R Recensione

8/10

Hauschka

Ferndorf

Io lo dico, poi siete liberi di fregarvene. Questo disco è un gioiello. Una pietra preziosa, purissima, perfettamente levigata. Una perla creata per produrre soddisfazione sensoriale diffusa, per ingenerare benessere negli animi degli astanti.

Hauschka è il nome d’arte di Volker Bertelmann, pianista/compositore di Dusseldorf attivo da circa cinque anni. La sua specialità è quella di suonare il “piano preparato”, ovvero di profanare la sacralità sonora del pianoforte inserendo oggetti vari sui martelletti o sulla tastiera. Non che si tratti di una novità, visto l’ampio ricorso a queste tecniche effettuato da John Cage o, ancor prima, da Henry Cowell e Erik Satie. Eppure, Hauschka riesce ad inserire il suo piano preparato in partiture ambient/cameristiche brillanti, facendo emergere la peculiarità del suo strumento come vero e proprio valore aggunto.

Rispetto al precedente “Room to expand” (2007), “Ferdorf” perde ogni elemento elettronico ed approda ad una forma musicale vicina a certo post-rock da cameretta tanto di moda qualche anno fa. Il “prepared piano” di Hauschka, facendosi accompagnare da un violino, due violoncelli, un trombone e una chitarra, si avvicina più spesso alle ricche partiture suonate dai Rachel’s che agli isolazionismi ambient dei pur coevi Johànn Johànnsson, Balmorhea e Olafur Arnalds. Avrete già intuito di cosa stiamo parlando: bozzetti strumentali carichi di tensione nostalgica (“Blue Bicycle”) che a volte si trasforma in implosioni ritmiche (“Rode Null”), atmosfere cariche di nebbie medioevali (“Freibad”), minimalismi ermetici (“Barfuss durch gras”), momenti di maestosa tristezza (“Alma”) e concessioni al minimalismo tipico di certa musica classica contemporanea (“Nadelwald”).

Musica per cuori infranti in cerca di aiuto. Avete presente la scena finale del film “Il favoloso mondo di Amelie”, quando il valzer di Yann Tiersen trascina via lacrime e sorrisi a bordo di una bicicletta? Ecco, la sensazione è quasi quella. Se vi sembra poco… .

V Voti

Voto degli utenti: 6,8/10 in media su 4 voti.
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C Commenti

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Roberto Maniglio (ha votato 8 questo disco) alle 23:40 del 8 gennaio 2009 ha scritto:

A mio parere uno dei migliori 30 album in assoluto del 2008. Fabio bella la recensione; vedo che citi Balmorhea e Johann Johannsson: mi sei simpatico, perché devi sapere che i loro album del 2008 sono i miei due album preferiti dell'anno.