R Recensione

10/10

Red House Painters

Down Colorful Hill

Curioso come una raccolta di demo come questa sia poi diventata un'opera imprescindibile all'interno del movimento Sadcore e degli anni '90 tutti. Sei canzoni con le quali il gruppo si aggiudicò il contratto dell'etichetta shoegaze e dream-pop per eccellenza, la 4AD. Sei canzoni dagli arrangiamenti scarni, dai ritmi lenti e dalla produzione tanto sobria da poter spesso sentire il respiro del cantante, Mark Kozelek. Sei canzoni di languida bellezza. Una bellezza ipnotica, intensa e fortemente triste; mai il termine “sadcore” risultò tanto appropriato.

Infatti, sul disco aleggiano tentazioni suicide, prorompenti nostalgie e forti turbe esistenziali; eppure, il tono delle tracce non è disperato, bensì disilluso; domina una fredda, distaccata, solitaria sensazione di dolore. Quello lanciato da Kozelek e soci non è un urlo, ma una preghiera, riassunta nel titolo della traccia musicalmente più spensierata dell'album, Lord Kill The Pain, “Signore, uccidi il dolore”.

I Red House Painters rielaborano magistralmente le loro diverse influenze, dai capostipiti del Sadcore, gli American Music Club, al folk rock di Paul Simon, dalle suite cantautoriali di Lisa Germano fino all'indie rock dei R.e.m., nell'arco di un viaggio iniziato con i delicati arpeggi della splendida 24 e concluso con la commovente, nostalgica epistola di Michael, una delle più belle canzoni mai scritte sul tema dell'amicizia. Un disco intensissimo, che trascina l'ascoltatore in un vortice di malinconia, pathos e delicatezza, nonché un ineguagliabile gusto per la melodia. Splendido ed importante.

V Voti

Voto degli utenti: 9,3/10 in media su 34 voti.

C Commenti

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gerogerigegege (ha votato 8 questo disco) alle 14:10 del 6 giugno 2007 ha scritto:

che lacrimoni...

Lux (ha votato 10 questo disco) alle 12:41 del 14 aprile 2008 ha scritto:

10!

Il disco emotivamente più intenso dei 90 insieme a TDS e qualcun altro..

fabfabfab (ha votato 9 questo disco) alle 9:20 del 14 giugno 2008 ha scritto:

azz...

Eccellente. Un gradino sotto l'ottovolante.

carroarmadillo alle 16:06 del 8 settembre 2008 ha scritto:

Mi piacciono molto quelle recensioni in cui gli autori inseriscono qualche elemento biografico. Tutte le volte che leggo una recensione di questo album (perchè ce ne sono tante in rete) spero che qualcuno parli in modo più approfondito di 24. Adoro in particolare i versi conclusivi "oldness comes to rile the youth who dream suicide", perchè riassumono in modo efficace quel passaggio dall'adolescenza all'età adulta, quella che per intenderci potrebbe essere indicata come "crisi dello young-adult". Quasi ogni adolescenza è segnata da fantasie autodistruttive, anche abbastanza ridicole. Passata l'adolescenza si avverte un vuoto immenso di cui si fa fatica a parlare e quell'idea di suicidarsi si converte in una ricerca di qualcosa che si traduce a sua volta in una perdita di tempo. Si comincia a non accettare più il fatto che il tempo passi, così ci si rifugia in ricordi pre-adolescenziali, si ricordano dei luoghi in particolare (ognuno di noi avrà avuto la sua colorful hill), in amicizie del passato (Michael). Si cominciano ad accettare tutti gli aspetti di questo passaggio alla vita adulta ma diventiamo cinici per poter sopravvivere psicologicamente alle scarse prospettive di poter vincere nella vita ... Lord Kill The Pain è una specie di "già che ci sei toglimi tutti dalle pal**, fammeli vedere mentre crepano, tanto peggio di così non si può!"

Io l'ho interpretato così l'album, ma non ho trovato un solo cristiano che mi avesse dato ragione. Forse sbaglio ... ritorno a pulire le pentole, oggi mi sono fatto una matriciana fantastica ma ho tutti schizzi di sugo sulle mattonelle ... evvabbè - Ciao.

