che Mark aveva donato ad una delle sue prime ragazze, Patricia. E la canzone è un excursus d'amori adolescenziali rivissuto con lo scopo di parlare della natura dell'attrazione sessuale e per dire:

 It's a complicated place, this planet we're on

Con un linguaggio crudo e colloquiale che riesce ad evocare in maniera stupefacente queste Patricia che non abbiamo mai visto, ma che avremmo voluto conoscere. E dalla tragedia personale si passa a quella collettiva: si parla del massacro alla Sandy Hook Elementary School di Newtown avvenuto il 14 Dicembre 2012, rispondendo di fatto all'appello di un fan che in una lettera gli aveva chiesto di parlarne, di dire qualcosa. E lui lo dice con il suo solito stile:

So when Christmas comes and you're out running around. Take a moment to pause and think of the kids who died in Newtown. [..]

Were so young, a cloud so dark over them.

Ricordare e non dimenticare. Con questa canzone fa il paio la traccia numero nove, Richard Ramirez Died Today of Natural Causes, che racconta la storia del serial killer Richard Ramirez appunto, il "Night Stalker" assunto agli onori della cronaca a metà anni ottanta e morto di morte naturale in prigione a San Quentin.

Ed il ritmo incalzante ed i cori accompagnano ad una sensazione di asfissia, ansia e disperazione, dove musica e parole sono un tutt'uno. Il mood, poi, cambia improvvisamente cedendo ad un'atmosfera più sognante e dolcemente amara, raccontando la storia di Jim Wise, pseudonimo di un amico del padre di Kozelek, il quale ha ucciso la moglie malata nel suo letto d'ospedale in un impeto di "misericordia" (mercy) e, dopo, ha tentato vanamente il suicidio. Ora è agli arresti domiciliari, mentre aspetta il momento inevitabile del processo. Un pezzo in cui non ci sono giudizi morali, ma solo una "presa visione" delle vicende tristi a cui si va incontro vivendo. Perché così va il mondo.

In leggerezza si scivola verso la traccia numero sette, I Love My Dad, che forse a qualcuno strapperà qualche sorriso, con arrangiamenti quasi spensierati, alla Yankee Hotel Foxtrot dei Wilco, come se Kozelek volesse ricordarci che non c'è solo tristezza in quest'album. E il riferimento a Nils Cline stesso, come a voler suggerire un omaggio volontario o non al grande chitarrista.

I Watched the Film the Song Remains the Same è un lungo racconto tra passato e presente che riassume i temi del disco, in un'atmosfera musicale nostalgica ed evocativa. I fantasmi del passato vengono richiamati attraverso la visione del film, di cui sono protagonisti i Led Zeppelin, creando così un cerchio temporale, per evidenziare il cambiamento di prospettive tra oggi ed allora, e per svelare come la malinconia abbia plasmato la personalità artistica di Kozelek in questi quarantasei anni.

Micheline, Brett e la nonna, tutti e tre scomparsi, non meno angosciosamente. Una scomparsa che ha del tragico, per il tragico destino che accomuna i primi i due. Un ricordo felice, velato di un tenero rimpianto, spiegato forse da:

and I saw the movie "Benji" in theaters

Benji il famoso cagnolino degli omonimi film, che dà il nome a questo disco e che sempre nella stessa intervista Kozelek descrive come una parentesi felice. Evocato quasi a dare un' aura più spensierata ad un'insieme di ricordi filtrati attraverso una sensibilità malinconica, a controbilanciare una dose di dolore difficile da mandar giù.

Il disco si chiude con Ben's my friend, parlando di Ben Gibbard tra ricordo e attualità, ancora una volta, di un concerto dei Postal Service in un periodo di relativa crisi, per esplicitare il tema sottinteso a tutto l'intero album:

I worry to death

I worry about her to death

I worry to death

Rimane da citare la collaborazione nei cori e negli arrangiamenti di  Owen Ashworth, Jen Wood, Will Oldham, e Steve Shelley dei Sonic Youth.

Un album dai temi  insoliti. Un album sorprendente per la capacità lirica e per il coinvolgimento emotivo che suscita.

Un album da ascoltare.

V Voti

Voto degli utenti: 7,7/10 in media su 25 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
creep 8/10
Cas 8/10
bonnell 6,5/10
zagor 8/10
loson 7,5/10
salvatore 6,5/10
JetBlack 5,5/10
hiperwlt 6,5/10
max997 7/10
REBBY 7,5/10
Lelling 8,5/10

C Commenti

Ci sono 9 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

nebraska82 (ha votato 7 questo disco) alle 19:47 del 18 marzo 2014 ha scritto:

Disco molto bello, come al solito, benché non sia facile l'approccio col Kozelek più "verboso" degli ultimi anni, quasi più letterato che musicista. "Clarissa" e "dogs" le migliori.

