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9/10

Franz Ferdinand

Franz Ferdinand

La parabola artistica dei Franz Ferdinand ha un che di incredibile: dapprima, una decina d'anni di dura gavetta dei singoli membri, fatta di concerti in rozzi pub scozzesi e saltuari lavori per mantenersi, poi, di colpo, un successo stratosferico, che li ha consacrati come eroi delle folle, ma ne ha pregiudicato inizialmente l’appoggio della critica, la quale, infine, dopo una decina d’anni circa, con un triplo salto carpiato ne ha in massima parte decretato la centralità nella musica pop del Terzo Millennio, proprio quando il consenso delle masse sembra per loro affievolirsi, a causa di una diffusa opposizione a una proposta non più vista come ‘viva’ e ‘moderna’ (giudizi, va da sè, per nulla condivisi dal recensore). 

Quest’ultima considerazione è, d'altro canto, sintomo di come, in particolare con il loro esordio, decisissima dichiarazione d’intenti uscita nel 2004, gli scozzesi si siano posti come l’emblema sonoro di un’epoca a cui sono rimasti indissolubilmente legati nell'immaginario comune, ossia quella della cosiddetta new new wave. La denominazione è purtroppo orribile, nonché piuttosto ridicola, e ha soprattutto la colpa di lasciare intendere come tutto il movimento che vide succedersi tra le sue fila i vari Strokes, Interpol, Bloc Party, Arctic Monkeys, Editors, Razorlight, ecc. non sarebbe stato, fondamentalmente, che una sorta di mero revival dei fasti della nuova onda esplosa a cavallo tra i ’70 e gli ’80. Lungi da questo scritto voler smontare tale assunto per ogni singola band elencata, si proverà quantomeno a dimostrarne la superficialità per quanto concerne l’analisi dell’album in questione, nelle cui varie disamine nel corso degli anni si è sempre fatto a gara a citare la maggior quantità possibile di rimandi ad altre opere del passato, cercando di sminuire in tal modo sia l’originalità che la personalità della proposta, entrambe in realtà debordanti. 

Infatti, se da un lato sono innegabili, nei Franz Ferdinand, i riferimenti a certo post punk, soprattutto nella velocità d’esecuzione e nell’austerità spartana degli arrangiamenti (ma già qui, nel delinearli, si affiancherebbero band molto differenti tra loro nel modo di concepire le stesse coordinate sonore, quali Talking Heads, XTC, Television, Gang Of Four, Jam, Echo And The Bunnymen), dall’altro risultano del tutto evidenti influenze sixties e seventies, soprattutto beat e glam rock, basti sentire il suono secco, stridulo e quasi sempre privo di particolari effetti da pedaliera che sfoggiano le chitarre e un afflato melodico più di una volta vicino al brit pop, nel 2004 da pochi anni conclusosi. Il tutto viene corredato da una carica primordiale danzereccia volta a surriscaldare i sensi (ecco, il già adoperato epiteto dance rock è decisamente più appropriato di new new wave per definire il genere) e da una produzione quasi lo-fi che ne accentua il carattere aggressivo. Insomma, una bella pletora di riferimenti tra i più disparati, altroché puro e semplice copia-incolla di proposte passate! Il punto è sempre lo stesso: da che mondo è mondo le innovazioni in musica non procedono tanto nel costruire dal nulla (processo, di fatto, impossibile, che può non apparire tale solo a causa di ignoranza), quanto nel riproporre qualcosa in contesti o vesti differenti da quelli originariamente pensati; ciò è proprio quel che si verifica in Franz Ferdinand, quando gli sperimentalismi sonici, un tempo smaccatamente intellettuali, di Fall, Wire, ecc. vengono inseriti in un ambito edonista, magari più simile a Duran Duran o Blondie, con una naturalezza talmente sorprendente, da far sembrare un’amalgama a cui nessuno aveva pensato prima in questi termini, come la cosa più banale del mondo. 

