Duse
Come pietra
Limpudica diva dannunziana sembra offrire il proprio nome a questa band romana, un nome che si trascina dietro sfrontatezza, avanguardia, parossismo e culto del piacere. I Duse, ovvero Paolo Mr. P Masala e Filippo Lucifero Rubertini, provengono dritti dalla scena post-punk dellUrbe anni 80: il primo chitarrista e programmatore, il secondo storica voce degli altrettanto mitologici Luxfero. Con lappannaggio di una qualche maturità raggiunta i due hanno deciso di tornare sulle scene con un progetto più autoriflessivo e accomodante rispetto alle origini, sicuramente altrettanto ostinato. E il titolo Come pietra ben si addice ad un disco bello e rude, come diamante grezzo.
Il disco è composto da nove pezzi, scritti quasi di getto; la voce è calda e baritonale, sempre in bilico tra David Bowie e Iggy Pop, il sound una commistione di elementi melodici attinti da new wave e grunge penso tanto ai Diaframma di Siberia quanto ai Litfiba di Spirito. Il mood intimista emerge nella title-track e in Sono un uomo dove Lucifero canta: «Mille viaggi fatti per amore / e amici morti per un solo errore / ma quanti cerchi ha la nostra vita / che silenziosa scorre tra le dita»; un certo ritorno alle radici è invece rinvenibile nelle pieghe punk de La talpa e Voglio imparare al contrario dellelettronica presente ne La libertà e delle frecciatine progressive di DB ovunque sei. Ma il nuovo è più completo stile dei Duse sta forse agli estremi del CD, nelle circonvoluzioni rockeggianti di In sogno («So che tutto finirà, / nellamore si nasconde la follia, / disarmante si inebria in me, / in noi») e ancor di più nella ballata meravigliosa Le cose dellamore («Giornate mai iniziate, / lamore che va via / ed io fuori una porta / che è chiusa ma da te»).
Linea di demarcazione di una nuova esistenza artistica, Come pietra è un disco sanguigno, carnale, appassionato ma sofferto, come un buon romanzo di Curzio Malaparte o Milan Kundera. E se è vero che «il corpo ha sempre fame», i Duse hanno dimostrato di possedere intatta lirrequietezza della gioventù, ancora non paghi dellavventura, della musica, dellarte, della vita.
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