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R Recensione

7/10

Aucan

Aucan

In periodi come quello che stiamo attraversando, così pigri ed avari di emozioni, anche un piccolo sussulto è sufficiente a scatenare euforie sopite. Se la scena indipendente italiana accusa i prodromi della paralisi, ecco che da più parti ci si prodiga per trovare la “next big thing”, o per scorgere in qualche accenno di vita il segnale della rinascita completa.

Le tracce di questa ritrovata vitalità conducono alla città di Brescia. Don Turbolento, Edwood, Le man avec les lunettes, Black Eyed Susan e, più recentemente, la rivelazione The Record’s (già segnalati su queste pagine). Entrano a far parte di questa “nuova scena bresciana” anche questi Aucan, giovane trio all’esordio sulla lunga distanza.

Aucan” è frutto di due anni di lavoro ininterrotto che hanno permesso ai tre musicisti di affinare una tecnica ed un affiatamento notevoli. Dal punto di vista stilistico si muovono su coordinate math rock, creando composizioni quadrate e strutture ritmiche reiterate. Spesso esprimono quella cervellotica potenza tipica dei Don Caballero (“Iena”, Imho”), altre volte si lanciano in asimmetriche cavalcate post-hardcore (“Ac ha b”) o lasciano ampi spazi ai respiri elettronici dei synth (“Fauna”, “Urano”).

Niente che non sia già stato detto e fatto. Però gli Aucan lo fanno dannatamente bene. E quando riescono ad incastrare alla perfezione le ritmiche debordanti chitarra-batteria con le melodie elettroniche dei synth (“Tesla”) si rimane a bocca aperta. Se vi è capitato l’anno scorso ascoltando l’esordio dei Battles, fate un salto a Brescia appena potete.

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Voto degli utenti: 6,6/10 in media su 6 voti.
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IcnarF 7/10
rubiset 7,5/10

C Commenti

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IcnarF (ha votato 7 questo disco) alle 13:02 del 5 dicembre 2008 ha scritto:

Buoni, dai.

Sebbene non sia il mio genere, è un buon disco che, forse, alla lunga stanca. Comunque per me la vera zona "calda" d'Italia del 2008 non è stata Brescia, bensì Jesi (Butcher Mind Collapse e Lleroy). Questo 2008 è stato estremamente positivo per quanto riguarda la qualità delle produzioni italiane (oltre ai succitati Butcher Mind Collapse e Lleroy e ai qui recensiti Aucan, mi vengono in mente Dead Elephant, Samuel Katarro, lo split tra il Teatro degli Orrori e Zu, Ufomammut, et etc)... Chi è d'accordo?

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 21:25 del 8 dicembre 2008 ha scritto:

RE: Buoni, dai.

Lo split fra Teatro degli Orrori e Zu è veramente bellissimo, concordo. Peccato che siano solo due brani. Bravi anche gli Aucan, forse solo un po' troppo matematici per me.

Marco_Biasio (ha votato 6 questo disco) alle 22:23 del 21 febbraio 2011 ha scritto:

RE: RE: Buoni, dai.

Ma perchè quella volta ho dato solo 6,5? Questo disco è micidiale!

target alle 19:24 del 8 dicembre 2008 ha scritto:

Diciamo che c'è qualcosa, qualcosa di bello e cattivo assieme, che si sta sbozzolando (vedi anche Le Luci della Centrale). Aspettiamo fiduciosi.

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 18:50 del 14 gennaio 2010 ha scritto:

"iena" è davvero perfetta: ritmo ai limiti dell'ossessivo, in un continuo di sterzate "chitarristiche"; cervellotica e geometrica, ibrido chiassoso di post e math rock.

poi, l'intero album è assolutamente degno di nota: spiccano, tra le altre, "reset part.2" e "ac ha b". 7.5

TexasGin_82 (ha votato 5 questo disco) alle 12:33 del 26 aprile 2011 ha scritto:

niente di che

Suicida (ha votato 7 questo disco) alle 17:09 del 19 giugno 2012 ha scritto:

Sicuramente sono bravi per essere italiani, ma fare questa musica ormai per me non ha più senso. E' già stato detto tutto..