R Recensione

7/10

Thrills

So Much For The City

Con il ritorno di moda degli anni '60 e '70 ecco un altro disco uscire proprio da quel periodo, come se ne sono già visti parecchi di questi tempi, dagli Strokes ai Kings Of Leon: design, foto in bianco e nero, stile musicale non fanno altro che rocordarci quegli anni.

Il disco è "So Much For The City" e loro sono The Thrills. Il nome del gruppo è un omaggio al più famoso "Thriller" di Michael Jackson, album amato dai cinque membri del gruppo; la musica che essi suonano, però, non ha nulla a che fare con il disco campione di vendite di sempre.

I Thrills vengono dall'Irlanda, ma la loro musica, ancora una volta, non ha niente a che fare con il paese di origine: da amanti della West Coast americana hanno scritto un disco ricco di sonorità californiane in cui però si mescolano le influenze di tutta america. In particolare sono chiare le somiglianze con Neil Young (quello di Harvest per intenderci, più dolce...chitarra acustica, pianoforte e voce in primo piano).

Dopo i prime tre brani, molto stile Beach Boys, il quarto, Deckchairs And Cigarettes, e anche l'ottavo, Hollywood Kids, sembrano essere usciti proprio da uno dei dischi del canadese. One Horse Town a tratti riprende Springsteen, come anche Your Love Is Like Las Vegas che si avvicina molto a Hungry Heart del Boss. L'intro di Old Friends, New Lovers pare uscito dai film di Elvis Presley, con gli archi e il mandolino all'italiana. Say It Ain't So invece è uno dei pezzi più riusciti in cui i Thrills rifanno i Byrds. Infine come non citare la somiglianza di 'Til The Tide Creeps In con le ballad Dylaniane caratterizzate da organo, harmonica e steel guitar...sembra quasi di ascoltare Like A Rolling Stone. Il Disco si conclude con una ghost track a circa un minuto dall'ultima traccia.

In generale il disco è arrangiato molto bene e meriterebbe di essere cantato da una voce migliore. E' proprio la voce, infatti, il punto debole di questo album, spesso monotona e quasi estranea al suono degli strumenti che al contrario delineano melodie piacevolissime. Riguardi i testi, che si possono leggere nel booklet, in molti casi sono brevi e ripetuti all'infinito all'interno delle canzoni e spesso sono volti a celebrare l'america che ai cinque irlandesi piace tanto, quella californiana, superando di gran lunga quella celebrazione che gli U2 fecero alla musica degli Stati Uniti (e non al paese) che tanto fu criticata alla fine degli anni '80.

Per concludere citando il cantante e autore delle canzoni dei Thrills, Deasy: "come per i dischi dei nostri idoli, sempre diversi uno dall'altro, noi non sappiamo come sarà il nostro prossimo album, ma sicuramentesarà diverso". Forse non è così necessario che sia tanto diverso quanto invece lo è che la voci maturi per migliorare il risultato finale.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 3 voti.
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Vikk 6/10
Teo 7/10

C Commenti

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Vikk (ha votato 6 questo disco) alle 0:34 del 29 maggio 2007 ha scritto:

a parte il trittico iniziale stupendo il disco si perde per strada e la produzione è troppo patinata, fosse stato più grezzo avrebbe convinto di più.