V Video

R Recensione

8/10

Peace

In Love

I Peace sono semplicemente irresistibili. Persino ingiusto il tentativo di rintracciarne la grandezza in altra mappa che non sia quella del desiderio giacchè, gira che ti rigira, sempre là si torna: i Peace sono semplicemente irresistibili. C'è un cantante, Harrison Koisser, dall'appeal sfrontato/androgino/buzzurro e voce riconoscibile fra mille, con quegli accenni striduli a ogni fin di frase che lo rendono un figo assurdo. Ci sono incastri di chitarre domiciliati in zona tardo baggy/primissimi Verve, muscolari ma evanescenti, innervati di nostalgia brit-pop e schegge di grandeur '10s (e che quindi definire “creativi” è un eufemismo). C'è una sezione ritmica malleabile, groovy e densa di sottigliezze, ma che soprattutto “pompa e pompa madonna quanto pompa vi prego fatemi smettere di ballare”. Ci sono canzoni che condensano tutto ciò che di terribilmente britannico vi era nel pop britannico dei primi '90s britannici, finendo col diventare tutti piccoli classici.

Conclusione: “In Love” (Columbia, 2013) è un disco irresistibile.

Potete far finta di no, ma lo è. E se non vi piace è perchè siete vecchi, sissignori. Altrimenti non si spiegherebbe come mai autentiche bombe quali Higher Than The Sun, Follow Baby, Wraith o Toxic non abbiano effetti immediati e devastanti sul vostro sistema nervoso, costringendovi a maledire il ticchettìo dell'orologio quando non a pentirvi per aver scatarrato su NME durante tutti questi anni “perché tanto lo facevano tutti”. Come dite, volete qualcosa di più “profondo”? Questa immediatezza insulta il vostro buon gusto affinatosi con anni e anni di ascolti? Ebbene, sappiate che nonostante l'apparente linearità i Peace sono maestri della variazione subdola, del coretto che ti scioglie, della texture di cui ti accorgi solo al decimo ascolto, del particolare messo dove non te lo aspetteresti; meriti da condividersi col produttore Jim Abbiss, già all'opera con Arctic Monkeys, Editors, Adele. Come se non bastasse, le sei corde di Koisser e Douglas Castle son lì che si danno battaglia appena ne hanno occasione (cioè sempre), prodighe di fughe psichedeliche (la sconcertante Title Track) e arpeggi sospesi nella ionosfera (Sugarstone), in una girandola di timbri, effetti, distorsioni e fraseggi che pochissime altre guitar band odierne sanno concepire e/o gestire con simile disinvoltura.

E poi, inutile negarlo, i Peace possiedono l'abilità somma di appropriarsi del passato ad uso e consumo degli adolescenti affamati di musica. Sono una band che gioca col pop provocandone le ire, liberandone la funzione primordiale. Una band che in Lovesick mescola frattaglie di due canzoni dei Cure e rigurgita un'innodica love song che neanche Evan Dando, o che concepisce il tema introduttivo di Waste Of Paint a immagine e somiglianza di She's So High dei Blur (ma le somiglianze finiscono qui: il resto della canzone prende strade diverse e inconsuete, specie nel bridge). Il tutto senza pretese “colte” o volontà di citazionismo, ma col solo scopo di celebrare, della musica popular, l'eterno ritorno.

Come dite? Tutto questo parlar di “recupero” ve li fa schifare ancora di più? Eccerto, come quest'ultimo non fosse da sempre la legge sulla quale si basa l'ecosistema pop, come se le vostre canzoni preferite non fossero a loro volta riconducibili a qualcos'altro che a sua volta... Vabbè, finiamo qui. Evidentemente non è roba per voi. Qui c'è la poesia, la spregiudicatezza dei diciott'anni, miele per le orecchie e caramelle per l'anima. C'è pure la coscienza dei propri mezzi, la lucidità e l'ispirazione del Koisser musicista/songwriter. C'è, infine, California Daze, una canzone che è “una, nessuna, centomila” canzoni: talmente assoluta che potete leggerla in qualsiasi modo, ricondurla a chi/cosa preferite, ambientarla dove più vi aggrada (California, Trastevere o Alcatraz è uguale) e in ogni caso non vi deluderà, semplicemente perché non può deludere. E' troppo perfetta.

In Love” è lo statement dei Peace anno 2013, ed è qualcosa da cui non si può prescindere. Neanche trentasei minuti, ma trentasei minuti dei quali nessuno dovrebbe privarsi. Così come nessuno dovrebbe privarsi dell'amore. Innamoratevi, se ne siete ancora capaci.

(P.S. L'album è uscito anche in edizione deluxe con quattro brani aggiunti. Uno, Bloodshake, era già presente nel Delicious EP e la sua inclusione farà la gioia di molti. Sugli altri tre è opportuno spendere qualche parola, perchè se Scumbag - filastrocca alla Robyn Hitchcock messa a bagno nelle distorsioni - è soltanto “carina”, decisamente sublimi risultano invece la vertigine neo-psichedelica Step A Lil Closer e il viaggio interstellare Drain: sei minuti di trame minimalistiche post-Foals, tastiere sognanti, ragnatele di armonici e momenti di puro collasso sonico (si ascolti il crescendo dissonante a 1'50''). Inutile specificare che, con siffatte aggiunte, pure il voto andrebbe ripensato. Al rialzo.)

