R Recensione

4/10

The View

Which Bitch ?

Devo ammetterlo , ho sempre un po’ di timore nell’ascoltare e poi recensire dischi di band che al debutto avevano fatto il botto: fra queste i giovanissimi scozzesi The View ,che si ripresentano dopo un grandissimo debut-album quale fu’ “Hats Off to the Buskers “, che fece razzia di acclami e belle parole.

Tutto meritatissimo, in virtù di pezzi frivoli e prettamente British al passo con i compagni di scuola Arctic Monkeys e affini: ora è il momento di tornare sui banchi, riprendere carta e penna e stilare un nuovo compito .

5 Rebeccas “, che apre, sa piu’ di “riassunto” di quanto di buono ci sia nel sound dei “The View “ , spinto al massimo da cori e chitarre frizzanti ed energiche carice di combo indie/pop. Così come per “One Off Pretender “ dove spadroneggia la melodia pop a tratti downtempo in un pezzo che parte in maniera eccellente ma si dilunga troppo verso alcune note stonate che non vorremmo sentir uscire dalla voce di Kyle Falconer, che non convince nemmeno con “Unexpected” la ballatona del disco, fuori posto come un pesce fuor d’acqua: si riprende però fiato e si ritorna a nuotare aumentando il beat delle chitarre e il rullare della batteria: non a caso ci si gioca così anche la carta vincente affidata a “Glass Smash “ che guarda spudoratamente a quelle “famose” scimmie pocanzi citate senza nemmeno convincere troppo.

Regna parecchia confusione e cominciano a compararie anche organi e violini: siamo in alto mare e la barca sta per andare a fondo con sotto la stralunata melodia da film noir di “Distant Doubloon “.  Ci prova il giovane Paolo Nutini a salvare l’equipaggio aiutando la flotta con la sua collaborazione in “ Covers “ ma i risultati sono del tutto inutili , è notte fonda e siamo gia ‘tutti affondati in un mare di noia e ripetitività , non riusciamo a reggerci nemmeno ai resti della barca troppo alleggeriti dal pop di “ Jimmy's Crazy Conspiracy”.

Proprio quando tutto sembra perduto ecco la luce: la canzone che ridona speranza e che riemerge dagli abissi come un tesoro perduto e ritrovato dall’equipaggio The View: “Shock Horror” . Troppo poco per salvarsi tutti ma abbastanza per riafferrarne qualcuno: mi riferisco ai fans della band che comunque apprezzeranno questo “Which Bitch” per la spontaneità e onestà dimostrata da quelle poche e piccole perle come la già citata "Shock Horror" e “Realisation”, a dimostrazione del potenziale di una band che, ahimè, stavolta esce fuori dal secondo tema senza nemmeno aver bene assimilato il precedente. Ma niente paura: come ai tempi che furono, per quelli di una certa età, li si può sempre rimandare a settembre.

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