R Recensione

9/10

A Toys Orchestra

Technicolor Dreams

A costo di risultare pedanti non ci si può esimere dal ribadire, per l’ennesima volta, ciò che già era stato detto a proposito dell’ottimo esordio dei Micecars e (con tutti i distinguo del caso) dell’altrettanto eccellente lp dei Montecristo: la marginalità della scena italiana, da sempre vista come una sorta di handicap, ultimamente sta svelando un inaspettato, positivo, effetto collaterale.

Gli A Toys Orchestra sono l’ennesimo gruppo indie italiano venuto su ascoltando i nuovi classici della musica alternativa, mandando a memoria dischi e ritornelli, allo stesso modo in cui, parecchi decenni fa, in Inghilterra si studiavano e ristudiavano i dischi di Chuck Berry e Buddy Holly.

Perché, se ci perdonate il paragone scomodo, pare davvero che, anche in questo caso i frutti di questa condizione un po’ passiva stiano cominciando ad arrivare: chiamati a rielaborare i modelli illustri d’oltreoceano in forme nuove, i nostri connazionali, non più intimiditi dalle asperità dell’idioma anglofono, cominciano a sfornare dischi che non temono la competizione con quelli dei loro “fratelli maggiori”.

Ed è con un pizzico di orgoglio sciovinista che ci si trova ad ascoltare questo terzo lavoro della A Toys Orchestra, gruppo campano attivo dal 1998, che, arrivato alla sua terza prova discografica trova, finalmente, la quadratura del cerchio pop: e, lasciatemelo dire, si tratta di quadratura superlativa e stupefacente.

Complice la produzione di Justin O’Halloran dei Devics, l’”orchestra di balocchi” procede gioiosamente e senza barriere su un sentiero lastricato di gioielli pop, che non prevede passi falsi né cadute di stile, e inanella meraviglia su meraviglia, rielaborando e rileggendo quanto di meglio è stato prodotto a livello indie negli ultimi dieci anni.

Mostro di ecumenismo pop, baciato da uno zenith di ispirazione accecante, Technicolor Dreams non nasconde le sue influenze, ci gioca e gli ridà nuovo smalto, le fonde tra loro e le rimodella: i Blonde Redhead più pensosi rivivono nell’incipit di Invisible e i Modest Mouse grattano irrequieti sul fondo di Cornice Dance, i Calexico spuntano tra le pieghe da canzone francese di Mrs Macabrette e marciano a braccetto coi Black Heart Procession lungo i sentieri dolenti di Santa Barbara, mentre la titletrack non può che richiamare nell’incipit le avventure sonore del signor E.

Materia fine e pregiata, ritessuta in nuove, strepitose maglie sonore da un gruppo all’apice della forma compositiva, che non disdegna la forma cantautoriale (Letter To Myself) ma sa trastullarsi con abilità con l’elettro pop (Ease Off The Bit), che si imbarca in ballate marinaresche alla Coral (Amnesy International) ma si concede amabilmente all’easy listening Morriconiano (Panic Attack #3). E che, all’occorrenza, sa pure commuoversi e adagiarsi sugli accordi semplici e la struttura spoglia, da cameretta, di Be 4 I Walk Away.

E se dopo gli Svedesi e i Canadesi fosse finalmente la volta del tanto bistrattato indie italiano? C’è una sola scusante per non amare un disco come questo: non averlo mai ascoltato.

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 25 voti.

C Commenti

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nur (ha votato 7 questo disco) alle 21:43 del 11 aprile 2007 ha scritto:

Toys

Ottima recensione, questo disco è proprio bello. son d'accordo..

AndyHood (ha votato 7 questo disco) alle 11:58 del 12 aprile 2007 ha scritto:

dal vivo...

..li ho visti ieri in concerto a Cosenza.

Mi sembrano ragazzi simpatici e molto dotati strumentalmente...ma forse non granchè originali a livello di sound puro. Diciamo che nella mistura hard rock-elettronica riescono cmq a tirar fuori soluzioni intelligenti, sopratutto a livello melodico.

Nota stonata le armonie vocali dawsoncreekiane della Ragazza (di cui ignoro onestamente le generalità, ma che si fa apprezzare in ogni caso per un certo polistrumentismo) che ogni tanto subentrano nella tessitura dei brani.

Nadine Otto (ha votato 8 questo disco) alle 15:26 del 21 aprile 2007 ha scritto:

Bellissimo disco che vale la pena essere maggiormente ascoltato ed apprezzato .

SteveRogers (ha votato 7 questo disco) alle 16:45 del 16 ottobre 2007 ha scritto:

Complimenti orchestra

Un bel disco: vale veramente la pensa ascoltarlo e riascoltarlo. Una sorpresa.

SteveRogers (ha votato 7 questo disco) alle 14:47 del 19 ottobre 2007 ha scritto:

Mannaggia

Più lo sento e più penso di aver sbagliato valutazione! Ora si merita almeno un 8! Cresce con gli ascolti...

target (ha votato 8 questo disco) alle 16:54 del 12 dicembre 2007 ha scritto:

In extremis

Mi è capitato tra le mani solo recentemente, ma lo piazzo in extremis tra le due/tre cose indie-rock italiane migliori dell'anno. Disco variegato: lo preferisco nei passaggi più elettronici o pianofortistici, mentre mi cade un po' dove franzferdinandeggia e dove gli interventi vocali di lei fanno diventare il clima troppo caramelloso. In ogni caso, ascolto gradevole assai.

Suicida (ha votato 8 questo disco) alle 15:58 del 17 dicembre 2007 ha scritto:

Ottima maturazione.

Mell Of A Hess (ha votato 8 questo disco) alle 15:32 del 27 settembre 2009 ha scritto:

Più variegato rispetto a Cuckoo Boohoo, non sfigurerebbe al di fuori dell'Italia!

Ricordo che quando li vidi/sentii (ormai due o tre anni fa) gli interventi da "candyland" della voce femminile riuscivano a non annoiare e a creare una bella atmosfera proprio da paese dei giocattoli, apprezzai anche io il continuo scambio di ruoli e strumenti. La parte centrale del disco sfoggia uno dopo l'altro brani tra cui mi è difficile sceglierne uno soltanto come preferito;a voler esser puntigliosi il finale perde un pochino di smalto, ma resta uno degli album italiani degli ultimi tre anni che più ho apprezzato ed ascoltato, mi pare ci sia qualcosa di nuovo in cantiere...attendo con curiosità!

Il voto non sarebbe un 8 pieno per le questioni del finale già dette, tenendo conto però anche della dimensione live direi che se lo meritano tutto.

P.s. Se posso permettermi un appunto la tracklist non è di questo disco