Dinosaur Jr
You re Living All Over Me
Il noise non è solo rock: nulla di cadenzato e compatto. Niente riff granitici né strutture ben disegnate
Il noise non ti fa battere i piedi, ma indica un cielo nebuloso: in un certo senso, è la negazione del rock, o meglio il suo figlioccio bastardo e deviato per eccellenza, perché non celebra né smuove nulla. In realtà, non fa altro che metterti a sedere per aprire voragini enormi nel tuo cervello.
La sua accidiosa imballabilità è appena bilanciata da melodie sussurrate e giusto percettibili, spesso di una malinconia straziante.
In alcuni casi (leggasi: Sonic Youth) il noise è anche se non soprattutto sofisticato strumento che esplora le possibilità della chitarra rock, reinventandole un ruolo nuovo: le accordature aperte e stranianti di Moore & soci sono un labirinto di stratificazoni e di nuovi significati possibili, sono cerebralità e intelligenza lirica.
In altri casi, al contrario, questa volontà programmatica di costruire qualcosa di rivoluzionario sembra mancare del tutto (anche se, in fin dei conti, i risultati sono altrettanto originali): e il nome che meglio impersonifica questo filone scazzato sono i Dinosaur Jr, la celebre band bostoniana capitana da J Mascis.
Nei Dinosaur Jr la chitarra del leader si prende il compito di travolgere l'ascoltatore a forza di feedback, wah-wah, brevi riff melodici devastati da squarci di rumore e dilungati in assoli che proiettano nel futuro i momenti migliori di Neil Young.
Ma non vuole comunicare, non vuole significare, non si propone scopi da perseguire. E' solo la raffigurazione (forse inconsapevole) di uno stato di catalessi ove abbandono, apatia, scoramento e sfiducia sono elevati all'ennesima potenza. Nessun pericolo, dunque. Nessuna mossa intelligente, nessuna premeditazione: solo la mente riportata allo stato primitivo, solo una coscienza appiattita e brutalizzata.
I Dinosaur Jr sono Thurston e Moore senza il loro (sublime) carico di pretenziosità intellettuali, e anche il prodotto di due cantautori che trovano nel rumore il sistema più efficace per esprimere il groviglio di sensazioni contrastanti che nascondono nel cervello.
I testi confermano la tesi: sono gravidi di adolescenza e di post-adolescenza disturbate, trasudano silenzio, incapacità di comunicare (Go to connect with you girl, but i forget how). Apatia e "serena" rassegnazione: l'idea di fondo che siano dimessi e un po' tristi, ma forse non depressi, e che sotto sotto gli basti rinchiudere la porta della camera e alzare il volume a mille per provare a dimenticare tutto.
I Dinosaur Jr sono il prototipo della band indie che verrà, tutta intimismo malato e ribellione che di fatto si traduce in un semplice lamento dallo sguardo incerto: si compie con loro il trapasso verso la generazione X di Nirvana & soci, ma senza il successo che arriderà alle band di Seattle.
E questo vale anche dal punto di vista prettamente musicale: come faranno poi a Seattle, i Dinosaur Jr ripescano a piene mani nella tradizione hard-rock (anche per le notevoli capacità strumentali), nel cantautorato mesto del Neil Young post-reflusso e nelle impennate atroci della sua chitarra.
Dell'hardcore-punk conservano invece l'impatto scalcagnato e il nichilismo, invertendolo però in una forma di paranoia apatica e senza spiragli di luce tipicamente underground 80's.
You're Living All Over Me, titolo che riflette anche la difficile situazione vissuta all'interno della band, è il lavoro definitivo di Mascis: sfilacciato ed inafferrabile, trasforma la canzone d'autore "tradizionale" in un flusso di coscienza che prende spunto dagli anni '70 e porta direttamente ai '90 alternativi. Lavoro definitivo anche perché ogni pezzo è memorabile nella sua impareggiabile piega malinconica: Little Fury Things, Sludgefeast e The Lung sono territorio di caccia per i miracolosi effetti di Mascis alle sei corde (tecnicamente poco ortodossi ma a loro modo impeccabili), oltre che per fraseggi melodici incantevoli e scoratissimi.
Intonati ai limiti della forzatura, ma anche per questo estremamente affascinanti, perché calati in un contesto apparentemente stridente.
Poledo è il pezzo più sperimentale e contemporaneamente antiquato del disco, quasi un classico country calato fra nastri che si contorcono e arditezze varie (ad opera, in questo caso, di Barlow, timido e nervoso a sufficienza da essere il complemento-nemico perfetto per il dispotico e apatico Mascis), il tutto fuso in un continuum ancora oggi abbastanza sbalorditivo.
Altrettanto interessante è Tarpit, ballada immersa in un fragore che pare quasi shoegaze ante-litteram. Show me the way, già pubblicato su EP datato 1987, è invece rock classico in versione Mascis.
La musica è lo specchio dell'anima: e i Dinosaur Jr, in effetti, hanno le sembianze di tre ragazzi di provincia sfaccendati e alienati (di primo acchitto, decisamente poco interessanti), la cui lucidità pare affogata dallo stesso rumore che producono sul palco.
Non credo di essere lontano dalla verità: il noise era e rimane la celebrazione sommessa (e non poteva essere altrimenti) di uno stadio mentale e fisico legato indissolubilmente alle incertezze dovute all'età ed a un contesto culturale percepito come "alieno"; il noise è il sound della (post)adolescenza più fragile e ombrosa, oramai lontana dall'ortodossia hardcore anche dal punto di vista ideologico. Il rumore della chitarra, allora, è più che altro una maschera protettiva: non fosse così, non suonerebbe tanto affascinante, non ci rapirebbe con tanta efficacia.
Tweet