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R Recensione

6/10

A Place To Bury Strangers

Worship

Di spazio per seppellire gli sconosciuti sembra essercene ancora, e così, al terzo disco, dopo l’assaggio dell’Ep "Onwards to the Wall", il trio noise-rock newyorchese decide di tenere la formula e darci dentro di rabbia. Ne esce il loro disco meno sorprendente, per quanto carico di roba buona, a conferma di una band che è, ormai, una piccola certezza.

Le scartavetrate di chitarra, al solito sfigurate da effetti spaziali qua davvero alieni, diventano pura violenza, soprattutto in una manciata di pezzi che sfiorano lo choc sonoro, senza però un adeguato tiro melodico a sostegno (“Revenge”, “Fear”, “Alone”). Dove Ackermann trova la linea vocale killer, in compenso, si gode, vedi soprattutto il finale post punk furioso di “Leaving Tomorrow” o “Mind Control”, con il tono spaventosamente baritonale a trascinare in una dimensione quasi horror. È in queste pieghe darkettone dove “Worship” scorre in piena continuità con l’ultimo "Exploding Head", con i bassi lacerati di distorsione e gli inserti noise a ferire di decibel in stile Big Black (benissimo resi nei live della band).

Insomma, tutto in preventivo, perché già lo sapevamo che gli A Place To Bury Strangers sono bravi a fare queste cose, e già possiamo prevedere che un pezzo come “Why I Can’t Cry Anymore”, travolgente nella furia quasi industrial dei ritmi e dei beat metallurgici, dal vivo farà (letterali) sfaceli. Alla fine il motivo di curiosità, allora, è qualche pezzo che scivola fuori dal canovaccio, come il noise-pop à la Crystal Stilts di “And I’m Up” (ottima!) o lo shoegaze più impalpabile di “Dissolved” (meno riuscita, e con il fantasma The Jesus And Mary Chain troppo svelato: la svolta a metà pezzo, in compenso, rimane cosa figa).

E pazienza le sorprese. Il triangolo di album firmato A Place To Bury Strangers, con questo altro vertice, ne esce bello indelebile, e magari già antologizzabile in un ottimo best of fai-da-te. Il difficile, per una band che trova la sua massima espressione in sede live, arriverà d’ora in poi, visto che lo spazio, dentro lo studio, sembra ormai gremito.

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Voto degli utenti: 6,6/10 in media su 6 voti.
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Cas 6/10
Voltaire 6,5/10

C Commenti

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Cas (ha votato 6 questo disco) alle 10:21 del 19 giugno 2012 ha scritto:

il disco si fa ascoltare anche se tutto rimane al di sotto delle potenzialità di cui potrebbe disporre la band (che però si, è una certezza e fa piacere che esista). in linea con la tua rece france'

hiperwlt (ha votato 6 questo disco) alle 11:31 del 20 giugno 2012 ha scritto:

manca una "so far away" o una "keep slipping away" a mandare in orbita, ma ho ascoltato il disco con discreto interesse ("you are the one", o lo sferragliare di "leaving tomorrow", per ora) . ripasso

target, autore, alle 11:45 del 20 giugno 2012 ha scritto:

Sono contento che anche secondo voi manchi qualcosa: tra il fatto che il mio pezzo preferito è il meno rumoroso ("And I'm up") e il fatto che su certe oltranze aliene dei suoni iniziassi a provare fastidio alle orecchie mi stavo preoccupando molto. Pensavo che fosse tutta colpa del mio inarrestabile invecchiamento. Invece mi consola pensare che non tutta la colpa stia lì...

Voltaire (ha votato 6,5 questo disco) alle 9:32 del 14 agosto 2012 ha scritto:

Dopo aver ascoltato Exploding Head a manetta, Worship non mi ha esaltato molto.

Franz Bungaro (ha votato 8,5 questo disco) alle 9:47 del 5 ottobre 2012 ha scritto:

Mi dispiace essere clamorosamente in controtendenza. Quest'anno ho ascoltato poche cose che mi hanno fatto zompare come quest'album. Se cerco adrenalina, cupa e guardascarpica, quest'anno vado qui.