R Recensione

5/10

Arctic Monkeys

Humbug

«You’ve got to make your descent slowly», predica in apertura con accento dello Yorkshire Alex Turner. Scendere lenti nel terzo disco degli Arctic Monkeys, in effetti, è l’unica possibilità che ci è data, dal momento che non c’è un’altra “Brianstorm” ad aprire le danze, come avveniva nel secondo e muscoloso “Favourite Worst Nightmare”, ma la lenta trance di “My Propeller”, con la leggera distonia del refrain a sbiadire i sensi e il riff di chitarra a intontirli. Rilassamento drogato, replay, svenevolezza, ombrosità, chiaroscuro: ecco “Humbug”, ossia gli Arctic Monkeys che diluiscono nell’acido l’indie-rock spavaldo e sgualdrino che hanno contribuito a lanciare.

Da “Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not” non è passato granché (3 anni: un soffio), ma molte cose alla band di Sheffield sono accadute, dal cambio di line-up al progetto parallelo dei The Last Shadow Puppets, attraverso una miriade di Awards in patria e la formazione di una tipica dinamica di odio/amore critico-commerciale che tocca, in musica, a chi raggiunge, venendo dal basso, un’istantanea visibilità. I riff buoni, certo, li hanno avuti in saccoccia fin da subito, e la giovinezza sfacciata faceva il resto: ma si trattava solo di furbizia? Pura costruzione da rivista britannica o c’era anche la stoffa? Band da singoli divertenti o qualcosa di più?

Humbug” non può dare nessuna risposta, perché è un disco di deviazione, che si mette da solo tra parentesi, spostando le coordinate, ma senza i bicipiti, quasi con abulia. La produzione di Josh Homme (Queens of the Stone Age) e la registrazione nei deserti californiani, invece di esporre i suoni alle bruciature e alla vastità degli spazi, li intridono in una penombra stretta e sfiancata: lo stile e la tecnica delle scimmie non cambiano granché rispetto al passato, ma il rallentamento dei ritmi e la maggiore ipnoticità delle geometrie chitarristiche, rese più tremule da qualche suggestione psichedelica, rendono il passo delle canzoni più sfatto e drogato (d’altronde pare che l’Lsd abbia avuto una certa parte nella vita recente di Turner, e alcuni testi, “My Propeller” e “Potion Approaching” su tutti, sembrano confermarlo).

La maggior parte dei brani inflaccidisce l’energia degli Arctic Monkeys più incisivi, ma senza creare, per lo più, momenti degni di nota (così così “Fire And The Thud” e la beatlesiana Secret Door”), e lasciando agli episodi più sottoritmo (“Dance Little Liar”, “Cornerstone”, quest’ultima prodotta da James Ford, già all’opera nel disco precedente e in “The Age of the Understatement”), una pur prevedibile godibilità. A ritmi bassi funziona davvero solo “The Jeweller’s Hands”, lunga dark-ballad introspettiva sbiadita dall’organo, a chiudere il disco con classe e a ribadire come le scimmie preferiscano piazzare il meglio in fondo ai propri lavori (già “505”).

Dove la batteria torna a picchiare e i riff si fanno taglienti, d’altronde, ne escono i pezzi più pasticciati dell’album (“Potion Approaching”, “Dangerous Animals”), mentre piace “Crying Lightning”, singolo non ficcante, ma certo catalogabile tra quelle canzoni che gli angloamericani definiscono sinteticamente growers (che cresce con gli ascolti, diremmo noi), partenza à la Muse prima maniera, con basso distorto e riff noir, e svolta catchy post-secondo-minuto – trucchetto variantistico che in “Humbug” diventa quasi schema. “Pretty Visitors”, psych-punk orrorifico con refrain cantato in stile zombie, organo allucinato e rullate frenetiche (Matt Helders è batterista di qualità), prosegue là dove gli Horrors si erano fermati, e piace pure di più.