Non è, però, ‘soltanto’ la manipolazione e riformulazione estetico-intellettuale delle fonti a rendere questo disco un autentico classico del pop rock, iconico fin dalla sua copertina, ma è soprattutto la maniera in cui il tutto viene attuato: la forma canzone tipica dei Franz Ferdinand, pienamente definita già qui e mai più drasticamente rivoluzionata in seguito, se non negli arrangiamenti, segue alcune regole semplici, ma sempre dannatamente efficaci. Schematicamente, si possono individuare alcuni punti cardine:

- Riffone introduttivo, sia esso di chitarra o, più raramente, di synth, che fa il suo ingresso a più riprese nel pezzo;

- Strofa basilare, veloce, da consumarsi il più in fretta possibile;

- Pre chorus contagiosissimi, il più delle volte accumulatori di tensione più forti del ritornello stesso, spesso più una liberazione adrenalinica che non il vero fulcro della canzone;

- Vocalità a metà strada tra un caldo crooning, fornito dalla suadente voce di Alex Kapranos e grezzo stralo punk, ottenuto sia grazie alla versatilità del frontman che alle armonizzazioni di Nick McCarthy, sempre in bilico tra controcanto e singalong ‘da osteria’.

In questo album, tutti gli elementi sono talmente ben bilanciati e l’ispirazione è costantemente così alta da rendere difficile definire un univoco catalizzatore di interesse all’interno di ogni singolo brano. Per chiarire, cosa vi ricordate dopo aver ascoltato Matineè? Il tema di chitarra iniziale? Il logorroico ritornello? L’inciso melodico che lo precede? La verità è che tutti e tre potrebbero essere l’elemento portante di altrettante canzoni diverse e la stessa cosa si può dire per molti altri episodi: il continuo saliscendi dinamico che esplode nell' impetuoso vortice corale conclusivo di Darts Of Pleasure e l’alternanza tra i la la la e i riff dall’oscuro retrogusto noir di 40’ sono solo due esempi, ma se ne possono trovare praticamente ovunque. 

E’ importante notare però come non sempre la regola venga rispettata alla lettera: ne è un caso lampante il singolone Take Me Out, una delle canzoni rock più famose degli ultimi 15 anni, dotata tuttavia di una struttura quantomeno bizzarra: esordisce come veloce scheggia di post punk melodico, per poi riavvitarsi completamente in sé stessa al minuto 0:55, quando attacca la metronomica marcia disco punk che tutti ben conosciamo, praticamente immutabile nei suoi rimanenti 3 minuti di durata.

I testi, poi, che generalmente costituiscono il Tallone d’Achille della band, qui sono semplicemente perfetti, insostituibili corredi che non necessitano d’altro se non della loro stessa immediatezza, pillole pregne di senso (il più delle volte di sesso), solo e soltanto se funzione del loro accompagnamento musicale. E’ così che la devastante carica della traccia d’apertura Jacqueline, mirabile nel prendersi 42 secondi introduttivi di soli chitarra e voce, diviene il perfetto inno dello scazzo giovanile (It’s always better on holidays/So much better on holidays/That’s why we only work when we need the money); allo stesso modo l’attrazione omosessuale dichiarata in Michael sembra essere l’unica forma di sessualità possibile, nei furenti 3 minuti e venti che compongono la canzone (So sexy, I’m sexy/ So come and dance with me Michael/… Michael, you’re the only one I ever want); il giochino diviene poi sublime nella delicata Auf Achse, gioiello elettro rock in cui Kapranos si tramuta in una sorta di Jarvis Cocker inebetito dalla sua stessa libido insoddisfatta (You see her, you can’t touch her/ You hear her, you can’t hold her/ You want her, you can’t have her/ You want to, but she won’t let you).

