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R Recensione

7/10

Baustelle

I Mistici dell'Occidente

Il contratto prevede un disco ogni 18 mesi per un totale di tre dischi più opzione per un quarto. Con un pochino di ritardo i ligi Baustelle consegnano il master de “I Mistici Dell'Occidente” al colosso Warner/Atlantic: è il ritorno di una delle band di maggior spessore dell'ultimo decennio, protagonisti di una crescita esponenziale (artistica e di riscontro commerciale) senza dubbio ragguardevole.

Per il nuovo lavoro i Baustelle, definitivamente ridotti al trio Bianconi-Bastreghi-Brasini, si servono di una sezione ritmica di pura seta cachemire: il bassista Alessandro Maiorino (già con loro nel precedente album e sessionman per jazzisti di fama internazionale come Petrella, Rava, Basso), e il batterista Zeno De Rossi (Enrico Rava e Capossela) che divide i tamburi con lo statunitense Gary Sullivan. La scelta per la produzione e missaggio cade su Pat McCarthy, balzato agli onori della cronaca per i suoi lavori con i R.E.M. (in verità si tratta degli ultimi scialbi dischi della band di Athens).

Molto si è dibattuto riguardo la sempre più cristallizzata formula di colto citazionismo maniacale che affligge l'epopea baustelliana, i più intransigenti lamentano qualche (innegabile) ammiccamento lirico di troppo ai cosiddetti giovini intellettualoidi radical-chic, una cosa è certa: i Baustelle si sono trasformati in un gruppo malinconico e sconsolato, hanno perso il fresco sense of humour dei primi lavori, la componente cazzeggiona nella loro opera è svanita. Anche i sensazionali singoli di un tempo cominciano a latitare: l'ultimo veramente efficace è stato “La Guerra È Finita”.

Ad anticipare l'uscita del nuovo album ci pensa il singolo “Gli Spietati”, esile retro pop rafforzato nelle strofe da una sezione fiati che riecheggia le colonne sonore di Gianni Ferrio.

È la prima volta che i Baustelle ripercorrono orme già tracciate, per buona parte “I Mistici Dell'Occidente” si muove nello stesso scenario del suo brillante predecessore: si riparte quindi da dove era terminato “Amen, dalla splendida mini suite “Ethiopia”/“Andarsene Così”. “L'Indaco” ne conserva il tratto solenne, la lucida poetica, il perfetto bilanciamento melodico. La lunga introduzione monastica, la dilatata fuga in crescendo e l'ipnotica coda del flauto traverso sono qualcosa di strabiliante grazia e beltà.

Tutti i brani, naturalmente, mantengono le caratteristiche ricorrenti della forma-canzone baustelliana, compresa una miriade di citazioni più o meno velate: da Pasolini a Montale, da Yanez de Gomera a Battiato, eviteremo di incartarci nella gazzarra delle interpretazioni che, ne siamo certi, potranno prestarsi alle ipotesi più diverse e contraddittorie. La seconda traccia, “San Francesco”, riporta il disco alla prevedibile modalità pop rock ortodosso; molto più interessante la titletrack, nella quale elementi cantautorali e respiro sinfonico si fondono con la indomita passione spaghetti western del trio toscano. È a questo punto che accade l'impensabile: quella che si preannuncia come la coda strumentale più interessante del disco senza una motivazione plausibile viene mozzata, proprio quando una flessuosa tromba inizia a volteggiare sullo spartito in un solo di grande impatto emotivo. Un errore di valutazione imperdonabile. Irrimediabile.

Il pop pungente di “Le Rane” (la scelta migliore per un singolo), è un'amara e irreversibile riflessione in stile “Ragazzo della Via Gluck”, su di un incedere ritmico che rasenta la “Coffee & TV” dei Blur. Lontani echi di sofisticatezze modello “La Moda Del Lento” emergono in “Follonica” e “Il Sottoscritto”, due tracce da annoverare tra gli episodi migliori del disco, così come il belcantismo da soundtrack di “Groupies”, mentre “La Canzone Della Rivoluzione” è un rock tirato assolutamente superfluo.

Amen” ci aveva regalato una Rachele Bastreghi in grande spolvero sia in veste di cantante che come compositrice e arrangiatrice, il nuovo disco ce la restituisce decisamente più in ombra: un semplice calo d'ispirazione o un giro di vite voluto dal Bianconi? Fatto sta che per ascoltare la sua voce (eccezion fatta per un paio di strofe ne “Gli Spietati”) bisogna aspettare la nona traccia, “La Bambolina”, musicalmente pregevole, concettualmente una ramanzina abbastanza logora.