C’è, dunque, materiale per parlare di una maturazione, ma non per parlare di un disco riuscito. Idea, clima, atmosfera e stile erano ai blocchi di partenza. Al traguardo, però, sono arrivate solo una manciata di canzoni. L'impressione, tuttavia, è che lo scartamento di "Humbug" possa favorire un salto di qualità nel futuro prossimo, sciolto sia dalla volontà di sembrare 'good on the dancefloor' sia da quella di essere 'cool in the desert'. 5,5.

Sito ufficiale: www.arcticmonkeys.com/

Myspace: www.myspace.com/arcticmonkeys

VIDEO

"Crying Lightning": www.youtube.com/watch

V Voti

Voto degli utenti: 6,6/10 in media su 40 voti.

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hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 18:22 del 17 agosto 2009 ha scritto:

rispetto a favourite worst nightmare un bel passo avanti. sì, il disco si è fatto più lento, gli arrangimenti sono più elaborati e infarciscono bene l'album: synth pop in"my propeller" e "pretty visitors" , pop beatlesiano in "secret door",uso massiccio di basso e groove psichedelico in "dance little liar" (secondo me, tra gli episodi più riusciti)e riesumazioni brit pop in "cornestone"."crying lightning" singolone riuscitissimo:si apre con una sterzata potentissima di basso per poi introdurre subito un fills simil-folk. e nei 3/4 canzone fa la sua apparizione un breve assolo che squarcia completamente la canzone.sono già pronto a scatenarmi "at the dancefloor" questo autunno!

decisamente scadenti "dangerous animals" e "potion approaching": un momento melanconicamente adolescenziale li ha portati in auge?

un album non eccelso, ma che dimostra che si può sfornare un buon album, certo sopra la media, con una leggerezza immensa.

complimenti al recensore per la notevole recensione, che, però, non mi trova completamente daccordo su "dance little liar" e sul voto!

Uallarotto (ha votato 4 questo disco) alle 9:29 del 18 agosto 2009 ha scritto:

Brutto! E Homme perde colpi a vista d'occhio. Di loro meglio non parlare.

IcnarF (ha votato 2 questo disco) alle 14:33 del 21 agosto 2009 ha scritto:

Che 5 e 5.

carew (ha votato 8 questo disco) alle 16:27 del 4 settembre 2009 ha scritto:

Molto bella la recensione, non sono d accordo però sul voto finale. E un disco davvero ben fatto in cui spiccano pezzi realmente notevoli (crying lightning, my propeller, potion approaching, cornerstone).

Secondo me è stato portato a termine quello che era iniziato a piccole dosi in Favourite..

Alex Turner si conferma come uno dei migliori talenti di questa decade

drammaturgo (ha votato 8 questo disco) alle 18:18 del 8 settembre 2009 ha scritto:

progressione interessante...

disco molto elaborato e ricercato...Josh Homme ha influito alla grande e positivamente sulle nostre scimmie artiche "my propeller" è da brividi emotivi..."pretty visitors" è da brividi horror e grandiosamente tetra... in "crying lightning" sembra di stare a passo di una marcia militare, è favolosa... "potion approaching" e "dangerous animals" ci riporta da "brianstorm" e "balaclava" in modo convincente..."secret door" è la giusta miscela tra Arctic Monkeys e Beatles, senza scopiazzature insomma solo "Cornerstone" a dir la verità non mi convince appieno ma questo rappresenta la graduale propensione dei ragazzi verso un futuro musicale ancor più definito e psichedelico di ora...quindi W gli Arctic Monkeys

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 9:04 del 15 settembre 2009 ha scritto:

"c'è...materiale per parlare di una maturazione, ma non

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 9:15 del 15 settembre 2009 ha scritto:

"c'è materiale...per parlare di una maturazione, ma non per parlare di un disco riuscito"