Frenetico, diretto, abrasivo, inaspettatamente composito (solo dopo numerosi ascolti è possibile districarsi tra tutti i vari interplay in atto tra le chitarre dei due principali compositori del gruppo), ormonale, talmente sopra le righe da risultare quasi una farsa decadente di una festa selvaggia, il debutto dei quattro di Glasgow non è esattamente la tazza di thè ideale per chi rigetta la componente ludica nel rock; al contrario, ne è l’esaltazione estrema, che non rinuncia, tuttavia, a un rimasuglio di distacco dandystico, fieramente ostentato anche dopo aver scolato parecchie pinte di birra al pub. Ecco a voi l' indie rock degli anni Zero, servito in appena trentotto irresistibili minuti.

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Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 16 voti.
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fabfabfab 7,5/10
Lepo 10/10
gramsci 9,5/10
REBBY 8,5/10
loson 7,5/10
Cas 8/10
target 7,5/10
Sor90 9/10
luca.r 5/10
Dengler 6,5/10

C Commenti

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fabfabfab (ha votato 7,5 questo disco) alle 12:21 del primo settembre 2015 ha scritto:

Tra gli esordi importanti dei primi anni '00 (Interpol, Strokes, bloc Party) è quello che riascolto meno, però ricordo che alcuni pezzi erano davvero belli: Take Me Out e The Dark of the Matinée i migliori, secondo me.

Marco_Biasio alle 15:54 del 3 settembre 2015 ha scritto:

Di sicuro sono stati quelli più longevi, però, almeno sulla lunga distanza. Gli Interpol sono sempre stati abbastanza altalenanti. Gli Strokes non mi sono mai piaciuti. I Bloc Party hanno fatto un grande primo disco e poi si sono letteralmente liquefatti...

nebraska82 (ha votato 7,5 questo disco) alle 16:06 del 4 settembre 2015 ha scritto:

degli strokes forse, ma più longevi degli interpol, che hanno debuttato due anni prima dei FF e che proprio adesso sono in tour in italia dopo un ultimo disco abbastanza apprezzato, direi proprio di no.

Lepo, autore, (ha votato 10 questo disco) alle 20:15 del 4 settembre 2015 ha scritto:

Beh, però secondo me artisticamente di sicuro, visto che ogni uscita dei Franz finora l'ho trovata non meno che interessante, mentre gli Interpol, per carità fondamentali fino al 2004, non hanno più azzeccato un disco dopo Antics... Live poi li ho visti entrambi quest'anno e non c'è stato proprio confronto, gli Interpol sono proprio un po' moscetti

nebraska82 (ha votato 7,5 questo disco) alle 20:57 del 4 settembre 2015 ha scritto:

beh "artisticamente" è una cosa soggettiva: secondo me entrambe le band hanno fatto un grande debutto, ma oggettivamente quello degli Interpol è venuto due anni prima e ha dettato la linea per tutto il recupero ( sotto nuova veste) di certe sonorità new wave che ha caratterizzato la scorsa decade e questo è un punto a loro favore a mio avviso....sugli altri dischi boh, non penso che i FF abbiano prodotto chissà cosa dopo il debutto, come del resto gli Interpol ( anche se tra "Antics" e "YCHISMB" preferisco il primo....per quanto riguarda la longevità, gli Interpol sono ancora abbastanza popolari mentre i FF mi sembra siano un po' spariti dopo il terzo disco (quest'anno sono ritornati ma se ne è parlato più per il peso di un nome come gli Sparks nel progetto in comune). In ogni caso parliamo di due band un po' diverse ( più intellettuali e torturati gli Interpol, mentre i FF decisamente più danzerecci, d'altronde con un brano come "Take me out" è impossibile stare fermi, una bomba!)

