Giuliano Dottori
Lucida
La prima cosa che viene in mente ascoltando il disco d'esordio di Giuliano Dottori, è che "questo giovane promette bene."
Canzoni precise e ben confezionate, voce pulita e particolare e stile che, pur abbracciando svariate influenze, rimane originale e ben definito.
Ascoltando le tracce scorrono davanti agli occhi scene di paesaggi metropolitani in slow motion, immagini sfocate e grigie di una Milano che " sembra un brivido, che mi sfiora e mi consola, un abbraccio tenero di mille nodi che si stringono " (da "Milano e Io").
Le melodie le si scoprono dopo qualche ascolto azzeccate e trascinanti, e a tratti ricordano ritornelli e cantato à la Manuel Agnelli, ma con più grazia e dolcezza: atmosfere molto rock ma rilassate e dilatate, quasi una disperazione che non ha più la forza della rabbia.
I testi, a volte un pò troppo monocordi, sul tema dell'amore tormentato e poi superato, sono però efficaci e si sposano comunque bene con le note arricchite da arrangiamenti d'archi ben costruiti, tesi ad ammorbidire i toni.
Un piccolo lavoro di cantautorato moderno di qualità, con alle spalle le memorie di De Gregori e Benvegnù, ma con la spinta della migliore tradizione pop rock americana e inglese, ad aggiungersi alla sempre più fiorente scena cantautoriale italiana degli ultimi tempi.
Da ascoltare.
Tweet