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R Recensione

7/10

!!!

Myth Takes

Si scrive !!!. Si traduce (o almeno, lo affermano loro, sulle copertine di ogni loro album) Chk Chk Chk. Si dovrebbe leggere, in teoria, Cic Cic Cic. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze: sotto questi tre segni d'interpunzione secchi e seriosi si nasconde in realtà uno dei gruppi più schizzati e divertenti del Nuovo Millennio.

Nelle teste di questi otto folli californiani di Sacramento, però, non frulla solo l'idea di crearsi un nome strambo e fuori dagli schemi. Perchè anche la musica che creano è decisamente anticonvenzionale: la loro è un'accozzaglia di dub, funk, electroclash, punk rock, disco, e (radici) hardcore. Supponete che i Gang Of Four e i Clash incontrino per strada i Rapture, e tutti insieme decidano di irrompere in un dancefloor affollato. E mettete magari che alla consolle ci siano gli LCD Soundsystem, aka coloro che hanno rilanciato il punk funk in America. Ecco, ora potete avere una vaga idea di come suoni il gruppo. Un risultato decisamente sorprendente: e non a caso si chiamano !!!...

Myth Takes”, il loro nuovo lavoro, esce a sei anni di distanza dall'omonimo debutto e a tre dalla centrifuga sonora che era “Louden Up Now” (2004), album nel quale si erano fatti conoscere al grande pubblico. La formula rimane invariata: ritmica scatenata, chitarre spesso dure ed acide, beat rapidi che si alternano a colpi di genio ispirati dai luccichìi stordenti di una strobosfera gigante. Una buona occasione per ballare e, allo stesso tempo, ascoltare qualcosa di innovativo, speciale, fuori di testa.

La linea intrapresa dai Nostri si carpisce all'istante, con il primo, spiazzante pezzo, “Myth Takes”: atmosfere in stile Far West, chitarre in salsa western, vocalism recitato quasi sussurrando, pur mantenendo un ritmo coinvolgente, in linea con la cassa di Pugh in sottofondo. La seconda canzone, “All My Heroes Are Weirdos”, è una sorta di rap serrato accompagnato da una tastiera dannatamente glamour, con ispirazioni acusticoidi che si alimentano con loop riecheggianti.

Must Be The Moon”, invece, è un viaggio psichedelico in una navicella spaziale, con tanto di simil-falsetto, dove fortissime si sentono le influenze, combinate, di new wave e disco funk, in un continuo tintinnio metallico di bassi. La tastiera che apre “A New Name” dà il via ad una scarica di electroclash tremendamente anni '80, fra volteggi funkeggianti e timide trombe soffocate sotto il sintetizzatore.

Ma ancora spazio alle citazioni, seppur rilette in chiave personale: l'incipit della quinta “Heart Of Hearts” sembra scritto in dolce compagnia degli Autechre, anche se poco dopo la composizione prende tutt'altra piega, per andarsi a rifugiare sotto la protezione del dub, col beneplacito di disco e rock. Fastidiose distorsioni allucinate, che precedono un pianoforte timoroso, spianano la strada a “Sweet Life”, brano in cui la carica punk si rivela essere l'arma in più di un miscuglio astruso con falsetti e tastiere. Ma c'è spazio anche per “Yadnus”, un pezzo rigido e severo, scandito ossessivamente dalle percussioni, dove vengono evitate, per una volta, sperimentazioni troppo azzardate, preferendo seguire uno schema collaudato (poco spazio agli acuti, quasi niente ai beat dub): e, nonostante tutto, è una delle prove più convincenti del lavoro.

La lunghissima “Bent Over Beethoven” (più di otto minuti) ha il difetto di essere un po' frammentaria e ripetitiva, in quanto ricicla, più di una volta, ritmi provenienti dalle canzoni precedenti, per riproporli in un contesto a metà fra il cantato e lo strumentale. La sorpresa è grande quando arriva “Break In Case Of Anything”, canzone vagamente jazzata, che riattiva la circolazione sanguigna degli arti inferiori con elettronica veemenza, ispirandosi talvolta a qualche sample new age.

E la chiusura, che arriva con “Infinifold”, è in perfetto stile !!!: stramba, imprevedibile, maledettamente ritmica... chi si sarebbe immaginato che gli otto avrebbero inserito una ballata di pianoforte, con una struttura circolare, come ciliegina sulla torta?

Traendo le conclusioni, “Myth Takes” è certamente un buon disco: non pesante, ma allegro e scatenato, senza troppe pretese, se non quella di far muovere sulla sedia gli ascoltatori. L'unica tiratina d'orecchi che si deve fare ai californiani è per il vizietto di scadere nella prolissità, con pezzi ripetitivi o troppo ardui nel loro tentativo di stupire continuamente l'ascoltatore. Per il resto, promozione piena. Are you ready for Chk Chk Chk?

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Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 9 voti.
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krikka 7/10
Cas 5/10
REBBY 5/10

C Commenti

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DonJunio alle 12:38 del 11 marzo 2007 ha scritto:

!!!

il primo album era abbastanza divertente, vediamo come è questo...ottima recensione!

Marco_Biasio, autore, (ha votato 7 questo disco) alle 18:43 del 11 marzo 2007 ha scritto:

Cic Cic Cic

Bello e divertente pure questo, anche se un po' ripetittivo. Grazie dei complimenti.

Marco_Biasio, autore, (ha votato 7 questo disco) alle 18:44 del 11 marzo 2007 ha scritto:

Ripetittivo?

Con una t, ovvio...

killingjoke (ha votato 9 questo disco) alle 18:12 del 14 agosto 2007 ha scritto:

fighi

disco d'indubbia qualità,mai scontato,ne consiglio l'ascolto

Neu! (ha votato 6 questo disco) alle 22:57 del 2 novembre 2007 ha scritto:

ma io mi chiedo. che senso ha dare tutti questi 9!? nove uno lo dà rarissimamante... ne consiglio l'ascolto è 7! non 9! il disco? così così

Suicida (ha votato 7 questo disco) alle 13:52 del 14 dicembre 2007 ha scritto:

Niente di innovativo, ma pur sempre un ottimo disco.