V Voti

Voto degli utenti: 6,2/10 in media su 17 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
Sor90 8/10
minquin 0,5/10
Cas 8/10
brian 6/10
cnmarcy 8,5/10
REBBY 6/10
Lepo 7,5/10

C Commenti

Ci sono 63 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

glenn dah alle 10:45 del 4 aprile 2013 ha scritto:

hmmm, vedo ora che sono in cartellone al primavera...

madcat alle 10:50 del 4 aprile 2013 ha scritto:

peace and love guys

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 13:37 del 4 aprile 2013 ha scritto:

"Sono una band che gioca col pop provocandone le ire, liberandone la funzione primordiale" frase sublime, loro sono proprio questo: "California Daze" la ascolterei sempre una volta in più, "Bloodshake" recupera i Foals e una voglia matta di muoversi su tutte le spiagge del mondo (con quel finale quasi subacqueo - trattenuto il respiro - e poi l'esplosione), "Lovesick" ti tormenta con quel "I wanna get lovesick with you" che non lascia scampo, "Delicious" sono gli Yeasayer per base e psycho-frattali a macchie sparse, "Wraith" e "Toxic" fanno di tutto per farsi amare (le metriche della prima quando intona "You could be my ice age sugar/You lay me down and make me shiver/Blow me like a floating feather/And we'll be dark, we'll be dark, we'll be dark forever" sono perfezione assoluta; la seconda con le sue grazie da ballata lenta abbattute con semplicità imbarazzante da un oceano di derive psych e vapori tossici... spettacolo), ma proprio tutto l'album nell'insieme si fa attraversare con un senso di lietezza disarmante. Che non vuol dire che è facile da assimilare, perché tante sono le cose nascoste qua e là, e comunque i pezzi sono vere e proprie matrioske di melodie (o boccioli che si schiudono e aprono nuovi mondi, per i più romantici). Ma sì, insomma, disco che brilla di gioventù propria (e nostra, in senso esteso e immutabile). Proprio scaccia-brutti-pensieri. Grande Los!

PS: e comunque le copertina di questo e dell'EP precedente, con quel cocomero pacificamente affettato, sono da delizia istantanea.

loson, autore, alle 16:16 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Bellissimo commento, as usual... Grazie, Fil.

P.S. La copertina "cocomerosa" dell'EP era pura gioia per gli occhi. Questa non raggiunge gli stessi livelli di goduria ma si difende benissimo.

P.P.S. Fil, che mi dici dei tre inediti della deluxe edition? Step A Lil Closer la riascolto compulsivamente da giorni (come tutto il disco, ma vabbè... ).

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 17:25 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Ti dico che mi piacciono tutti e sì, le mie preferite sono "Bloodshake" e proprio "Step a Lil Closer", con quel suo andamento obliquo (quasi da ubriachezza leggera, da vista dolcemente appannata e passo incerto), sempre in levare e mai nell'esplosione, che gira intorno al climax senza mai decollare veramente... davvero bella, si potrebbe ascoltarla all'infinito per la consistenza metafisica che ha. Ma pure "Drain" non scherza, è una montagna di luce: imponente e luminosissima (quel due-tre tasti di synth come scintille), e poi quel fantastico stacco a metà che sembra risucchiare tutto e risputarne piccoli frammenti anestetizzati... true love <3

loson, autore, alle 20:12 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Grande! Sarò monotono, ma Step A Lil Closer mi scioglie proprio... True love, davvero. <3

Lezabeth Scott (ha votato 6 questo disco) alle 17:36 del 4 aprile 2013 ha scritto:

"Follow Baby" è "Smell Like Teen Spirits" coi glitterini e la carta da parati floreale.

loson, autore, alle 18:40 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Mah. Le due canzoni hanno in comune giusto un barlume di melodia vocale nella strofa, i bpm, e il fatto che siano entrambe suonate con le chitarre elettriche.

Dr.Paul alle 19:00 del 4 aprile 2013 ha scritto:

faccio come filippo quoto un passaggio del los...eh be' il los va quotato: "Tutto questo parlar di “recupero” ve li fa schifare ancora di più? Eccerto, come quest'ultimo non fosse da sempre la legge sulla quale si basa l'ecosistema pop, come se le vostre canzoni preferite non fossero a loro volta riconducibili a qualcos'altro che a sua volta..."

Sono con te matteo, ci sformo quando leggo di gente che cerca l'originalità o la personalità a tutti i costi e poi vengo a sapere che impazzisce chessò per max gazzè...o votano alto rihanna solo xche...è bona! sigh!!!

certo qui anche io ho sentito i nirvana, ripasserò dopo aver ascoltato per bene, ma la voce mi sembra l'anello debole del lotto!

loson, autore, alle 19:21 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Tutto giusto, Paul, però occhio che loro di nirvaniano hanno meno di zero eh... Cioè, ok, magari in Follow Baby qualcosina, ma le coordinate stilistiche per me sono proprio diverse. (Non che ci sia niente di male nel rifarsi ai Nirvana, anzi! Solo che questo non mi pare proprio il caso ).

Lezabeth Scott (ha votato 6 questo disco) alle 18:56 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Si, scusa, volevo solo pensarlo e invece l'ho detto ad alta voce.

loson, autore, alle 19:18 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Non devi scusarti: puoi scrivere quello che vuoi, mica serve il mio permesso... Qualcosina di Teen Spirit ce lo sento anch'io, come ti dicevo, ma si tratta di momenti: quel frammento di melodia vocale, quella micor-sezioncina subito dopo l'esposizione del tema iniziale, nella salita del basso in crome dal mi al do alto... Per il resto mi sembrano due canzoni molto diverse fra loro, ecco. Non è che Come As You Are diventa improvvisamente "Eighties dei Killing Joke suonata da boscaioli in camicia di flanella" solo perchè il riff è identico. O almeno così la vedo io.

Sor90 (ha votato 8 questo disco) alle 19:28 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Completamente d'accordo con Los (mi fischiano le orecchie a leggere la recensione ghgh), come potete immaginare i riferimenti 90s mi fanno andare in brodo di giuggiole, quei ritmi baggy associati a riff danzerecci e acidi, e le melodie da perfetto manuale pop d'oltremanica. E assolutamente da ascoltare la versione deluxe, sia per Bloodshake che per me resta la loro canzone migliore, che appunto, Step a Lil Closer. Irresistibili (cit.) sia quando giocano sul versante della pop song, sia quando il sound si fa più cupo e graffiante. Per ora miglior esordio dell'anno. E spero che si facciano vedere da 'ste parti.

loson, autore, alle 20:20 del 4 aprile 2013 ha scritto:

"Per ora miglior esordio dell'anno" ---> Assolutamente sì, e forse anche qualcosina di più. Come ho scritto nell'ultimo paragrafetto della rece, a considerare la deluxe edition il voto salirebbe a 8,5 come minimo.

