Perturbazione
Pianissimo Fortissimo
Torna la Perturbazione da Rivoli e non risparmia niente e nessuno.
Come si prevedeva, Tommy & Co. hanno sfornato un disco che ti stende a terra e ti lascia macchie ostinate di romanticismo sui vestiti, sugli occhi e sulle labbra.
E non vanno mica via facilmente, eh?
Già il quattordici Febbraio ci avevano dato un assaggio di quello che sarebbe stato questo "Pianissimo Fortissimo", mettendo a disposizione gratuitamente sul loro sito la traccia che apre l'album, "Un anno in più".
Per giorni ci siamo chiesti come sia possibile scrivere pezzi così belli e delicati, ascoltando a ripetizione una canzone che è una crema alla vaniglia di timidezza, un bon bon di preghiere al santo degli innamorati per un'iniezione di coraggio e volontà.
Un pezzo così ben fatto che anche inconsciamente si affaccia alla mente il ricordo –per noi ormai quasi ancestrale- della perfezione pop beatlesiana.
Con una premessa del genere, i Perturbazione non avrebbero potuto che essere gli eroi dei nostri I-pod almeno da qui alla fine della Primavera.
L'uscita del disco in questo periodo non poteva essere più azzeccata.
Ascoltare una mattina di primavera "Battiti Per Minuto" e vedere che fuori alla finestra c'è il sole, è la cura infallibile per qualsiasi male giornaliero.
Infatti, nonostante la copertina sia inondata da campi di grigio, quest'ultimo disco firmato Perturbazione non è affatto caratterizzato da toni cupi.
Anche se le tracce sono legate da un comune velo di triste malinconia, questa non arriva mai a soffocare l'atmosfera generale di delicata semplicità e allegria-nonostante-tutto.
Il titolo così fortemente antitetico suggerisce una chiave di lettura per così dire "sentimentale" dei pezzi, laddove si incontrano spesso umori diametralmente opposti che danno dinamicità allo scorrere delle canzoni e che comunque non compromettono l'unità e la compattezza del disco, che ha avuto una lunga e sudata gestazione (e si vede), anche per quanto riguarda la scelta dei pezzi da includere nell'album, e quelli da scartare.
L'unica probabile stonatura, si incontra in pezzi molto validi come "Casa mia" o "Giugno dov'eri", in cui l'arrangiamento classicissimo, con tanto di banda di paese, tira un po' troppo l'elastico del gioco dell’antitesi, rischiando di lasciare l'ascoltatore scottato da passaggi che ricordano vividamente le peggiori canzoni sanremesi della storia.
A parte queste piccole cadute di stile, il disco è farcito di canzoni piacevoli e ben scritte, che anche grazie alla perfetta complementarietà della voce tenue di Tommaso con le armonie impreziosite dagli archi, si stampano in testa per non uscirne più.
Questo e null'altro da aggiungere, se non che i Perturbazione hanno fatto centro ancora una volta.
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