Lepo, autore, (ha votato 10 questo disco) alle 21:23 del 4 settembre 2015 ha scritto:

Infatti, sono due band diverse, è vero che li Interpol sono arrivati prima a recuperare certi suoni in altre vesti, ma i Franz li hanno ulteriormente spostati in tutt'altre coordinate, che ad esempio in Inghilterra hanno attecchito molto di più che quelle dei newyorkesi. Io come debutto preferisco questo, ma nulla da dire a Turn On..., però sui successivi la differenza di coraggio quantomeno secondo me c'è stata eccome: gli Interpol non si sono davvero mai schiodati dalla loro formula (anche perchè, vedendoli dal vivo, secondo me non ne hanno le capacità tecniche), i Franz con Tonight hanno rivoluzionato del tutto gli arrangiamenti; e l'ultimo con gli Sparks è davvero un esperimento fuori dagli schemi e soprattutto dalle tendenze attuali. Sul seguito che hanno, è vero quello che dici, ma non sarebbe la prima ingiustizia di questo tipo nel mondo della musica ;D Comunque suppongo sia dovuto alle differenti nature dei gruppi, intellettuali gli uni, danzerecci gli altri come dici; la qual cosa sicuramente fa sì che il pubblico alternativo-hipster propenda più per gli Interpol (considerando anche le affinità coi Joy Division, uno dei più grandi fari del pubblico indie)

Dr.Paul alle 21:31 del 4 settembre 2015 ha scritto:

lepo, eguagliare i primi due degli Interpol è difficile eh... io poi dal vivo non li ho mai trovati mosci, certo sul palco sono esteticamente stantii, pietrificati....ma è giusto così!

Lepo, autore, (ha votato 10 questo disco) alle 21:50 del 4 settembre 2015 ha scritto:

@ Dr. Paul: Guarda, per me questo debutto è superiore a quello degli Interpol e Tonight è superiore ad Antics (questo anche di non poco), strumentalmente li trovo più complessi e stratificati, il che di per sè non significa nulla, intendiamoci, alla fine l'apprezzamento è una questione di gusti! Da live, non lo so, magari hanno beccato la serata no quando li ho visti io, però li ho trovati un po' legnosi sui loro strumenti, sezione ritmica in primis; certo, non sono scarsi, ci mancherebbe, ma da un gruppo 'istituzione' come loro mi aspettavo un po' di più... Paul Banks però è bravo e carismatico vocalmente, anche se va detto che la sua carriera si basa se va bene su un'ottava XD

Dr.Paul alle 22:01 del 4 settembre 2015 ha scritto:

questione interpol live: fogarino alla batteria e il vecchio carlos dengler al basso erano per me quanto di meglio sulla piazza wave! sì alla fine sarà questione di gusti. a me piacciono i FF e mi sono "battuto" per infilare questo disco nei migliori 133 del decennio classifica stilata dalla redazione SdM. però....lepo, il primo degli Interpol è evocativo al massimo, per me nettamente superiore! riguardo Antics.....viene dopo un capolavoro...ma ha una tracklist solidissima, e mi fermo qui! Tonight dei FF a me è piaciuto, ho fatto io la rece e a distanza di anni confermo l'entusiasmo, e metto quel disco subito dietro questo nella mia classifica FF. cmq gruppi diversissimi, uno è il lato solare della wave, l'altro quello oscuro....boh

Lepo, autore, (ha votato 10 questo disco) alle 12:35 del 6 settembre 2015 ha scritto:

Boh, ripeto, può darsi che li abbia presi in una serata non così brillante, può anche darsi che con gli anni si siano ammosciati (in effetti gli incastri basso-batteria di Obstacle 1 erano ubriacanti). Poi il punto di forza di certe sezioni ritmiche è soprattutto la compattezza, il più possibile priva di orpelli, quindi grossi esibizionismi tecnici non ci sono nè da una parte nè dall'altra (in nessuna delle due band c'è un Matt Helders, per dire), però mediamente va detto che i Franz suonano in maniera molto più frenetica e veloce... Sull'apprezzare di più l'uno o l'altro debutto alla fine è una questione di sensibilità, io però non descriverei questo dei Franz Ferdinand come solare, anzi, lo trovo piuttosto molto nervoso e anche depravato a tratti, come ho scritto in recensione. Non fatemi passare come un detrattore degli Interpol, però ;D il loro primo album l'ho amato ed è indubbiamente una colonna del rock degli ultimi 15-10 anni!

