The Rural Alberta Advantage
Mended With Gold
Al terzo disco la formula dei The Rural Alberta Advantage inizia a mostrare la corda. A sette anni dal piccolo miracolo di Hometowns, il trio canadese persiste nel suo indie rock ben radicato nei territori folk del decennio scorso (Neutral Milk Hotel e dintorni) dopato di muscoli e indirizzato alle radio.
Rimangono solide le peculiarità dei tre membri: la batteria frenetica di Paul Banwatt, i cori e le tastiere di sfondo di Amy Cole e il cantato acuto di Nils Edenloff. Continua a mancare un bassista. Sembra minore, rispetto ai dischi precedenti, lurgenza, assieme alla felicità delle melodie, e allora si punta sulla quantità: i dodici pezzi, in compenso, sono troppi, considerata anche lestrema omogeneità delle rese strumentali. Qualcosa varia la produzione, con momenti più sporchi a spiccare (On The Rocks, dove pure la voce viene filtrata), anche se il volume più basso alla voce fa arrivare con più fastidio le urla (a tratti stridule) di Edenloff, quasi dovesse sgomitare a farsi strada tra il rumore (45/33).
Sicché, come già in passato, riescono meglio i momenti di tregua (Runners in the Night, su matrice folk più evidente, To Be Scared), o i pezzi che inciampano in qualche struttura disegnata felicemente storta (Terrified, il crescendo di "Vulcan, AB": forse gli unici episodi che nell'esordio non avrebbero sfigurato). Manca però il guizzo, a un album che procede con prevedibilità.
Nemmeno un passo indietro: un passo a lato.
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