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R Recensione

7/10

Wavves x Cloud Nothings

No Life For Me

Sempre lodato sia il cazzeggio, ispiratore di grandi idee da un lato e di poco raccomandabili espedienti per passare il tempo dall’altro. Può capitarti di formulare una teoria rivoluzionaria, di spremerti un limone nell’occhio, così per provare, o di volare a Los Angeles per scrivere un disco niente male con gli amici.

Wavves e Cloud Nothings (o meglio i loro frontman), due facce diverse della medaglia lo-fi punk/hardcore/quellochevipare odierna; una medaglia che almeno nel mio immaginario, col cazzeggio, ha tanto a che fare.

Baldi e Williams, in 10 giorni di prove hanno tirato fuori un disco che suona semplice, naturale, senza sforzi, ma senza essere buttato a casaccio. “No Life For Me” suona come un ibrido nel quale le estremizzazioni, ovvero la verve surf-pop dei primi e l’attitudine hardcore dei secondi,sono attenuate.

A giovarne di più, lasciatemelo dire, la componente Wavves, nobilitata dalla scrittura complessa marca Cloud Nothings, a sua volta arricchita di linfa dalla facilità pop della controparte.

Per sentire subito e bene come l’attrito fra le due parti sia pressochè nullo, premere play su “How Is Gonna Go” che alterna fluidamente lo scazzo lo-fi losangelino e il chorus epico melanconico del profondo Midwest. E se Baldi si prende meno sul serio con perle power-pop come “Come Down”, il lavoro sull’interplay delle chitarre eleva una “Nervous” e soprattutto la title-track al di sopra del mare magnum delle canzoni incazzose-malinconiche-ma con energia punk prodotto oltreoceano.

La produzione è verace, secca, come il suono della sezione ritmica, affidata al fratello, amici e compagni di band di Williams.

Le personalità dei singoli vengono fuori negli unici due pezzi scritti separatamente; Williams firma “Such A Drag”, amabile pezzo (e probabile scarto) alla Wavves, il cui incipit west coast suona un filo fuori posto.

Applausi e qualche parola per “Nothing Hurts” a firma Baldi, finale senza batteria per chitarre tristi e voci affastellate su una melodia dolce e perfetta che è pura malinconia indie-rock, un piccolo miracolo che fosse stata piazzato al termine di “Here And Nowhere Else” staremmo ancora qui ad incensare.

Working with him has been super easy. Everything we do is like — I’ll play something and he’ll be like, ‘That’s cool,’ and then he’ll play something and I’ll be like, ‘That’s cool, too.’ There’s never any kind of butting heads. It’s easy.” Dylan Baldi.

Cool and easy come questo disco.

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