Totalblamblam (ha votato 3,5 questo disco) alle 20:33 del 4 aprile 2013 ha scritto:

mah lo sto sentendo su spotify ora per curiosità. non mi piace come canta il tipo ( beh le canta tutte allo stesso modo). una voce come tantissime altre che tende alla lagna, anonima . non fa per me mi sta facendo pure venire mal di capo LOL

loson, autore, alle 21:10 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Ma infatti tu sei vecchio.

Totalblamblam (ha votato 3,5 questo disco) alle 21:32 del 4 aprile 2013 ha scritto:

sarà. vedremo tra qualche anno come sarà messo questo disco e anche tu ghghghh

loson, autore, alle 21:53 del 4 aprile 2013 ha scritto:

Beh la vecchiaia (anagrafica o mentale) arriva per tutti, e quindi anche per me se non muoio prima. Anzi, teoricamente sarei già vecchio per questo tipo di musica, ma la cosa non mi tange.

Totalblamblam (ha votato 3,5 questo disco) alle 22:24 del 4 aprile 2013 ha scritto:

beh allora noli me tangere ghhghg se non mi piace come cantano queste nuove leve indie pop non ci posso fare nulla. non è il tipo di musica il problema lo sai benissimo( io ho solo "problemi" con l'hip pop e il metal in toto che mi fanno cacare di brutto ) . vabbè ci salverà l'arte di rihanna

loson, autore, alle 22:37 del 4 aprile 2013 ha scritto:

"se non mi piace come cantano queste nuove leve indie pop non ci posso fare nulla" ---> Diciamo pure "se non mi piace in generale la musica degli ultimi 20 anni non ci posso fare nulla" Ora torno ad ascoltare Rihanna... lol

Totalblamblam (ha votato 3,5 questo disco) alle 23:00 del 4 aprile 2013 ha scritto:

nah trip hop e jungle mi sono piaciute poi è venuta la retromania con tanta noia e puzza di già sentito, scadimento della qualità sonora con il digitale, cantanti senza personalità, live acts scadenti.goditi rihannuzza.

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 12:32 del 8 aprile 2013 ha scritto:

Su All Music leggo che "Indie rock takes its name from "independent," which describes both the do-it-yourself attitudes of its bands and the small, lower-budget nature of the labels that release the music."

Penso che se una band fa questo genere di musica, che di "indie"-pendente ha solo il ricordo di certe sonorità brit catalogate all'epoca come indipendenti (leggo Columbia come label, che se ti produce è solo perchè sa di poterci guadagnare tanti soldi sopra e quindi di incontrare il piacere di molti) o fai un paio di pezzi fantastici, che ti restano impressi perchè, per quanto pop o mainstream possano essere, sono obiettivamente belli e travolgenti (e qui vai ai tormentoni di Blur, Artic Monkeys, Franz Ferdinand, Hives, Glasvegas, Babyshambles...solo per citare i primi che mi vengono in mente) oppure sei destinato a mescolarti alla massa (per quel che mi riguarda, ormai anonima, perchè ne perdi il conto) dei tanti che fanno musica decisamente orecchiabile ma mai veramente accattivante. Ho appena iniziato ad ascoltare questo disco. Una generale impressione positiva, ma non mi sembra ancora di essermi imbattuto in pezzi fantastici, quelli che restano. Mi concedo però un altro paio di ascolti integrali prima di esserne sicuro e votare...

fin ora mi ha però colpito Follow me, anche se il cantato e la melodia mi ricorda mooooolto Drain you dei, come si chiamano quelli, a si ....NIRVANA!!!

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 12:51 del 8 aprile 2013 ha scritto:

No ma scusate, che c'entrano i Peace con i Nirvana? Zero proprio... giusto un paio di accordi simili e appena un po' la cadenza con cui viene cantata all'inizio. Ma avete sentito poi come sale la canzone dei Peace? Come cambia sulle note chiare, sul falsetto nel cantato - il mood è brit-pop al 100% - mentre viene impresso "we're gonna live forever"... una frase del genere quando mai l'avrebbe cantata Cobain, e su!

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 12:58 del 8 aprile 2013 ha scritto:

Bravo Filippo, infatti non c'entrano proprio niente. Ho solo detto che il motivetto mi ha subito ricordato drain you, ma sono consapevole dell'aberrante accostamento.

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 13:36 del 8 aprile 2013 ha scritto:

Ma figurati! Se li accosti un'altra volta ti ammazzo! Ahahahah

salvatore (ha votato 6 questo disco) alle 13:52 del 8 aprile 2013 ha scritto:

Povero Cobain Respinto manco fosse Albano Ho ascoltato i brani proposti su: non mi hanno lasciato granché... Proverò con un ascolto attento e completo ché gli entusiasmi di Mat, di Fil e del mio conterraneo non vanno sottovalutati

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 14:00 del 8 aprile 2013 ha scritto:

Tornando però sull'album, che ripeto, mi lascia cmq una sensazione positiva, e sulla recensione (vabbè, che sia perfetta non ci piove, visto l'autore)...non credo però mi posso far pesare gli anni che sono passati nel non riuscire (ancora?) ad apprezzarlo appieno...credo che con certe liriche (e certi motivetti) anche a Paolo Meneguzzi verrebbe un sussulto di coscienza...ma per fortuna che cantano in inglese...io direi che con il tempo siamo maturati, più che invecchiati, e con noi i gusti musicali, pur non escludendo gioiosi momenti più leggeri, magari in estate, con gli amici storici, quando canti e balli senza dare troppo peso alle cose, compresa la musica...poi però quando ti ritrovi tu e la musica, la "vecchiezza" o la maturità nella fruizione della musica prende il sopravvento, e questa roba resta fuori...

