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R Recensione

6/10

La Sera

Hour of the Dawn

Il progetto dal nome italiano di Katy Goodman, dopo la fine delle Vivian Girls, continua senza scossoni, sempre nel solco di un jangle pop con ammicchi punk e rilanci alle radici americane, con una conferma e una novità: “Hour of the Dawn” testimonia che la Goodman ha un piglio melodico mica male e, rispetto ai due dischi che l’hanno preceduto, mostra pure una certa cura a “suonare” (ed essere suonato) meglio.

La Sera, dunque, non è più un progetto parallelo della bassista delle Vivian Girls, ma qualcosa che ormai è svincolato da quell’esperienza, tanto più che qua la Goodman si fa aiutare da una band, come a dire che non si tratta di rivendicare la propria libertà compositiva e la propria maniera rispetto a quelle delle compagne di band. Si tratta solo di fare buona musica. E i pezzi ci sono, mediamente impostati su ritmi alti ed energici riff da cavalcate estive, con suoni nel complesso più robusti rispetto al passato (“Losing to the Dark”, “Running Wild”) e una nuova passione per l’assolo o comunque per il ricamo chitarristico (“Hour of the Dawn”, “Control”).

Non mancano, in realtà, i bozzetti più leggeri, dalle sfumature surf, e sono le cose migliori del disco, costruite su frasi di chitarra che sprizzano colori sulla voce alta della Goodman (“Summer Of Love”, “10 Headed Goat Wizard”, “Kiss the Town Away”), mentre il finale riporta tra lande desertiche ed effetti twang già sperimentati con la vecchia band.  

Ci si può passare una mezz’ora piacevole senza dover pescare un disco di Best Coast, anche se è molto probabile che il piccolo culto delle Vivian Girls (non so quanto destinato a durare) qua non troverà spazio per prolungarsi.

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