R Recensione

9/10

Mark Eitzel

The Invisible Man

The Invisible Man“ è il quarto album solista realizzato da Mark Eitzel, ma il primo che il leader degli American Music Club decide di produrre in piena solitudine, senza il contributo di importanti collaboratori esterni, come avvenuto per i precedenti.

In equilibrio tra le strutture acustiche del country, forme pop e decori elettronici, “The Invisible Man” è un opera che riscrive a suo modo le regole del songwriting, partorendo atmosfere cui è difficile associare dei precedenti. Le sonorità trovano la loro forma ideale nel connubio di chitarre e sintetizzatori, accompagnate non di rado da incursioni della pedal steel e di strumenti a fiato.

Eitzel dimostra qui di volersi mettere in gioco, a costo di spiazzare l’ascoltatore aprendo in balia dell’elettronica (“The Boy with the Hammer”) o lasciandosi andare, più avanti, a ritmi pop dal facile ritornello (“Seeing Eye Dog”).

Ma l’uomo invisibile, alter ego di Eitzel stesso, chiede in primo luogo attenzione. Ed invita ad andare oltre l’apparenza, a superare il limite del visibile e a scoprire le piccole verità depositate in brani che aprono il cuore, narrando storie di malcelata rabbia (“To the Sea”), di frustranti quotidianità (“Can You See?”), di caustica ironia (“The Christian Science Reading Room”), mentre il più primordiale dei sentimenti, l’amore, trova il suo inno nel grido soffocato di “Without You”, organo e corni ad ammantare un canto sconsolato e a ribadire la perdizione dei sensi.

La bellezza dei versi (“Se io avessi una canzone da dissolvere in sonno, forse tu potresti ascoltarla in uno dei tuoi sogni” canta in Sleep) ci accompagna lungo il cammino introspettivo cui siamo costretti.

La meta finale è un inaspettato idillio di country-rock gioioso e spontaneo (“Proclaim your Joy”), quasi a ricordarci che anche la sofferenza va affrontata con la dovuta leggerezza d’animo.

In tutto questo “The Invisible Man” finisce per rappresentare una indispensabile chiave di lettura per comprendere i percorsi musicali e le contaminazioni sonore di questi ultimi anni, ma anche uno straordinario libro aperto sulle contraddizioni dello spirito contemporaneo.

V Voti

Voto degli utenti: 4/10 in media su 1 voto.
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C Commenti

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Nadine Otto alle 9:54 del primo febbraio 2008 ha scritto:

Bellissima musica, bella rece, complimenti!