da Lovesick

"I don’t wanna go to school

I don’t wanna take the call

I just wanna be a fool and get lovesick with you

I don’t wanna move my head, lay around and die in bed

I don’t wanna listen

I wanna get lovesick with you

I wanna get lovesick

I wanna get lovesick with you

I wanna get lovesick

I wanna get lovesick with you

I don’t wanna make no sense

I don’t wanna pay the rent

I just wanna lay down dead and get lovesick with you"

Per esempio. Oggi, per caso, ho scoperto un cantante che si chiama Bruno Mars, e viste le visualizzazioni in rete, ho capito che ero io e, probabilmente, l'asceta Giovanni Lindo Ferretti a non conoscerlo...beh, se tanto mi dà tanto, dovremmo parlare anche di lui e con toni ancora più entusiasti...il messaggio che mi è arrivato è lo stesso, lascia stare se poi su qualcuno si punta in maniera particolare per farlo diventare un icona, una cash cow, come si dice...

onde evitare fraintendimenti, non sto dicendo che Bruno Mars è uguale ai Peace, tecnicamente intendo, ho solo detto che sono entrambi produzioni fatte per arrivare subito, ai più, e che sono fatte pure molto bene...cose che apprezzo ma che non posso amare, almeno non più.

loson, autore, alle 14:08 del 8 aprile 2013 ha scritto:

Il testo di Lovesick è perfetto. Guai a cambiare una sola parola.

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 14:33 del 8 aprile 2013 ha scritto:

A me "Locked Out of Heaven" di Bruno Mars piace, non mi vergogno a dirlo: ha un senso del ritmo pazzesco, impossibile non ballare! Tornando ai Peace, che c'è di male nel testo di Lovesick? Proprio non capisco... forse non sei abituato all'estetica, all'acqua di rosa (che ti devo dire), a una prosa così spregiudicata e disinvolta: ma quel testo non solo ha la stessa dignità di tanti altri magari più seriosi o complessi, ovviamente, ma per me pure più potenza. Adoro la loro anarchia indolente e disinteressata

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 17:25 del 8 aprile 2013 ha scritto:

Forse hai ragione tu Filippo, non sono abituato "all'estetica all'acqua di rosa", anche se non so bene cosa significhi. Tra me e te c'è sicuramente un gap generazionale forte che ci pone ora in modo diverso nei confronti della musica. Ti assicuro che alla tua età per me esistevano solo gli Arctic Monkeys, ora non riesco neanche più ad ascoltarli. A Loson dico che sono d'accordo con quello che dice riguardo le concezioni diverse di anonimato. Avrei aggiunto solo un "per fortuna" alla fine, ma il concetto e' quello. Non ci casco pero' nel giochetto di rinfacciarsi le recensioni ritenute assurde dell'altro, anche perché senno' dovrei tirare fuori il 7 a Rihanna e vincerei facile. Si scherza eh, io uso pochi emotion, ma ricordate sempre che sono un cazzone e che mai potrei litigare per questioni di musica, mi piace al massimo sbrodolare le mie viscere in modo scomposto e disinvolto,ma non lo faccio mai con cattiveria, credetemi. Se volete farmi incazzare dovete parlare di politica!

loson, autore, alle 22:31 del 8 aprile 2013 ha scritto:

"Non ci casco pero' nel giochetto di rinfacciarsi le recensioni ritenute assurde dell'altro" ---> Mica commento sulle tue per "spiegarti" il perchè sono assurde, che è quanto fai tu elencando tutti i motivi per cui i Peace (o gli Heartbreaks o i Foals o...) sarebbero semplicistici, addirittura con la scappatoia dei testi (anzi, di UN testo), come se tutti i tuoi artisti preferiti fossero pronipoti di Ezra Pound. Ignorare me e quello che scrivo è molto più semplice e salutare, te lo consiglio.

P.S. Se pensi che il 7 a Rihanna sia motivo di vergogna per il sottoscritto mi conosci davvero poco... XD

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 12:52 del 9 aprile 2013 ha scritto:

capisco che l'essere criticati in modo negativo non fa mai piacere, ma se si lascia la possibilità di commentare, bisogna saper accettare anche le critiche e non solo dispensare baci e abbracci di ringraziamento... quindi, se capisco bene, devo desumere che tutte le volte che non commenti una mia o di altri è perchè sei tanto in disaccordo che preferisci non dirmi la tua...e pensare che sono così ingenuo da dire la mia sempre, su tutto, con la sola condizione di aver ascoltato prima bene l'album...perchè sono dell'idea che nel raccontare la musica non ci sono i professori (anzi, mi fanno ridere, come diceva il buon Frank Zappa), quelli che ti possono spiegare le cose, anche perchè l'emozione di un disco non la puoi spiegare, al massimo puoi dire la tua ed indicare un percorso, poi ognuno è libero di dire e sentire ciò che vuole...ed io dico sempre la mia, anche se sono molto meno preparato di te e di altri (ma solo perchè frequento le "accademie" dei critici da meno tempo, non perchè abbia deficit di ascolti)...quindi se il tuo avvertimento è di stare alla larga dalle tue cose, non lo accolgo, anche perchè il tuo tono, tra il vittimista e, consentimelo, l'arrogante, non mi piace..."Ignorare me e quello che scrivo è molto più semplice e salutare, te lo consiglio. " ...io non ce l'ho con te...ce l'ho (in termini molto relativi, nel senso di "non essere d'accordo) con tutti quelli che continuano, qui e altrove, a proprinarci come capolavori dei prodotti, nell'accezione merceologica del termine, costruiti a tavolino dalle major, vestiti, pettinati e patinati di tutto punto, (principalmente) per folgorare gli unici che ancora comprano in massa i cd (gli adolescenti)...ho anche detto che le cose che proponi le apprezzo, anzi, proprio perchè sei così bravo nel raccontare ho approfondito roba che mai mi sarei sognato di approfondire (Rihanna mi sono imposto di ascoltarla più volte, poi mi hanno ricoverato però) ma che non posso amare, perchè puoi ammirare una strafiga bionda rifatta con due zinne tanto, ma non te ne puoi innamorare, o almeno così capita a me, nella musica e nella vita. Tutto qui. Spero, sinceramente, che in futuro tu possa dire la tua su le cose che propongo io, che possa ribaltare i miei giudizi con le tue considerazioni, si fa per parlare, e per crescere (musicalmente parlando, s'intende!).

