R Recensione

7/10

Bright Eyes

Bright Eyes - Four Winds

Bright Eyes, per quei pochi che non lo sanno, è la sigla dietro cui si cela Conor Oberst, cantautore americano tra i più importanti dell’ultimo decennio, capace di districarsi decisamente molto bene in quello sterminato campo che racchiude indie rock, pop e folk. Confermando una proficua attività discografica (quasi un disco all’anno dall’esordio nel ’98 ad oggi) ha già pronto per il mercato un nuovo disco chiamato Cassadaga. Qui però ci si occupa di Four Winds, ep apripista del disco stesso.

E se questo voleva essere un aperitivo per stuzzicare il palato l’intento è più che riuscito, data l’elevata qualità dei sei pezzi che compongono il mini-album.

Il brano omonimo Four winds ha il sapore del profondo nord, quello che evoca nebbia, cornamuse, vento e inverno, con un’atmosfera che rievoca dei Dirty Three rivisitati in chiave pop.

Reinvent The Wheel sfrutta un’ottima armonica, la stessa che compare anche in Tourist Trap, ballata folk pop nello stile del Neil Young dei tempi d’oro.

Conor Oberst mostra piena maturità compositiva passando da Cartoon Blues, pop-country immerso nella tradizione americana e rivestito da un sontuoso arrangiamento sonoro, a Smoke Without Fire, canzone d’autore tra Elliott Smith e Nick Drake che rischia subito di diventare un classico con la sua aria fluttuante e solitaria, intrisa di tragicità emotiva.

Arrivano poi, a chiudere, le chitarre di Stray Dog Freedom e ti viene subito in mente il miglior repertorio dei Wilco.

Se queste sono le premesse, l’attesa per Cassadaga rischia di diventare spasmodica.

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
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rael 8/10

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