R Recensione

7/10

Mice Parade

Mice Parade

Mice Parade. Lo anagrammi ed esce il nome di Adam Pierce, vale a dire uno dei tanti nomi di spicco del post rock (Him e The Dylan Group) convertitisi negli anni ad un indie rock più vicino alle lusinghe del formato canzone. Flusso di migrazione a senso unico di cui si è parlato spesso tra queste colonne e che trova nei Mice Parade uno degli esempi più brillanti.

Con questo settimo album omonimo Pierce prosegue sulle stesse coordinate stilistiche che aveva ingranato da Mokoondi (2001): contaminazioni “world”, tra suggestioni afrocentriche, orientali e brasiliane e pattern ritmici virtuosistici incuneati con classe nell’ossatura di architetture sonore dense ed intricate.

Tra i nomi che affiorano alla mente ci sono i Menomena, accomunati da una chiave di lettura sbilenca e cervellotica della materia, il signor Schneider Tm, per l’approccio morbido all’incastro geometrico e le produzioni soliste di altri post rockers votatisi al “pop”, primo fra tutti sua maestà David Pajo. Ma anche un intero pantheon di indie rockers d’oltreoceano, persi nelle pieghe del chitarrismo spigoloso degli anni’90, rivisitato qui in chiave semi acustica.

Tra i pezzi che spiccano c’è il melò disturbato di Tales Of Las Negras, quasi una rilettura indie rock degli Stereolab, il college-rock dai riflessi folk di The Last Ten Homes, la struggente Double Dolphins On The Nickel (sempre che si riesca a superare indenni la voce passata all’elio di Kristín Anna Valtýsdóttir dei Mùm), il crescendo irresistibile di Satchelaise ed il rincorrersi leggero di arpeggi in Circle None.

Una buona metà della scaletta, quindi: e se si considera che il resto non è certo da buttare ne viene fuori un disco di tutto rispetto. A tratti il sovrapporsi di suoni ed idee si fa ingombrante ed appesantisce l’ascolto, e i continui stacchi e mutamenti, anziché stimolare stancano, ma non mancano i momenti in cui ogni pezzo cade miracolosamente al posto giusto. Quanto basta a far si che ci si ritrovi, più spesso del previsto, a ripercorre in su e in giù le tracce di questo disco.

V Voti

Voto degli utenti: 7,3/10 in media su 8 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
Cas 8/10
rael 8/10
REBBY 7/10
motek 6/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Alessandro Pascale (ha votato 8 questo disco) alle 23:08 del 5 luglio 2007 ha scritto:

Disco sorprendente

che ho ascoltato ripetute volte trovandoci ogni volta un punto di forza. Avrei voluto scriverci qualche parola ma non sapevo da che parte prenderlo. Anche per questo faccio i miei complimenti a Gravina per la recensione, anche se si poteva alzare un pò il voto

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 18:24 del 21 agosto 2007 ha scritto:

sono d'accordo, il fatto è che ad un primo ascolto superficiale (e spesso il primo ascolto lo è) può sembrare banale. poi però ci si accorge che è proprio meritevole...dai, otto anche io!