Ecco, aggiungendo un "del tutto" verso la fine, in

sintesi è il mio pensiero. Una band in evoluzione

che non si è "appiattita" sulle sonorità degli

esordi, che pure avevano dato loro molto seguito

tra i giovani appassionati di rock (devo ammettere

che, forse perchè non più giovane, che io non ho

subito il fascino del loro primo disco) e che non

cavalca, mi sembra, "mode più facili", come ad esempio il ricorso a ritmiche disco-funky. Rubo una battuta al ns. Don: forse la produzione americana ha fatto loro del bene. E' un disco non

così immediato, come mi sarei aspettato, che a mio

giudizio merita la sufficienza piena, anche se già

immagino che, esaurita la fase della "scoperta",

non farà parte della mia "colonna sonora quotidiana".

loson (ha votato 8 questo disco) alle 15:35 del 21 ottobre 2009 ha scritto:

Allucinato, ipnotico, sfiancante... Lo ascolto con una certa continuità da quasi due mesi e ormai credo di poterlo dire: capolavoro. Come parassiti britannici sulla cocuzza di Homme,le quattro scimmie virano decise verso un suono potentissimo, a metà strada fra il deserto californiano e la pioggia londinese. Certo la mano del produttore si sente (e Homme, qui come con i QOTSA, si dimostra uno dei pochi ad aver davvero qualcosa di "nuovo" da dire sull'hard-rock), ma si trova a meraviglia con una scrittura portentosa, vibrante. Rimango esterrefatto ogni volta che di questo disco viene rimarcata la mancanza di "canzoni" (e non mi riferisco solo a te, Fra ;D), visto che per me ce ne sono a bizzeffe: "Dance Little Liar" quella che mi convince meno, le altre (specie la quartina iniziale, più "Fire And The Thud" e "Pretty Visitors") grandiose; anche "Cornerstone", forse la più inglese e pop del lotto (il fraseggio vocale è quello di Morrissey, non si scappa). Alla fine, "Humbug" è un incontro/scontro di mentalità, vedute, idee in fatto di scrittura e produzione: USA Vs. UK, insomma. Il risultato è un macigno "rifinito", grezzo eppur traboccante di finezze rococò: variazioni melodiche sottopelle, microscopici ma spiazzanti cambi di tempo fra un riff e l'altro (tipo in "Dangerous Animal"), timbri di chitarra sempre diversi e devastanti, la voce di Turner così "controllata" e maudit. 8, alla faccia del leit motiv che li vuole perennemente indecisi e inconcludenti.

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 0:02 del 22 ottobre 2009 ha scritto:

ribadisco il 7,5

sicuro del valore di questo disco, non ho quindi cambiato parere riguardo a quest'album. "my propeller" è una bomba a orologeria, che deflagra nel finale synth;"fire an the thud" è un bel connubio, in crescendo, tra fraseggi melodici lo-fi, coretti e voce dimessa; "dance little liar", stupenda ballata. "potion approaching" non riesco a farmela mandare giù ,mentre, col tempo sto appezzando "dangerous animal"

loson (ha votato 8 questo disco) alle 0:57 del 22 ottobre 2009 ha scritto:

RE: ribadisco il 7,5

Fra l'altro, il riff principale di "Potion Approaching" è tale quale quello di "Very Ape" dei Nirvana! Il che non guasta, almeno a mio modo di vedere, dato che funge da impalcatura per tribalismi voodoo vertiginosi... ;D

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 10:07 del 22 ottobre 2009 ha scritto:

vero:

grande loson

dario1983 (ha votato 7 questo disco) alle 11:49 del 2 novembre 2009 ha scritto:

a me è piaciuto parecchio. i primi album erano interessanti ed avevano la freschezza dalla loro parte. ma si faceva fatica ad ascoltarli per intero: canzoni molto simili sia nel cantato che nelle musiche; stessa formula compositiva nel comporre tuti i brani. quest'ultimo hamburg non è un capolavoro, ma si nota una certa evoluzione che non dispiace.

