R Recensione

2/10

Jet

Shine On

I Jet sono l'ennesima dimostrazione di come ci siano in giro davvero troppi gruppi pompati immeritatamente. Partendo da questo presupposto ricordiamo come il gruppo di Melbourne fosse arrivato ad una certa celebrità nel 2003 con il discreto album d’esordio Get Born, poi un lungo tour e il ritorno in studio per pubblicare Shine On, l’atteso seguito.

Attesa che in realtà per il sottoscritto non è stata così lancinante, diciamocelo, anche se indubbiamente una certa curiosità rimaneva per capire se i Jet fossero solo il solito gruppo da baraccone da un disco e via o fossero in grado di fare qualcosa di più della solita manciata di canzonette in stile 70s. Vi dirò che ascoltando Shine On mi sono ritrovato a dar ragione per l’ennesima volta al mio lato più pessimistico. L’inutilità del disco è il fattore più allarmante, ma anche la qualità in sé è decisamente troppo bassa per un’opera manieristica come questa.

Gli episodi interessanti sono davvero troppo pochi (Holiday, Eleanor) e affogano in un oceano di smielatezza commerciale terribilmente convenzionale (Kings Horse, Shine On, All You Have To Do) oppure in un lago di finta rabbia post-adolescenziale che tenta di ricalcare il furore della ribellione giovanile di trenta anni fa (Put Your Money Where Your Mouth Is, That’s All Lies, Rit It Up). Il tutto eseguito attraverso i soliti rimandi alla tradizione pop britannica più o meno recente. Alludo in particolare ai Beatles (Shiny Magazine), fin dalla copertina stile vecchia foto di John Lennon, e agli Oasis (che si materializzano in pezzi come Bring It On Back e Come On Come On).

In poche parole: mentre il primo album poteva essere accolto in maniera tutto sommato positiva per la freschezza e la genuinità che lo contraddistingueva questo Shine On non può fare a meno di annoiare per lo schema oltremodo ripetitivo e piatto. Non vi è nessuna pretesa innovatrice rispetto al già poco originale Get Born, anzi, l’impressione che emerge è quella di un tentativo di riproporre un prodotto pressoché identico. Questo fatto già di per sé deprecabile è aggravato dal fatto che i Jet non riescono nemmeno in questo intento, dato che le belle ballate (ricordo Move On, Timothy) e il genuino rock’n’roll (Are You Gonna Be My Girl su tutte) di Get Born non vengono nemmeno minimamente raggiunte. Manca l’ispirazione poetica e si è persa per strada l’energia à la Rolling Stones (come potrebbe essere definito un pezzo insipido come Stand Up?). E allora ecco che i Jet si aggiungono alla lista di gruppi del cosiddetto “new rock” che non hanno saputo raggiungere il secondo album di vita (mi vengono in mente per analogia storica, geografica e musicale i Vines) senza perdere la dignità artistica. Della serie: “si stava meglio quando si stava peggio”.

 

V Voti

Voto degli utenti: 2,8/10 in media su 5 voti.
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C Commenti

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Marco_Biasio (ha votato 3 questo disco) alle 18:16 del 15 marzo 2007 ha scritto:

Yes

Pom-pa-tis-si-mi. E' di una piattezza unica questo album... yawn.