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R Recensione

6/10

A Place To Bury Strangers

Onwards to the Wall

A Place To Bury Strangers, ormai lo si sa, tanto più qua in Italia dove la band newyorchese ama spesso tornare per qualche data live, significa rumore, pedalistica interstellare, batteria metallurgica e melodie post punk incise su un impasto shoegaze/noise a tre dimensioni. Questo ep riparte dove “Exploding Head” – il più diretto e accessibile dei loro due dischi – ci aveva lasciati, e lo fa con buoni numeri, ma anche con un’impressione di vaga fatica.

Dei cinque brani di “Onwards to the Wall” almeno un paio fanno pensare che il sovraccarico lacerante di frastuono nasconda pezzi non riuscitissimi (“It’ll Be Alright”, “Drill It Up”), con il sacerdotale Ackermann che si limita a qualche formula ripetuta e sfrigolata nel fuzz, ben coperto dal consueto mantello di suoni galattici che però – in sé – ormai dice poco.

Dove la band unisce linee vocali killer con riffoni travolgenti a quattro ruote motrici, tutto tira alla grande, vedi il serpentone di “So Far Away”, con tipico stop siderurgico a metà pezzo per rilanciare la coda di furia noise-pop (Crystal Stilts dopati di anabolizzanti). Con le stesse armi convince “I Lost You”, che potrebbe benissimo essere un out-take da “Exploding Head”, mentre è solo discreto il tentativo di inserire in questo inferno una voce femminile, nel pezzo più passatista del lotto (“Onward to the Wall”), trascinato da un basso fin troppo filologicamente Joy Division.

Se ne esce pur sempre, nonostante la brevità del tutto, col sangue alle orecchie. Waiting for something more.

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Voto degli utenti: 5,8/10 in media su 2 voti.
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C Commenti

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hiperwlt alle 16:04 del 12 aprile 2012 ha scritto:

gli a place to bury strangers sanno decisamente il fatto loro: tra i migliori nel revival post-punk/shoegaze/noise. "so far away" bordata eccellente, sì