Mr. Wave (ha votato 7 questo disco) alle 22:06 del 2 novembre 2009 ha scritto:

Frizzante, arroventato e sfacciato. Un brillante ritorno delle ''Scimmie Artiche'', che assestano un buon colpo (merito anche ad un egregio lavoro di produzione da parte di Josh Homme), tra bassi caldissimi, drumming secco e riffs aciduli. Un'opera fresca e attuale, che s'incastra bene nel circuito (indie) rock odierno, mantenedo lo sguardo acuto e ''oldies-oriented'' a svariati ''suoni-storici'', dalla psichedelia Sixties, all'hard-rock, dal grunge allo stoner.

IlGrenio (ha votato 8 questo disco) alle 14:49 del 23 novembre 2009 ha scritto:

Credo che sia davvero un gran bel disco : non trovo francamente che inflaccidisca l'originale piglio degli Arctic, anzi ne rinnova la natura e gli da un futuro più roseo di quello che avrebbe avuto rimanendo sullo stesso tenore dei primi due dischi.Non tutti i pezzi sono riuscitissimi, ma una crying lightning non l'avevano mai fatta prima ne loro, ne tutte le altre next big thing che si sono succedute negli ultimi anni; trovo grande anche il senso della melodia di turner, che avevo trovato anche con gli shadow puppets, seppure in misura minore. Nel complesso davvero un disco ottimo

bargeld (ha votato 8 questo disco) alle 0:21 del primo dicembre 2009 ha scritto:

sono con los, una sorpresa per il sottoscritto. Fire and the Thud e Pretty Visitors sono ai vertici della loro produzione di sempre. grande passo avanti!

Utente non più registrato alle 0:46 del 5 dicembre 2009 ha scritto:

sklero post-cogito

Album scèmo. i brani potevano anche non staccarli, sarebbe venuta una suite per ascensore perfetta. Cestinato senza pietà e senza remore.

E' remore il nome mio, folletto sono io

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 14:10 del 8 dicembre 2009 ha scritto:

Che sorpresa! A mio avviso un ottimo disco, pochissime sbavature e una carica incredibile. Non assomigliano per niente ai soliti Arctic Monkeys...

E la mano pesante di Homme si fa sentire che è un piacere!

lev (ha votato 7 questo disco) alle 23:27 del 21 dicembre 2009 ha scritto:

qualche vistoso calo, ma anche pezzi molto trascinanti. probabilmente però manca il colpo del ko. comunque un buon disco.

Alfredo Cota (ha votato 7 questo disco) alle 21:23 del 23 novembre 2011 ha scritto:

7,5 con tanto affetto adolescenziale: a 16 anni ero innamorato degli Arctic Monkeys, e cantare loro pezzi mi piaceva da matti. Parlo già come un vecchio, sigh.

teocapo alle 10:50 del 29 settembre 2013 ha scritto:

capolavoro. il miglior album delle scimmie, stop.

Rorschach (ha votato 8,5 questo disco) alle 17:35 del 29 settembre 2013 ha scritto:

Anche secondo me il loro miglior lavoro.

Pezzi come Fire And Thud, Crying Lightning e Dance Little Liar sono ancora fisse nella mia playlist dopo anni...

Degni di nota, tra gli altri, My propeller (intro perfetta, che col suo crescendo ti addentra fin da subito nelle atmosfere "desertiche" dell'album), Pretty Visitors, Cornerstone (la loro ballad migliore, davvero splendida) e la fantastica chiusura di Jeweller's Hand.

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Quando uscì i pareri erano parecchio contrastanti e le recensioni tutto fuorchè entusistiche, ...ora però sembra sia stato rivalutato da molti in positivo, e ciò non può che farmi piacere, dato che è stato, anzi, è ancora, uno degli album che ri-ascolto più volentieri

alekk (ha votato 6 questo disco) alle 13:32 del 5 dicembre 2013 ha scritto:

siamo sull'onesto lavoro...

Lepo (ha votato 8 questo disco) alle 15:41 del 16 ottobre 2014 ha scritto:

Il turning point delle scimmie. Forse il loro album qualitativamente più uniforme. Cornerstore nella loro top 3