nebraska82 (ha votato 7,5 questo disco) alle 21:49 del 4 settembre 2015 ha scritto:

Sì, un paragone più appropriato forse sarebbe coi Rapture ( anche loro molto funk e wave-danzerecci tipo Blondie)..."Tonight" dovrei riascoltarlo, me lo ricordo più elettronico e spacey ma senza singoli in grado di lasciare il segno come in questo ottimo esordio.

nebraska82 (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:15 del primo settembre 2015 ha scritto:

bel disco, 3-4 pezzi che sono classici degli anni zero (michael, take me out, jacqueline, dark of the matinée).

FrancescoB (ha votato 7 questo disco) alle 15:41 del 3 settembre 2015 ha scritto:

Lo dico a bassa voce: al tempo non li sopportavo. I tentativi successivi non sono andati troppo meglio. Forse è arrivato il momento di concedergli un'altra chance, può essere che all'epoca la mia sbornia Post-punk e Bob Mould & C. mi rendesse indigesta tutta quella che sentivo come una copietta sbiadita della musica dell'età dell'oro. Oggi come oggi non saprei dare un voto, ripasserò, sarebbe bello dover fare marcia indietro anche in questo caso

Marco_Biasio alle 15:52 del 3 settembre 2015 ha scritto:

Sono d'accordissimo. Col senno di poi ammetto senza problemi che i FF hanno scritto almeno due bei dischi, questo e il successivo (la svolta elettronica l'ho seguita poco e non ho ancora ascoltato FFS), ma all'epoca li ho detestati Invece erano simpatici e mediamente talentuosi. La recensione è ottima, ma vi leggo alcune forzature interpretative. O forse sono io a non essere troppo addentro al genere...

REBBY (ha votato 8,5 questo disco) alle 20:44 del 4 settembre 2015 ha scritto:

Questi, a loro dire, volevano soprattutto far ballare le ragazze. Dice bene Fab: tra gli esordi importanti della prima metà degli anni 00, insieme a Strokes, Interpol, Bloc party e, aggiungo a memoria, sempre nello stesso ambito, Libertines e Maximo park.

FrancescoB (ha votato 7 questo disco) alle 21:44 del 4 settembre 2015 ha scritto:

Rispolverati e come prevedibile un po' rivalutabili. Il limite è mio: questa mi sembra "solo" discreta musica, un modo per passare del tempo in modo piacevole, lontano anni luce della potenza espressiva e "drammatica" del post-punk cui si riallaccia. E io difficilmente entro in sintonia con una approccio simile, ma appunto il problema è tutto mio. I pezzi più che buoni in realtà ci sono (una larga parte), e sicuramente la musica risulta ben strutturata e trascinante, nei momenti migliori. Indi li promuovo, ma ecco questo mood rimane distante anni luce da ciò che cerco nella musica.

loson (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:30 del 5 settembre 2015 ha scritto:

Il primo degli Interpol è una registrazione epocale, per il mio gusto vale quanto tutti i dischi dei Franz Ferdinand messi assieme. Primo Strokes capolavoro fondamentale, che ha dato un po' il "la" a tutto l'indie-rock del decennio scorso. Primo FF senza dubbio influentissimo e bellissimo, pure se per me non tutti i pezzi sono essenziali. Altrettanto decisivo il primo Bloc Party, dei quali preferisco però il bistrattato eppure avveniristico "Intimacy". Una carriera di tutto rispetto, quella dei FF, ma senza picchi eclatanti a mio giudizio. Su "Tonight" hanno incorporato le tastiere in un momento in cui chiunque incorporava le tastiere (anche i Bloc Party, un anno prima) ma non credo che questa pur decisiva integrazione possa configurarsi come una "rivoluzione". E poi Lepo, non mi riesco a togliere dalla testa l'idea che la partnership con gli Sparks - che artisticamente "dominano" la collaborazione - nasconda la mancanza di nuove idee. Mi sbaglierò eh, però...

loson (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:33 del 5 settembre 2015 ha scritto:

Ah, recensione davvero ottima.

target (ha votato 7,5 questo disco) alle 11:49 del 6 settembre 2015 ha scritto:

D'accordo su (quasi) tutto con Los (no, dai, "Intimacy" superiore a "Silent Alarm" no!).