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 13:31 del 19 marzo 2014 ha scritto:

lo sto ascoltando da un pò e mi sembra il lavoro più convincente dai tempi del mitico Ghosts of the Great Highway. Kozelek sforna pezzi struggenti così, come niente, da Carissa a Micheline. straniante, come sempre, la sua poetica: provate a tradurre in italiano I Can't Live Without My Mother's Love: solo lui riesce a non far risultare patetico un testo così potenzialmente lezioso. una sorta di testamento, questo Benji, un album di famiglia che dimostra un grandissimo coraggio e che rinnova i fasti di un tempo.

benoitbrisefer (ha votato 8 questo disco) alle 16:07 del 6 aprile 2014 ha scritto:

Avevo abbandonato Kozelek poco dopo la fine della vicenda RHP e le poche frequentazioni occasionali dei SKM non mi avevano appassionato, mi sembrava che qualcosa della viscerale semplicità della prima esperienza si fosse perso,,, o forse ero semplicemente alla ricerca di altro. Qui invece trovo l'intensità musicale del primo Kozelek e lo stesso profluvio verbale, che in altre occasioni mi aveva disturbato, qui non solo passa innocuo ma addirittura talvolta sembra valore aggiunto per un'alchimia che non riesco a mettere bene a fuoco ma mi convince e mi avvince.

fabfabfab (ha votato 9 questo disco) alle 9:17 del 7 maggio 2014 ha scritto:

Oh Carissa, la prima volta che ti ho visto eri una bellissima bambina

E l’ultima volta che ti ho visto avevi 15 anni ed eri incinta e correvi selvaggia

Mi ricordo di essermi chiesto se ci fosse una luce alla fine del tuo tunnel,

ma poi ho lasciato l’Ohio e ho dimenticato in fretta praticamente tutto di te

Penso fossi tu a un funerale di famiglia anni fa

Ma eri una tra così tanti parenti che non sapevo quali fossi tu

Ieri mattina mi sono svegliato con un sacco di chiamate dal prefisso 330

Ho richiamato mia mamma, era in lacrime, mi ha chiesto se avevo sentito mio padre

Carissa è morta bruciata la scorsa notte in un assurdo incendio

Nel suo giardino di Brewster, sua figlia tornava a casa da una festa e l’ha trovata così,

Stesso modo di mio zio, che era suo nonno,

Una lattina di aerosol è esplosa nella spazzatura, maledizione, quante probabilità c’erano?

Si stava preparando per andare al suo turno di mezzanotte come infermiera specializzata da Wadsworth

Ed è svanita così, in mezzo alle fiamme — la sua vita doveva avere più valore

Tutti sono in lutto, fuori di testa, prendono accordi, prendono farmaci,

ma domani vado là in aereo perché ho bisogno di dare e avere degli abbracci

perché ho delle domande a cui vorrei mi venissero date delle risposte

magari non le avrò mai, ma Carissa, devo sapere, com’è successo?

Carissa aveva 35 anni — non allevi due bambini così, poi porti fuori la spazzatura e muori

Era la mia cugina di secondo grado, non la conoscevo per niente bene ma non significa che io non fossi

Destinato a trovare della poesia, a trovare qualche senso, a trovare un significato più profondo

in questa tragedia senza senso, oh Carissa, canterò il tuo nome al di là di ogni mare

Stavi facendo i lavori di casa per altri? O stavi solo ammazzando il tempo cercando qualcosa da fare da sola?

Sarai stata proprio tu a mettere per sbaglio quel materiale infiammabile nella spazzatura?

O saranno stati i tuoi figli, solo un gioco da ragazzi? E se è così, la colpa che porteranno per sempre

Ma vado là per dare uno sguardo ai paesaggi,

per dare uno sguardo a coloro cui sono legato col sangue e vedere come tutto questo può avermi formato,

Ma vado là, anche se non sono realmente necessario,

Questa cosa mi ha spezzato, com’è possibile che questa triste storia si ripete?

Tornerò in Ohio, nel posto in cui ho avuto la luce,

Vedrò dove giravo coi miei cugini, dove giocavo con loro nella neve, e pescavo nei loro laghetti

Vedrò come sono cresciuti, visiterò alcune tombe e dirò “hey, mi sei mancato”

Scoprirò il più possibile sulla mia cugina di secondo grado Carissa

Andrò in Ohio, dove sono nato,

Ho uno volo alle 10.45, parto domattina

Vedrò le mie zie, i miei zii, i miei genitori e le mie sorelle,

soprattutto porterò il mio rispetto alla mia piccola seconda cugina Carissa

Vado in Ohio, dove per ora sento di appartenere,

e chiederò di Carissa a chi la conosce di più, perché sono disperatamente attirato dalla sua vita e dalla sua morte

Carissa aveva 35 anni, allevava due bambini da quando aveva 15 anni, e di colpo è morta

vicino a una vecchia buca per il fuoco in mattoni, oh deve esserci qualcosa in più in questo

Era solo la mia cugina di secondo grado ma non significa che io non sia qui per lei o che io non fossi

destinato a donare poesia alla sua vita, per assicurarmi che il suo nome sia conosciuto al di là di ogni mare.

