R Recensione

7/10

Jesu

Conqueror

Conqueror, seconda prova sulla lunga distanza dei Jesu, si trovava nella non facile situazione di dover bissare i fasti dell’omonimo capolavoro d’esordio. Soprattutto presentava incognite sulla scelta stilistica. Il gruppo di Broadrick aveva toccato un limite estremo della musica e per evitare di ripetere tristemente lo stesso schema era inevitabile un passo indietro. Dopo aver conciliato quindi metal, noise e post rock, con Conqueror Broadrick sceglie di mitigare i toni sferzando i suoni apocalittici con un industrial più soft, meno claustrofobico e cruento.

È evidente il maggiore spazio concesso ad atmosfere dilatate più “convenzionali” in rapporto al post rock. Il wall of sound viene abbassato di molti decibel con una netta affermazione dello shoegaze sul noise: maggiore spazio a melodia e suoni levigati a discapito del puro feedback. Ne viene fuori un disco più variegato del monolitico predecessore ma ugualmente denso di tragicità e violenza sonora. In mezzo a ritmi più trasognati e meno inquietanti resta la medesima sensazione di alienazione, di mal de vivre, di angoscia interiore, a creare un mood melanconico difficile da sostenere, di cui la title-track e Brighteyes sono un illuminante esempio.

Sprazzi di furore metallico si avvertono ancora in pezzi come Mother Earth e Old Year (in cui l’urlo di Broadrick assume connotati disumani e selvaggio, diviene un grido della giungla). E ugualmente non può lasciare tranquilli la chitarra tagliente di Transfigure che ne accompagna il languido cantato. Notevole è pure Weightless & Horizontal nel deragliare verso lidi epici mentre il riff ossessivo di Medicine riporta alla mente la potenza dei primi Black Sabbath e dei Metallica più maturi (fine anni ‘80). Stanlow chiude degnamente i 58 minuti di un disco imponente.

Non memorabile quanto l’esordio ma sicuramente di spessore notevole. L’impressione è che Broadrick adesso debba concentrarsi sulla ricerca di nuove vie espressive, che lo portino a evolvere da un modello musicale che altrimenti rischia di cadere nella sacca della ripetitività. In ogni caso Conqueror già presenta spunti di differenziazione sufficienti a farlo apprezzare da chi ha amato il disco precedente.

Non resta che da fare un’ultima raccomandazione: questo disco ascoltatelo di notte, possibilmente a luci spente. Renderà molto di più.

V Voti

Voto degli utenti: 7/10 in media su 6 voti.
10
9,5
9
8,5
8
7,5
7
6,5
6
5,5
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
Tapes 8/10
REBBY 5/10
Cas 6/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Cas (ha votato 6 questo disco) alle 21:22 del 8 dicembre 2007 ha scritto:

No, l'ho trovato incredibilmente noioso...

varlem alle 18:39 del 18 novembre 2011 ha scritto:

Buon album. Ti cattura. più equilibrato del precedente "jesu".