R Recensione

5/10

The Breeders

Mountain Battles

Le Breeders sono uno dei motivi per cui anche l’uomo più conservatore e retrivo sarebbe in grado di sostenere il partito ultra-femminista. Il gruppo deve la sua origine al divorzio artistico avvenuto tra Kim Deal e Black Francis che aveva posto fine a quella splendida avventura che prendeva il nome di Pixies. La Deal non aveva impiegato molto a metter su un supergruppo che comprendeva Tanya Donelly (chitarrista dei Throwing Muses, presto sostituita però dalla sorella di Kim: Kelley Deal), Josephine Wiggs (bassista dei Perfect Disaster) e Shannon Doughton (batterista degli Slint), dando alle stampe un lavoro imponente del calibro di Pod (1990) e un piccolo capolavoro come Last splash (1993), una delle vette del pop-rock dei 90s, gioiellino della scena alternative capace di influenzare la futura scena indie e modello di riferimento per il movimento delle riot girls e per la scena post-grunge ormai alle porte.

Poi Kim Deal si è un pò persa: l’esperienza con le Amps non riuscitissima e dopo molti anni (2002) il terzo disco Title tk, tentativo di uscire dalla pop-song giovanile per approdare a un songwriting più maturo. Tentativo che non raggiunge gli esiti felici delle prove precedenti ma che si assesta su livelli onorevoli di sufficenza. A distanza di sei anni e dopo la brevissima reunion con i Pixies Kim Deal ci riprova e sembra voler approfondire quella vena cantautoriale indicata in Title tk. Questo porta Mountain battles ad avanzare col freno a mano tirato, attento a sussurrare storie in un orecchio piuttosto che a piazzare salti diabolici in stile Cannonball. Non mancano certo episodi vivaci come la suggestiva Overglazed o la rimbombante Bang on, che si presentano come portatrici di belle speranze.

Speranze di una ritrovata freschezza che però si infrangono contro canzoni scarne e malinconiche dal sapore cupo come Spark o nenie lisergiche e attenuate come Istanbul. E prima di battere la testa contro il noiosissimo vezzo country-folk Here no more si rimane spiacevolmente sorpresi dalla spagnoleggiante Regalame esta noche, degna forse di una telenovela lusitana di serie B, non certo di un disco delle Breeders...

Anche il brano omonimo Mountain battles che chiude l’album non riesce a colpire nel segno, nonostante il tono slow-core spettrale e onirico e un’intonazione teatrale stile Nico. È un peccato che Kim Deal si sia ostinata in questa maniera in una serie di composizioni minimali noiose e pretenziose. Sarebbe bastato aggiungere sprazzi di low-fi e leggeri cambi di ritmo come nella tenue ballata We’re gonna rise per migliorare di gran lunga la situazione. Invece di fatto Night of joy è l’unico “lento” davvero riuscito con le sue immagini vellutate odoranti di dream-pop in bilico tra Mazzy Star e Beach House.

La situazione migliora notevolmente quando i propositi intimistici vengono messi da parte per far spazio a una base ritmica che non pare aver perso colpi: il groove intrigante di German studies, gli arrangiamenti pop più vari di Walk it off con il basso metallico a intrecciarsi con le chitarre, l’accattivante riff finalmente rock di una No way dal buon piglio, il pregevole e spigliato alt-pop di It’s the love. Tutte buone composizioni che aiutano Mountain battles a riprendere quota ridestandolo dalla catarsi indotta da un eccessivo languore che è evidentemente lontano dal magico equilibrio che si trovava nella cover di Happiness is a warm gun.

Tutto ciò però non basta per salvare una Kim Deal sulla quale è lecito porsi a meditare: forse non è ancora pronta per cavarsela da sola; forse non è in grado di esprimere la vacuità che la circonda; forse semplicemente non è nelle sue corde diventare una cantautrice. E sinceramente arrivati quasi al mezzo secolo di età è difficile pensare che il problema sia una mancanza di maturazione personale. Forse allora Kim Deal dovrebbe limitarsi a fare quello che ha sempre fatto fino ad ora: scrivere splendide canzoni pop-rock. In attesa di quel fausto giorno recuperate dallo scaffale Last splash.

V Voti

Voto degli utenti: 5/10 in media su 2 voti.
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