Paranoidguitar (ha votato 10 questo disco) alle 14:18 del 24 novembre 2008 ha scritto:

10 secco. Pochi sono i dischi da cui sgorgano emozioni così intense, laceranti, profonde, viscerali. Alcuni dischi ti cambiano la vita, altri no. Questo la cambia decisamente.

4AS (ha votato 9 questo disco) alle 16:47 del 26 novembre 2008 ha scritto:

la recensione è molto breve però hai sottolineato in maniera molto intelligente un aspetto fondamentale di questo capolavoro: il tono delle tracce non è disperato, ma disilluso. E' proprio questa la sensazione trasmessa dalla voce del cantante e dagli arrangiamenti "essenziali" del disco. comunque è veramente emozionante

Bellerofonte (ha votato 9 questo disco) alle 18:45 del 13 aprile 2010 ha scritto:

Mamma mia. Brividi. Questo disco mette i brividi e Michael è una delle canzoni più malinconicamente belle che si possano sentire

salvatore (ha votato 9 questo disco) alle 19:23 del 13 aprile 2010 ha scritto:

RE:

Ma ditelo allora... Qui diluvia da stamattina. Ora mi fate ascoltare Michael. Il prossimo passo è una lametta...

Filippo Maradei (ha votato 9 questo disco) alle 20:05 del 13 aprile 2010 ha scritto:

Un album incantevole. Complimenti per la scelta e la recensione

Gabriele alle 22:22 del 2 novembre 2010 ha scritto:

Disco che da oltre 15 anni entra ed esce continuamente dal mio lettore CD.

Gabriele

Utente non più registrato alle 16:06 del 5 luglio 2012 ha scritto:

Seee see se...ma The Blue Moods Of Spain dov'è?!!!...

B-B-B (ha votato 9,5 questo disco) alle 14:32 del 16 aprile 2015 ha scritto:

Bellissimo. La ripetitività in questo disco non risulta noiosa, anzi serve ad emozionare ancor di più l'ascoltatore. Fantastico!

NDP88 (ha votato 9 questo disco) alle 23:28 del 17 aprile 2015 ha scritto:

Se diamo 8-9 all'ultimo di Sufjan Stevens (Carrie & Lowell) a questo (o ai succitati American Music Club - California e Lisa Germano - Geek The Girl) che voto dobbiamo assegnare?

FrancescoB (ha votato 10 questo disco) alle 9:19 del 18 aprile 2015 ha scritto:

Beh questo è uno fra i pochi dieci insindacabili della mia vita, ma si va sempre a impressioni e valutazioni soggettive.

gabrigilli (ha votato 10 questo disco) alle 8:44 del 5 dicembre 2015 ha scritto:

Disco perfetto sotto ogni punto di vista,mi piacciono soprattutto Lord Kill The Pain,24 e Medicine Bottle.

baronedeki (ha votato 10 questo disco) alle 17:00 del 21 ottobre 2016 ha scritto:

C'e chi fa' un album e ne esce fuori un demo e tutti gridano al miracolo e chi fa' un demo e ne esce fuori un vero capolavoro . A distanza di quasi un quarto di secolo non e cambiato niente capolavoro era e tale è rimasto. Sei lunghe canzoni umili e maestose che ti entrano dentro per poi non lasciarti più. 24 è la mia preferita specialmente la coda finale.

bluesboy94 (ha votato 10 questo disco) alle 18:55 del 27 marzo 2023 ha scritto:

Votazione piena senza se e senza ma.

Gabriele alle 22:31 del 27 marzo 2023 ha scritto:

Fa piacere verificare che dopo anni questo topic ha ripreso vita e ciò legittima un mio commento che si presenta come un alito gelido che promana da un sepolcro scoperchiato.

Album che a mio parere è superiore al Mini "DOWN COLORFULL HILL", già di per sé stesso degno di venerazione

Un raro caso in cui un musicista riesce a fare "poesia" delle ripetizioni estenuanti e delle ridondanze di arrangiamento

Kozelek Guru indiscusso!!!!

Gabriele

zagor alle 23:21 del 28 marzo 2023 ha scritto:

meglio l 'Ottovolante per me, comunque per gli appassionati di quel tipo di cantautorato siamo al top. Da poco riascoltavo i Felt, mi hanno fatto proprio pensare ai RHP, credo fossero tra le loro influenze.