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 13:35 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Perdonami Franz, non ce l'ho con te e non voglio fare minimamente l'avvocato di nessuno, è solo che ho un po' a cuore la questione... sai il dibattito mainstream-musica commerciale ecc... Per me, ad oggi, non esiste un solo gruppo o un solo artista che non si possa definire commerciale: tutti fanno dischi con lo scopo di venderli, e il tipo di musica che fanno non è altro che una dilatazione estetica del loro modo di essere artisti: per farti un esempio, Rihanna è quello che è perché vuole dare questa idea (musicale, di personaggio) di sé; i Mumford sono così perché vogliono incarnare un preciso spirito indie; Kozelek fa il depresso perché così sente di essere artista. Ognuno trova l'estensione musicale della propria persona: ma non credere che solo Rihanna sia quella 'costruita'. Lo sono tutti - i Mumford, poi, con quell'indie-snobismo tipico degli ultimi gruppi folk a flanella.. - tutti sono studiati e seguono una strada musicale e si vendono per un'idea, per un feticcio, per un'immagine di sé. Per me nel 2013 un discorso del genere va assolutamente superato, semplicemente perché non vuol dire più nulla: non deve essere demerito, ma pura accettazione. Devono prevalere i gusti, solo quelli.

fabfabfab alle 13:49 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Scusa se m'infilo Fil. Neanche io voglio difendere nessuno, però è difficile pensare che Mark Kozelek scriva musica con lo stesso spirito di Shakira. Si rivolgono ciascuno al proprio pubblico, e in questo hai ragione, ma è innegabile che nella musica (come nel cinema, ad esempio, o nella letteratura) ci siano progetti nati con l'obbiettivo di raggiungere un certo pubblico ed altri che - sebbene non disdegnino l'idea - nascono da esigenze diverse. Con questo non dico che MArk Kozelek non voglia vendere i suoi dischi, dico solo che se il suo disco non dovesse vendere più del precedente, lui se ne può fottere. Rihanna mi sa di no. Poi il risultato musicale può essere ottimo in entrambi i casi, ma credo che Franz facesse un discorso rivolto all'"intenzione"....

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 14:10 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Giusto Fà, dici bene, "il risultato musicale può essere ottimo in entrambi i casi", è proprio di questo che parlavo. Lo spirito di fare musica può cambiare, ma lo scopo è sempre la vendita e la ri-affermazione del proprio 'stile'. In ogni caso, parlare di "commerciale" o di gruppi costruiti a tavolino non ha più senso: lo sono tutti, MA questo non deve essere un demerito perché è uno dei tanti segni dei tempi. Messo da parte questo, seguendo il paragone che fai alla fine, credo che fra i due sia proprio Kozelek quello che non se ne possa fregare se il suo disco nuovo vende di meno di quello precedente; per me è proprio il contrario. Ma questa è un'altra parentesi.

loson, autore, alle 13:49 del 9 aprile 2013 ha scritto:

"non credere che solo Rihanna sia quella 'costruita'. Lo sono tutti" ---> Ecco, per me non c'è nulla di più vero. Passo e chiudo.

loson, autore, alle 13:44 del 9 aprile 2013 ha scritto:

"Spiegare" l'ho messo tra virgolette e inteso in senso sarcastico, proprio perchè è quello che hai cercato di fare tu con la specie di controrecensione che hai postato tra i commenti. Posso non commentare e non votare le recensioni altrui per tanti motivi, uno di questi è anche il rispetto e l'amicizia delle persone che hanno "sentito" il disco e lo hanno vissuto tanto da amarlo: spesso, se la prospettiva è quella di fare il guastafeste, lo evito, perchè mi rendo conto che il problema con certi artisti sono io e soltanto io, e che non devo per forza costruire giustificazioni forzate - aka castelli di sabbia - alla mia incapacità/riluttanza nel rapportarmi con loro, nè demolire l'entusiasmo di chi invece è entrato in sintonia con la loro proposta. Non pretendo certo che questa sia la regola, e ogni tanto anche a me scappa qualche commento velenosetto, ma mi rifiuto di cercare sistematicamente lo scontro, la denigrazione delle opinioni altrui, quando non l'uscita plateale sui massimi sistemi. "Dire la propria su tutto" per me è pratica altamente presuntuosa. Poi ognuno è libero di fare quello che vuole, ci mancherebbe. Il mio era solo un consiglio: appurate l'incompatibilità delle nostre rispettive "visioni" in campo musicale e l'infruttosità di qualsiasi discussione avuta sull'argomento, continuare con la storia delle major, dei gruppi costruiti a tavolino (non si capisce cosa c'entrino i Peace in tutto questo), della diatriba "sono indie o mainstream?" e via dicendo non porta da nessuna parte, se non alla pedante riaffermazione di un concetto che probabilmente chi ti legge ha già inteso da tempo. Contento tu.

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 14:35 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Guarda Los, di fondo hai ragione. Il problema secondo me, se di problema si può parlare, è che prendi troppo sul serio le mie cose, cosa dimostrata dal voler cercare, in ogni tua risposta, lo smerdamento di bilanciamento. Si discute, e parlare di mainstream-indie è un discorso, secondo me, molto interessante e meno banalotto di quello che può sembrare, lascia stare che sia sorto per questo disco, e lascia stare che chi mi legge, come dici tu, ha già inteso tutto da tempo. Io, per esempio, provo sempre a mettermi in discussione e a mettere in discussione le mie idee. Di inteso, ho veramente poco, contento che invece i lettori, compreso tu immagino, sappiano tutto molto bene.

