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R Recensione

7/10

!!!

THR!!!ER

Questo strano nome, !!! (chk chk chk), appartiene ad una band californiana di Sacramento giunta al suo quinto album in studio. !!! è il sottotitolo del film Ma che siamo tutti matti?, film comico-demenziale degli anni ottanta girato tra i boscimani. "Chk" è la rappresentazione grafica dello schiocco della lingua tipico di questa popolazione, che rappresenta, nel suo linguaggio, una lettera precisa.

Ed eccoci a noi: questo THR!!!ER è un album che viaggia a metà tra dance pop -a metà tra Daft Punk e reminiscenze anni ottanta-, e house anni novanta, con arrangiamenti estremamente curati che confermano la maturità artistica del gruppo. In quaranta minuti (e solo nove brani) la band statunitense riesce a creare un lavoro felicemente disomogeneo, come si scoprirà seguendo la scaletta.

La splendida Even When the Water's Cold ha un ritornello funk che non può che rimanere impresso (perchè non è uscito il singolo?) anche nella mente di un bambino di tre anni (e non è un modo di dire perchè il mio bimbo di tre anni, con tutta la musica che ascolto e che gli faccio ascoltare, durante le vacanze mi cantava -a modo suo- solo questa canzone). Segue, per alternanza, Get That Rhythm Night, spiccatamente house, e poi la splendida One Girl One Boy, dalla struttura solo apparentemente semplice, dove il ritmo è tenuto dalla chitarra funky che non è quella di Nile Rodgers ma potrebbe esserlo. Dopo un altro brano dove il pop si fa cupo (Fine Fine Fine) segue, come dicevamo per alternanza, il brano più acid house del lotto, Slyd, tra risate, parlato, coretti eighties e ritmi ipnotici decisamente anni novanta. Dopo un altro buon brano come Californyeah, ibrido disco-rock, segue un brano spiccatamente dance come Except Death, nel quale i cori in falsetto richiamano gli Ok Go di End Love o di WTF. Un brano forse sottovalutato ma forse tra i migliori del lotto è Careful, che vira verso un'elettronica di marca Depeche Mode: le strofe potrebbero essere cantate proprio da Dave Gahan e i ritornelli dai Bee Gees; la ripetitività del basso e della batteria ipnotizzano l'ascoltatore mentre il finale gioca sulle variazioni elettroniche alla Daft Punk.

Chiude Station (Meet Me At the), decisamente rock, tra Local Natives e Veils.

Resta l'impressione di un album ben confezionato e pieno di idee originali. E' difficile che un album di questo genere possa entusiasmare la critica, motivo per cui, forse, difficilmente qualcuno potrà arrivare a valutarlo un capolavoro. Sono però scongiurate anche le valutazioni eccessivamente negative, perché uno dei grandi pregi di questo lavoro è il suo essere votato ad un easy listening mai tramutato in noia, cosa non scontata per un album dance. E' stato un buon ascolto per l'estate appena passata: ascoltarlo adesso potrà allontanare psicologicamente il freddo dell'inverno che sta per arrivare.

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Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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ciccio 8/10

C Commenti

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mendustry (ha votato 7 questo disco) alle 12:14 del 30 novembre 2013 ha scritto:

Il disco è molto bello ma hanno perso quel qualcosa che aveva caratterizzato gli esordi: la follia.