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 15:31 del 12 maggio 2014 ha scritto:

Splendido. Ma ogni testo, ogni canzone, cova la stessa grandezza. C'è una vena poetica altissima, nel suo modo di scrivere, così come una forte potenza narrativa.

Come nel finale di Truck Driver:

"And after the funeral out there in Nevarre, they all gathered round when I picked up a guitar. They fell into a trance as I sang and I played. And outside the frogs croaked and the mantises prayed"

O nella riflessione alla fine di Dogs:

"The nature of attraction cycles on and on. And nobody's right and nobody's wrong. Our early life shapes the types to whom we are drawn. It's a complicated place, this planet we're on".

Gli elementi biografici che Kozelek inserisce nei brani sono come delle "madeleines" capaci di innescare divagazioni e aprire feedback progressivi.

In I Watched the film 'The Song Reamains the Same', ad esempio, parte un ricordo bellissimo:

"Though I kept to myself and for the most part was pretty coy

I once got baited and had to clock some undeserving boy

Out on the elementary school playground

I threw a punch that caught him off-guard and knocked him down

And when I walked away the kids were cheering

And though I grinned deep inside, I was hurting

But not nearly as much as I hurt him

He stood up, his glasses broken and his face was red

And I was never a schoolyard bully

It was only one incident

And it has always eaten at me

I was never the young schoolyard bully

And wherever you are, that poor kid, I'm so sorry".

Una sorta di confessione, oltre che un testamento, ecco cos'è questo Benji.

Nel pezzo che ho appena citato Kozelek traccia un presagio: "I'll go to my grave with my melancholy/ And my ghost will echo my sentiments for all eternity", mentre nella maggior parte dei pezzi sembra che si voglia chiudere i conti con il proprio passato, trovare il bandolo della matassa, fare il punto della situazione.

Memorie private che diventano riflessioni collettive, come in Richard Ramirez Died Today:

"And everybody remember the paranoia

When he stocked us up in Southern California

And everybody will remember where they were

When they finally found the stalker

And I remember just where I was

When Richard Ramirez died of natural causes "

Un lavoro davvero davvero grande.

loson (ha votato 7,5 questo disco) alle 21:46 del 9 giugno 2014 ha scritto:

La sequenza che parte con "Dogs" e termina con "I Love My Dad" la skippo sempre, ma per il resto è una gioia continua (o un dolore continuo). "Carissa" e "I Watched The Film..." i pezzi più sconvolgenti, degni di figurare tra i massimi traguardi di tutta la carriera di Kozelek.

Franz Bungaro (ha votato 7,5 questo disco) alle 14:37 del 26 giugno 2014 ha scritto:

...intanto il live a Milano del 6 aprile scorso (con molti pezzi da quest'album) diventa un live album in uscita il 1 luglio, "Live at Biko": la cover è una foto sfuocata della locandina del concerto (tutti in italiano quindi)...

lo si può ascoltare in anteprima qui:

http://pitchfork.com/advance/478-live-at-biko/

Per l'album: Bello, intenso, suggestivo...anche se alla lunga si fatica a stare con gli occhi aperti, tanto ipnotizzanti sono i mono riff di chitarra acustica e la voce cupa di Kozelek...bisogna poi aspettare "Richard Ramirez..." per riaprire gli occhi, e tirare un sospiro...da prendere a piccole dosi, vietato l'ascolto in macchina, meglio d'inverno davanti al camino acceso e un vino rosso forte e austero a facilitare l'emozione...cmq tra le cose belle di quest'anno...

Utente non più registrato alle 21:48 del 22 aprile 2015 ha scritto:

Martedì 9 giugno 2015 Carroponte S.S.Giovanni (MI) ore 21:30

REBBY (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:02 del 29 aprile 2015 ha scritto:

L'ascolto in versione CD potrebbe potrebbe risultare sfiancante, c'è materiale per due vinili, più di un ora di cantautorato quasi sempre malinconico (ma nella versione in vinile Kozelek, non contento, ci aggiunge un'altra mezz'oretta di versioni live). Ma lui è talmente bravo da proggredire in crescendo, variando gli arrangiamenti e posizionando i pezzi migliori nel finale. Tra l'ottimo e l'eccellente.