Muse
Origin Of Symmetry
Secondo album dei Muse, ma sicuramente non secondo per importanza. Anzi, “Origin Of Symmetry” è l’album più espressivo del trio. Si inizia a conoscere ed apprezzare di più la band e, soprattutto, comincia quello che è l’allontanamento da una delle solite etichette che, da sempre, accompagnano i nuovi gruppi. Infatti, i Muse, vengono anche tutt’ora definiti “Nuovi Radiohead”. Ma quest’album mostra tanta individualità musicale, di un gruppo che si va’ sempre più affermando, piuttosto che “rifacimenti ad altri gruppi”. Ma si sa, ormai ogni gruppo deve passare sempre per le solite dicerie.
Qui si inizia a conoscere anche quello che è il genio di Matthew Bellamy pianista, che, come lui stesso afferma, si ispira a compositori quali Chopin o Rachmaninov.
L’album ha sformato due singoli di gran successo: Plug In Baby e New Born, trascinando con sè grande popolarità.
E proprio con New Born si apre l’album, che da un’atmosfera iniziale piuttosto quieta sfocia in una musica carica di energia esplosiva che, credetemi, nei live è qualcosa di spettacolare.
Bliss ha un sottofondo alquanto particolare, che naturalmente grazie all’accompagnamento di basso e batteria, e l’utilizzo di particolari effetti sulla chitarra, creano una canzone molto particolareggiata.
Space Dementia ha un intro di piano a dir poco affascinante, che pian piano va’ ad esplodere grazie a colpi di rullate della batteria. Davvero spettacolare anche sentire la voce di Matthew Bellamy che passa da quasi sospirata fino ad esplodere in potenti acuti.
Hyper Music, invece, è totalmente carica di energia, come anche, naturalmente, Plug In Baby, cavallo di battaglia dei Muse, con un orecchiabilissimo riff di chitarra che ormai tutti conosciamo, e la potenza di un basso sintetizzato che accompagna con la batteria il tutto.
Citizen Erased, a parer mio, è il capolavoro dell’album. 7 minuti e 21 secondi che tracciano qualcosa di incredibile, con un testo subliminale e una musica che riesce a rapirti completamente. Potente nelle parti di chitarra per poi lasciarsi trasportare da accennati riff e la voce che si adegua ai diversi cambiamenti “d’umore” della canzone... È davvero spettacolare!Per non parlare poi, della parte di piano nella parte finale della canzone, dove tutto ci si aspetterebbe, tranne che di un finale del genere.
In Micro Cuts gli acuti di Bellamy arrivano al culmine, e la musica riesce a rapiti… È subliminale!
Screenager, invece, ci porta in un’atmosfera pacata (N.B. la canzone ha forte somiglianza in una o più parti a “Ibrahim Ferrer & Omara Portundo – Silencio).
Di Darkshines colpisce molto il giro di basso e la voce quasi sofferente, mentre in Megalomania l’attenzione principalmente si sofferma sull’ascolto dell’organo registrato da Bellamy a St. Mary’s Church presso Bathwick (UK), che conclude direi perfettamente l’album, con un pizzico di calma che pone un attimo di freno a ventate di estroversione e brio musicale.
Tra Darkshines e Megalomania, ascoltiamo Feeling Good, cover di Nina Simone, dove piano e voce si accompagnano reciprocamente e il megafono utilizzato, direi è stata un’idea più che brillante. Cover degna di lode, uno dei pezzi più belli dell’album.
Peccato che Origin Of Symmetry non è stato pubblicato anche negli USA (come è successo, ad esempio, per This Is My Truth Tell Me Yours dei Manic Street Preachers, ritenuto troppo noioso), magari avrebbe ottenuto tanto successo anche oltreoceano.
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