Il confronto Interpol/Franz Ferdinand non ha senso, in effetti, come qualcuno sopra ha scritto: li ho visti live qua a Treviso giusto tre sere fa. Non che servisse un concerto per confermarlo, ma sono proprio due cose diverse, due poetiche diverse, due modi differenti di vivere la musica, magari, ogni tanto, sì, con alcune sovapposizioni di modelli. E non ci vedo superiorità dell'una o dell'altra. Al concerto, ad esempio, mi sono goduto molto di più i FF con gli Sparks (ovviamente perché c'erano gli Sparks, però). Su disco, invece, non ho dubbi: "Turn on the bright lights" tutta la vita e oltre.

Lepo, autore, (ha votato 10 questo disco) alle 17:51 del 6 settembre 2015 ha scritto:

Grazie mille, sempre molto gentile

Figurati che per me qualche pezzo inessenziale ce l'ha proprio Turn On... adesso mi ucciderete XD

Beh, su Tonight però i Franz in più di un'occasione hanno invertito i rapporti di forza tra chitarre e synth, secondo me l'unica cosa che potevano fare per rinvigorire una formula che era già perfetta fin da subito e non è un processo per nulla scontato da attuare (è vero che l'hanno fatto pure prima i bloc party, egregiamente peraltro, ma chiaramente in modalità del tutto differenti). Va da sè che lo pongo come un loro motivo di vanto perchè considero la modifica in sede d'arrangiamento e l'album in generale del tutto riusciti, se fosse uscita una ciofeca avrebbero potuto anche continuare con le chitarre e basta ghghgh

Riguardo la collaborazione con gli Sparks: può darsi, magari si trovano un po' in crisi ispirativa, però sinceramente dopo più ascolti, ho 'scoperto' i Franz non poi così succubi dei Mael, come invece mi era parso inizialmente, anche se, certamente, sono in un rapporto minoritario compositivamente parlando nel progetto.

benoitbrisefer (ha votato 7,5 questo disco) alle 19:35 del 6 settembre 2015 ha scritto:

Mi trovo dalla parte di chi predilige il primo Interpol all'esordio FF (che rimane tuttavia la loro opera migliore e una delle pietre miliari della prima decade del secondo millennio). E pure d'accordo con Loson quando ci ricorda che la prima uscita degli Strokes è un capolavoro. Invece, pur non dispiacendomi, ritengo il debutto dei Bloc Party nettamente inferiore ai primi due album degli Editors che, giustamente richiamati nell'ottima recensione, non appaiono citati in queste virtuali classifiche del revival new wave.

Sor90 (ha votato 9 questo disco) alle 21:07 del 6 settembre 2015 ha scritto:

Credo che non esista qualcuno che ami questo disco e disprezzi "Turn On The Bright Light" o viceversa. Aggiungerei un livello alla discussione, gli Interpol sono stati (forse) più influenti nel mondo indie, ma i Franz Ferdinand (dato il loro potenziale esplosivo) hanno trascinato un genere all'interno del mainstream, con tutte le conseguenze del caso. E comunque questo è un 8,5 almeno, ma minimo proprio

Sor90 (ha votato 9 questo disco) alle 21:09 del 6 settembre 2015 ha scritto:

Ah, Lepo, sempre ottime recensioni, continua a foraggiare il lato british del forum

Lepo, autore, (ha votato 10 questo disco) alle 21:43 del 6 settembre 2015 ha scritto:

Grazie mille, Sor! beh, sì, assolutamente, w le pose e il dandysmo d'Albione sempre!