R Recensione

7/10

Friendly Fires

Friendly Fires

The Rapture, LCD Soundsystem: questi sembrano essere i numi tutelari dell'attuale scena britannica, quella che dopo i Klaxons ha proposto una sequenza di gruppi - spesso non imprescindibili (Does It Offend You, Yeah?, Hadouken) - che cercano di coinciliare l'attitudine dance con le sonorità indie-rock. I Friendly Fires sono l'ennesimo nuovo gruppo proveniente dal Regno Unito: dovrebbe già essere chiaro che non siamo davanti a un disco rivoluzionario, o particolarmente originale, ma non per questo da bocciare senza appello, anzi.

Meno originali dei coetanei Late of the Pier, i Friendly Fires sono decisamente più sbilanciati verso il synth pop; se l'iniziale "Jump In a Pool" fa pensare a una versione giocosa dei Bloc Party (e non a caso c'è lo zampino di Paul Epworth), è già la smaccatamente pop "In the Hospital" a chiarire l'obiettivo principale del gruppo, ovvero far ballare: il singolo "Paris" sembra stato scritto apposta per un mix della Kitsune, coi suoi sintetizzatori e testo un pò naif ("One day we're going to live in Paris / I promise"); il pulsante glam-pop di "White Diamonds" pesca a piene mani dagli anni 80, quasi un outtake dei Depeche Mode.

La seconda metà del disco prosegue sulla stessa scia, inanellando un'impressionante sequenza di pezzi decisamente radio friendly: "Strobe" sembra una versione solare e ottimistica dei New Order, "Lovesick" ha una ritmica funk e un ritornello micidiale; in "Skeleton Boy" fanno finalmente capolino le "blissful shoe-gaze guitars" sbandierate dal comunicato stampa del gruppo. Ovviamente non mancano un paio di riempitivi: l'effetto già-sentito diventa sgradevole nella nervosa "Photobooth" e nella ruffiana "On Board".

Sarà che questi ragazzi si sono autoprodotti il disco in garage, sarà che hanno un'aria decisamente meno spocchiosa di Foals e compagnia bella, si perdona a questo disco anche il difetto - tipico degli esordi - di sembrare più una raccolta di singoli che un'opera compiuta: è comunque da ammirare la capacità di scrivere una decina di possibili hit, senza prendersi eccessivamente sul serio, anche se per confermarsi su buoni livelli occorrerà necessariamente un pò di originalità in più e la ricerca di un proprio suono riconoscibile, senza limitarsi a un lavoro di copia e incolla, per quanto ben fatto come in questo caso.

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Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 3 voti.
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