Se però la cosa, molto più semplicemente, è che ti da tanto fastidio vedere rovinata la festa, cercerò in tutta onesta di mordermi la lingua la prossima volta. Quello che voglio che sia chiaro, è che non ce l'ho con te, è veramente un caso che le mie stroncature (che poi stroncature non mi sembra proprio, ti riporto quello che scrissi dei tuoi Everything Everything: "strepitosi"...non mi pare sia poi un commento negativo no?...su questo disco ho detto che l'apprezzo, aspetto per il giudizio definitivo, altrove leggo invece vere e proprie stroncature inappellabili)...

Per quanto mi riguarda, restando ovviamente tu libero di agire come credi, mi piacerebbe tanto che tu rovinassi la mia festa o quella di altri, sentendoti però pronto a veder rovinata la tua...preferisco che sia tu e non altri anonimi che scrivono magari "disco di merda" votano 0,5 e scappano...se questo sito (non ne conosco altri) lascia la possibilità di commentare sotto la recensione, sfruttiamolo questo spazio. Che non diventi una antologia di elogi ("tra amici") ma piazza per discussioni VERE con la possibilità di dire la propria su tutto, possibilmente senza filtri dati dall'amicizia o dal rispetto delle emozioni altrui, sennò diventa la webzine del mulino bianco. Se poi vogliamo solo far festa, che festa sia.

Per Filippo poi, (anche tu pf non prenderla sul personale), questa cosa che hai scritto è proprio una baggianata..."Per me, ad oggi, non esiste un solo gruppo o un solo artista che non si possa definire commerciale"...

non ti faccio nomi perchè non voglio fare il prof, ma se vuoi, in privato ti mando un'e-mail con allegati zippati, di band o artisti che, anche solo negli ultimi 5 anni, non definirei propriamente commerciali, che fanno musica non per diventare ricchi ma per passione, più che altro. Fammè sapè!

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 14:51 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Ma quella passione che dici tu, ti domando, non possono avercela anche le varie Rihanna, Madonna, Shakira, Nicki Minaj... ? Non capisco perché la passione debba essere prerogativa di chi ricava meno soldi e meno visibilità da quello che fa...

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 15:00 del 9 aprile 2013 ha scritto:

si, assolutamente. Maggiormente ad inizio carriera, poi quando gli squali ti fiutano, diventi per loro una macchina per far soldi...e la passione per la musica cede il posto (magari non totalmente o irreversibilmente) alla passione per la pecunia...tra due settimane inaugurano qui a Roma, dientro al mio ufficio, la stratosferica palestra di Madonna...il giorno che aprirà quella degli Zu, mi ci iscrivo che con l'età a me comincia pure a venire la pancetta...

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 15:08 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Continuo a non capire come tutto questo business che dici tu possa sminuire la bravura di gente come Madonna o Rihanna: non ho mai detto che sono delle sante che non pensano a ricoprirsi di soldi (diamonds per Rihanna), ma per me la loro passione per quello che fanno rimane intatta. Come può rimanere intatta per qualsiasi artista dopo almeno 5-6 album.

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 15:23 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Filippo, intendiamoci, qui quello normale sei tu, non io. Troverai milioni se non miliardi di persone che la pensano come te, e quattro sfigati che la pensano come me. Milioni di dischi venduti da Rihanna contro i 500 vinili venduti (non tutti subito, molti mai) dagli artisti di cui mi innamoro io e che non ritengo commerciali...tutto è relativo, non esistono certezze, nella vita come nella musica, l'importante è emozionarsi. Probabilmente mai, nè voi riuscirete ad influenzare le mie idee a tal punto da farmi acquistare un disco di Rihanna, nè io riuscirò a farvi apprezzare le cose di cui mi innamoro perdutamente. E' giusto così! Semplicemente visto che si cerca di parlare di musica "ricercata", che non troveresti su canali di informazione di massa tipo la TV, sarebbe bello (ma solo secondo me) dedicare le nostre forze agli artisti veri, quelli che ancora fanno i dischi da soli. Mi avete crocefisso con i Mumford & Sons, che sono ora un fenomeno di massa pure loro. Per quanto mi riguarda, ancora vedo in loro un barlume di passione autentica e non consumistica...certo è innegabile che il mercato li abbia decisamente premiati...la speranza è che, mercato o no, continuino ad emozionarmi...e se apriranno anche loro palestre (o pizzerie, vista la stazza del cantante)...me ne farò una ragione...

Dr.Paul alle 15:20 del 9 aprile 2013 ha scritto:

che gran caciara! io posso essere d'accordo con filippo, certo è che mengoni non può essere paragonato a brian eno, insomma intendo dire.... puntiamo anche dei paletti ben saldi! franz ha una visione un po' antica del tutto, settorialità ataviche che non appartengono più al modo di sentire d'oggidì. non siamo più nell'epoca in cui i soft machine sono credibili e madonna no! anche xche i mumford & son a te molto cari sono esempio primario di ruffianeria e spendibilità un tot al kilo (vedi anche i terribili muse), pur senza raggiungere, forse, le vette di rihanna!

