The Besnard Lakes
... Are The Dark Horse
Dopo un primo disco passato sotto silenzio nel 2003, i Besnard Lakes, capitanati dal cantante e chitarrista Jace Lasek, fra i più importanti membri della scena indie di Montreal, ci riprovano con le 8 tracce di questo The Besnard Lakes Are The Dark Horse, un lavoro sicuramente più riuscito e più convinto del precedente. Già dall'incipit dilatato e straniante di Disaster risulta subito chiaro che ci troviamo in territori decisamente distanti dai ben più noti concittadini Arcade Fire; una voce che ricorda da vicino i Beach Boys si innesta su una base di archi e chitarre effettate, prima che l'ingresso della batteria riporti il tutto a un post rock più convenzionale.
Nella seconda traccia, For Agent 13, l'incontro tra voce femminile e maschile riporta alla mente i Low più atmosferici, mentre stavolta è un pianoforte a guidare la melodia, in contrasto con le chitarre della successiva And You Lied To Me. Nonostante i numerosi rimandi ad altri artisti (impossibile non pensare ai Sunset Rubdown in Because Tonight), nella seconda parte il cd -dopo la confusa e ripetitiva Devastation- trova una proprio equilibrio tra shoegaze e psichedelia, che culmina con Rides The Rails, in perfetto equilibrio fra atmosfere sognanti e un ritornello in perfetto stile indie rock. Anche negli episodi più convenzionali (On Bedford Grand su tutte) è comunque ammirevole l'attenzione che il gruppo riserva agli arrangiamenti, mai banali, che evitano la trappola del già sentito e che mantengono viva l'attenzione per tutta la durata dei brani, peraltro in media abbastanza lunghi, così come il riff distorto, i cambi di ritmo e l'assolo inaspettato di And You Lied To Me li fanno distinguere dagli altri numerosi gruppi che si avventurano in queste sonorità.L'album termina con Cedric's War, che riprende le suggestioni sixties della prima traccia e le sviluppa ulteriormente, contaminandole con chitarre con abbondante delay e reverb che contribuiscono a creare un suono epico e piuttosto originale.
In conclusione, sicuramente un buon disco, che forse non giustifica pienamente tutto l'interesse che bloggers e addetti ai lavori hanno riversato su di esso, ma che mostra un gruppo certamente da tenere d'occhio in prospettiva futura, e che conferma la vitalità musicale della scena canadese.
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