V Video

R Recensione

3/10

Tribes

Baby

Brit pop/grunge/rock di chiaro stampo anni 90 riaggiornato al sound del nuovo millennio in salsa londinese, precisamente Camden. Ingredienti semplici, linee guida musicali dall’effetto non proprio positivo. Esaustiva analisi ad introdurre i Tribes, da Londra, con il loro disco d'esordio Baby. Una delle ultime band da raffiche di citazionismo, retromania, deja-vu melodico, sonorità ed influenze musicali trite e ritrite. Ricetta sicuramente efficace per avere successo e ricevere superficiali ed affrettati giudizi positivi dalla compiacente critica britannica. Elogi che di fatto hanno lanciato i Tribes lo scorso anno come il nuovo riferimento, trasversale e popolare, del guitar pop britannico e poco importa se dal grunge meno ruvido al brit-pop da inno, tutto diviene analogia melodica e scopiazzamento compositivo. Ciò che sembra importare è il piglio fresco e smaccatamente orecchiabile, il ritornello allegro e romantico, la ballad da stadio: il giusto connubio tra gradimento giovanile ed essenza mainstream.

Occorre però a questo punto interrogarsi su quali siano le vere qualità di questa band. A mio avviso l’originalità nel saper reinterpretare, nel ciclico processo di derivazione ed ispirazione musicale, comporta necessariamente una rivisitazione. Una sfida da raccogliere sul campo compositivo e melodico sempre con la massima attenzione: il confine è fin troppo labile tra l’effetto deleterio e il risultato brillante. Ecco, in questo caso vince sicuramente la prima delle ipotesi. Ascoltando infatti questo disco siamo catapultati in sonorità, riff e cantato che si affannano ad essere la più somigliante possibile ad un compendio di band storiche degli anni 90. Dall’album opener Whenever a We were children passando per le varie When my day comes, Walking in the Street, Sappho ed Himalaya i Tribes ammiccano più o meno velatamente e ad intervalli regolari a Nirvana, Oasis, Radiohead, incastonati però tra chitarre grunge/pop e ritornelli/cori scontati e scarni.

Bocciatura a pieni voti per un debutto senza pretese e privo di spina dorsale. I Tribes reclamano uno spazio non meritato nel rock dei grandi. 

V Voti

Voto degli utenti: 4,5/10 in media su 3 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
Cas 6,5/10

C Commenti

Ci sono 5 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Gio Crown alle 13:33 del 15 agosto 2013 ha scritto:

Cattivello eh!? Condivido in pieno la critica ma se dovessi passare un mezzoretta a sentire musica piacevole senza altro intento che passare del tempo ecco andrebbero bene...decisamente mediocri ma piacevoli

Cas (ha votato 6,5 questo disco) alle 17:42 del 15 agosto 2013 ha scritto:

si, non così malvagi... anzi, tutto sommato piacevoli. un pezzo come Nightdriving, ad esempio, non è da tutti...

Matteo Giobbi, autore, alle 18:40 del 16 agosto 2013 ha scritto:

Mediocri e ( forse ) piacevoli

benoitbrisefer (ha votato 5,5 questo disco) alle 1:27 del 17 agosto 2013 ha scritto:

Piacevoli a tratti e a tratti irritanti, sono stati perfettamente inquadrati dalla recensione anche se il suo autore è effettivamente stato un po' cattivello nella votazione. Non sufficienti, ma neppure così lontani e poi mi mette simpatia il cantante che assomiglia fisicamente un po' al Bob Geldolf dell'epoca I Don't Like Mondays....

bill_carson (ha votato 1,5 questo disco) alle 17:50 del 17 agosto 2013 ha scritto:

io sono d'accordo. suonano fastidiosamente dilettanteschi. mi fanno venire in mente alcuni di quei gruppetti della periferia romana che scimmiottano il pop-rock anni '90. per l'amor del cielo.