R Recensione

7/10

The Cribs

The Cribs

Inizio 2004.Non da molto gli Strokes hanno cambiato le regole del gioco, quel gioco che tanti mitizzano ciecamente e tanti altri condannano come moda passeggera nel suo continuo e periodico ripresentarsi.Le ragazzine tornano a strapparsi i capelli e a piangere per i belli del rock, i sapientoni snobbano le nuove band senza nemmeno ascoltarle.

In questo clima di eccitazione/repressione che più volte si è ripresentato nella storia della musica (ma non solo) esce l'omonimo dei fratelli Jarman also known as The Cribs.

Tracce di chitarre acerbe che si mescolano convulsamente e ritmi vertiginosamente punk fanno da sfondo a melodie ingenue e spavaldamente insicure. Mentre la prima traccia ("The Watch Trick") sembra una parodia (e probabilmente lo è) dei Cribs stessi, "Your Were Always The One" e "The Lights Went Out" catturano al primo ascolto tramite il loro ben progettato approccio naive. Sembra di sentire qualcosa dei Pavement, in versione ghiotta di speed e birra, pur senza perdere la tenera traccia melodica.

Il disco scivola via leggero nell'ascolto, in parte anche a causa della breve durata, ma soprattutto per la raffinata struttura melodica dei pezzi. Essa, contrapposta ad un arrangiamento piuttosto lo-fi e rozzo (provenienza Strokes), è forse il leit motiv di questo disco: ne sono testimonianza diretta "Things You Should Be Knowing", "Another Number",e la splendida fastballad "Baby Don't Sweat". Sono svariati anche gli episodi sfacciatamente melancolici: "Another Number" e "Trielle" ne sono un valido esempio.

Non c'è dubbio che gli Strokes abbiano influito nello sviluppo dell'idea di quest'album, ma mi sento di scrivere che i Cribs hanno aggiunto qualcosa all’equazione. L'inglesissimo orgoglio di essere imperfetti, un paio d'anni prima degli ora milionari Arctic Monkeys.

 

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Voto degli utenti: 4,5/10 in media su 2 voti.
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