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 15:39 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Ma certo, mettiamo tutti i paletti che volete, Mengoni non è Brian Eno, siamo assolutamente d'accordo. Per questo dicevo che alla fine quelli che contano sono i gusti, al solito. Per Franz: in realtà, in vita mia, ne ho trovati pochissimi che capivano e comprendevano davvero certi miei discorsi; al contrario, ne ho trovati tantissimi che la pensavano esattamente come te, facevano i tuoi stessi discorsi; per questo ti dicevo che avevo a cuore il discorso, proprio perché mi ci scontro spesso e volentieri. Credo però abbia ragione Matteo quando dice che siamo arrivati a un vicolo cieco... le nostre posizioni sono inconciliabili. Mi permetto però di darti un consiglio, da amante della musica ad amante della musica: il trucco è non fermarsi a moralucce sociali spicciole e ascoltare quello che vuoi senza vergogna. In questo modo potrai passare dal mainstream all'indie, dalla pop-star al cantautore introverso, e magari trovare piacevoli sorprese nel mezzo. A suo tempo c'è stata una persona qua dentro che mi ha dato questo consiglio, e non smetterò mai di ringraziarla

loson, autore, alle 16:39 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Anch'io in vita mia ho incontrato quasi esclusivamente persone che si barricavano nelle loro roccaforti: e quindi l'alternativo/metallaro/impegnato politicamente da una parte, il modaiolo/mainstreamer/disimpegnato dall'altra. Di rado ho conosciuto soggetti in grado di trasitare a piacimento - ma con cognizione di causa - tra gli opposti, seguendo la loro indole e fregandosene del resto.

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 17:29 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Perchè banalizzi le mie considerazioni definendole " moralucce sociali spicciole"? Non credo di meritare una così svilente considerazione. Sarò antico (e lo sono), sarò banale (e lo sono al quadrato), sarò rinchiuso in una roccaforte (quale poi mi piacerebbe saperlo, visto che ascolto davvero tutto, dal metal al soul, dalle mode -step, alle mille retromanie, dalle sperimentazioni, quelle più miti e quelle più assurde, fino alle innumerevoli derivazioni di punk, rock, hardcore, e posso dire di avere dei punti di riferimento anche nel commerciale più assoluto (specie se diventuto fenomeno commerciale e non nato per esserlo, tipo i vari classici)...davvero non mi precludo niente, compresi gli ascolti, approfonditi, di tutti questi artisti indie-mainstream di cui si parla...ma non potete però farmi sentire un mentecatto se dico che Rihanna o la Madonna del 2000 mi fa cagare, perchè mi fa cagare, di gusto, non riesco a non cagare, è come un clistere da 20 litri che trapana le mie membra, nn so come dirvelo...e potrebbero vendere come non vendere, riempire gli stadi come non riempirli, cagherei lo stesso. A volte mi viene il dubbio che si arrivi ad un punto di saturazione tale negli ascolti e nelle analisi dell'impossibile in musica, che l'unica cosa che resta è porsi come fini scopritori e sdoganatori, in ambienti, concedetemi il termine, "eruditi", di fenomeni di massa e perciò banali. Della serie, sono così avanti che ora ti doppio. Su questo però non commentate, per favore, è solo un mio intimo dubbio. Non sono nè un comunista nè tantomeno un moralista, mi piace la musica, e mi sento libero di dire quando una cosa mi piace e quando no...perchè mi lascio guidare unicamente dalle emozioni che mi arrivano...i Mumford ne sono una prova...sono un fenomeno commerciale (sebbene molto meno in Italia), eppure continuano a piacermi un sacco...con ciò però, spero si torni a parlare dell'album dei Peace, visto che, come al solito ho creato una caciara OT...

loson, autore, alle 20:56 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Se Rihanna e Madonna ti fan cagare a prescindere dal loro status e dalle loro vendite, non c'è problema. Peccato che fino ad ora ce l'hai menata con 'sta storia che non sono artisti puri, comprano le palestre, sono schiave del mercato e così via. Trovo discutibile - dal mio punto di vista, ovvio - questo tuo ragionare per categorie merceologiche, conferendo loro un valore assoluto acriticamente, per cui mainstream=cattivo e non mainstream=buono, non discuto i tuoi gusti. Spero di essermi spiegato. E, sì, spero che si torni a parlare dei Peace.

loson, autore, alle 14:23 del 8 aprile 2013 ha scritto:

Franz, abbiamo concezioni diverse di "anonimato", categoria alla quale io ricollego roba tipo Mumford & Sons o l'ultimo Suuns. Va bene così.

fabfabfab alle 22:26 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Dai ragazzi, peace

loson, autore, alle 15:08 del 9 aprile 2013 ha scritto:

"band o artisti che, anche solo negli ultimi 5 anni, non definirei propriamente commerciali, che fanno musica non per diventare ricchi ma per passione, più che altro." ---> Franz, sono affermazioni come questa che mi fanno deisistere dalla voglia di intavolare un discorso. Ma perchè le due cose non possono coesistere? Uno non può far musica per passione e ANCHE per arricchirsi? E poi fare il processo alle intenzioni è la cosa più fuffosa che esista perchè evanescente, è pura speculazione: quali strumenti abbiamo per valutare le intenzioni altrui, la loro genuinità, le motivazioni che stanno dietro alle loro scelte? Io spesso manco capisco le mie di motivazioni, figuriamoci quelle altrui... Anche l'artista più underground cerca comunque un pubblico, smettiamola di girarci intorno. Se vuoi far musica per passione, registri le tue cose e te le tieni per te, o suoni da solo per i cacchi tuoi come faccio io. Nel momento in cui ti esponi sai già che il tuo prodotto avrà come riferimento un determinato mercato - per quanto piccolo, microscopico possa essere - con tutti i pro e i contro del caso.

Per il resto, non ci sono feste da rovinare: basterebbe soltanto un po' di lucidità nel chiedersi quando è il caso di intervenire o meno. Ti faccio un esempio. Io rispetto Fabio come recensore e tutto il resto, ma raramente ci troviamo d'accordo su un disco e ancora più raramente apprezzo gli artisti che promuove qui su sdm (presumo che per lui sia la stessa cosa). Ora, che senso ha che io commenti sotto il suo Stuart Warwick, che pure ho ascoltato? Nessuno: finirei col ribadire la lontanza delle nostre rispettive concezioni estetiche, di come quel genere di proposta con me proprio non attecchisca per una serie di motivi a volte "spiegabili", a volte puramente epidermici/irrazionali. Io non credo di prendere la musica troppo sul serio, ma ammetto che ci resto un po' male di fronte alle "crudeltà" gratuite da parte di uno che conosci, arriva e demolisce un artista che ami... Sarò io, che ti devo dire.

loson, autore, alle 15:09 del 9 aprile 2013 ha scritto:

Vabbè, leggo solo ora la tua ultima risposta all'intervento di Fil... Lasciamo stare, come avevo preventivato è una discussione che non porterà a niente. Ritiro tutto.

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 15:35 del 9 aprile 2013 ha scritto:

LA parte sul commerciale e no, la chiurei qui. Mi limito a dire che non sono d'accordo ma le motivazioni sono troppo lunghe e non voglio più fare pipponi, che mi annoio solo a scriverli. Sulla seconda parte, se il mood è questo..."intervengo solo se siamo amici e mi piace il genere di musica che proponi", mi adeguo (o meglio,cerco di farlo). certo è che è un pò triste come cosa, perchè se questo ragionamento è giusto, è inutile fare pure le classifiche di fine anno...facciamone tante per quanti siamo e basta, altrimenti che senso ha? Io ascolto la roba di Fabio (che sicuramente mi piace di più) la tua e quelle di tutti, proprio perchè voglio farmi un'idea chiara su tutto e non voglio avere barriere mentali. Poi però devo esprimere un giudizio, su tutto, altrimenti dovremmo fare una webzine per ogni filone che ci piace e buonanotte al secchio...

tornando ai Peace (sembra strano farlo eh?), è un bel dischetto...tra oggi e domani lo voto, sono tra il 6 ed il 7...mi riservo un ultimo ascolto...

FeR alle 18:19 del 10 aprile 2013 ha scritto:

Che poi tacciare i Peace di essere commerciali fa alquanto ridere, venderanno 50mila copie se proprio gli va di lusso

loson, autore, alle 18:35 del 10 aprile 2013 ha scritto:

Ahah, ma infatti... Esordire in sedicesima posizione nella chart UK e precipitare al 53° posto in due settimane non è esattamente il percorso che segue un disco "studiato" per essere commerciale.

Franz Bungaro (ha votato 6,5 questo disco) alle 11:15 del 10 aprile 2013 ha scritto:

Nel filone dell'indie-paraculo, è un disco solido, costruito bene e suonato bene (mi piacciono molto gli arrangiamenti delle chitarre). 14 tracce sono tante e non si scade mai in pezzi veramente "brutti", e non è poco. Tanti rimandi a sonorità e atteggiamenti che devono piacere per forza, perchè hanno funzionato nel recente passato, non si capisce perchè non debbano funzionare proprio ora (Arctic Monkeys, Foals, MAccabees, Coldplay, i Planet Funk al tempo di Dan Black). Poi c'è quel pezzo, Lovesick, buono SOLO come jingle per la prossima summer card della TIM e "Wraith" per il tutto incluso. Si scherza, eh! ...emobbastaveramenteperò! (M.Capatonda, cit)

Filippo Maradei (ha votato 8 questo disco) alle 11:37 del 10 aprile 2013 ha scritto:

Non mi toccare "Wraith", lei proprio no! Te possino... ehehehehe

target alle 12:57 del 10 aprile 2013 ha scritto:

Sono ancora ai primi ascolti. Non mi ha folgorato, ma ben impressionato certamente sì. E, per l'appunto, "Wraith" me la sono segnata subito, al primo ascolto: grandissimo pezzo. Quelle tastiere a metà, so nineties, mi fanno impazzire. Magari ce ne fossero state di più.

Lezabeth Scott (ha votato 6 questo disco) alle 13:11 del 10 aprile 2013 ha scritto:

A molti è rimasto indie-gesto.

Totalblamblam (ha votato 3,5 questo disco) alle 14:24 del 13 aprile 2013 ha scritto:

LOL take five!

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 10:18 del 13 aprile 2013 ha scritto:

semplicemente irresistibile, per me, c'è soprattutto un brano: "california daze" - perfetta per Matteo, perfetta anche per me. e poi non meno di ottime "wraight", bloodshake (foals, sì), "follow baby" (la scarica nirvana c'è ); infine, interessante il sound. che però mi pare abbia ancora da maturare - ed è un complimento, in prospettiva. sicché alcuni brani mi lasciano proprio tiepido, ed il sette è puro compromesso con le eccelenze già dette. nessun dubbio, invece, sulla classe del Losi Matteo

brian (ha votato 6 questo disco) alle 11:13 del 13 aprile 2013 ha scritto:

Disco frizzantino, anche se credo sia nulla di speciale, sembrano una variante dei (pur buoni) Kooks. O forse sono proprio i Kooks?

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 1:01 del 27 ottobre 2013 ha scritto:

Io non sono vecchio eh solo stagionato eheh, loro invece sono dei giovanotti che devono ancora studiare e lo stanno facendo, perlomeno questo io sento. A me sembrano ancora alla ricerca della loro strada e la loro proposta, pur se nelle mie corde, la sento ancora acerba. Per adesso a me basta un 45 (Lovesick/Higher than the sun), e li aspetto al prossimo fiducioso, perché ai giovani bisogna dare fiducia.

Lepo (ha votato 7,5 questo disco) alle 13:59 del 9 febbraio 2015 ha scritto:

Album bellissimo e molto azzeccata anche la recensione... Piccola considerazione da precisino del menga: a me l'intro di Waste Of Pain più che She's So High mi ricorda paro paro There's No Other Way... Pignolerie da nerd musicofilo a parte, la notizia importante è che oggi è uscito il seguito di questo splendido album, che però mi sembra abbia smussato un po' della psichedelica contagiosa qui abbondantemente presente. Il voto del disco completo, con bonus track, è almeno 8, ad ogni modo.