Ci si avvia alla conclusione con le gradevoli palpitazioni di “L'Estate Enigmistica”, tratta dalla collezione primavera-naif del “Sussidiario Illustrato Della Giovinezza”. In chiusura la quieta disperazione di “L'Ultima Notte Felice Del Mondo”: una tromba dallo stile leggero e discorsivo ne tratteggia il profilo epico, ma è ormai tardi per il rimpianto e il rimorso, a questo punto la voce della Bastreghi si è trasformata in qualcosa di vulnerabile e letale. 

I Mistici Dell'Occidente finisce qui: nessun miracolo. I primi due dischi della band toscana rimangono ineguagliabili (speravate di sentircelo dire eh?), e lo diciamo senza farci attanagliare dalla nostalgia canaglia: anche l’effetto sorpresa si è esaurito, ma chi li aspettava al varco con le carabine puntate dovrà riporle nell'armadio, o quantomeno caricarle a salve. Il nuovo disco dei Baustelle è un’eccellente lezione di prevedibilità.

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Voto degli utenti: 6,8/10 in media su 32 voti.

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salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 15:43 del 7 aprile 2010 ha scritto:

Il disco l'ho ascoltato. Mi piace decisamente. I Baustelle sono una grandissima band e al di là di tutto il vociare che si portano dietro, fino ad ora, tra lavori più o meno ispirati, non hanno sbagliato un colpo. Per trovare degli altri artisti che abbiano messo d'accordo critica e pubblico come hanno fatto loro bisogna tornare indietro di almeno 20 anni, se non di più. E questo vorrà pur dire qualcosa... Che piaccia o no, Bianconi e company stanno scriveno una pagina importante nella musica italiana. Per il voto, aspetto di ascoltarlo ancora un po'. Bravo Paolo! (per la recensione in sè - veramente ben fatta - e per il "coraggio" di essertene incaricato). Deve essere stata una bella gatta da pelare

target (ha votato 7 questo disco) alle 15:45 del 7 aprile 2010 ha scritto:

Qualche considerazione in libertà: 1. d'accordo con Paolo sulla sguaiatezza di alcune code mozzate. E' una delle differenze più vistose tra questi Baustelle che devono consegnare i master in 18 mesi e quelli delle origini: nel "Sussidiario" e nella "Moda" le code dei brani erano dilatate, fantasiose, tanto da vivere quasi di vita propria ("Love affair", per dirne una). Qui sembra che spesso ci sia fretta di finire. O che ci sia poco da dire oltre alla melodia. 2. Dopo "Amen" speravo in un asciugamento degli archi, ma così non è stato. Danno troppo sussiego. Preferirei, personalmente, una maggiore nudità, o, in alternativa, le decorazioni più leggere e svolazzanti di Massara. 3. Di pezzi buoni, in ogni caso, mi pare che ce ne siano. Più o meno concordo con il buon Paolo su alcuni titoli ("Follonica", "Rane" e "Groupies" su, "Rivoluzione" e "Spietati" giù).

grantleebuz (ha votato 6 questo disco) alle 22:19 del 7 aprile 2010 ha scritto:

che dire... ho letto alcune interviste e ho trovato un po di tristezza in alcune recenti dichiarazioni. non vorrei che i ragazzi si sentissero un po chiusi in una gabbia d'oro con l'ansia di produrre un disco ogni due anni (per forza). disco tre stelle cmq livello medio sempre abbastanza alto imho.

marco salanitri (ha votato 9 questo disco) alle 23:02 del 7 aprile 2010 ha scritto:

La coda di "le vacanze dell'83" è una delle più belle cose mai realizzate dai Baustelle.

Come anche la lunga e psichedelica coda della ghost track "Beethoven o Chopin".

Per essere stato confezionato in fretta e furia comunque direi comunque che il risultato è tutt'altro che esecrabile!

La titletrack e "Il sottoscritto" sono i miei attuali tormentoni. Ma anche San Francesco e Follonica sono notevoli. Il singolo invece non riesce a prendermi..

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 11:03 del 8 aprile 2010 ha scritto:

Buona notizia per quanti apprezzano i baustelle: a dicembre esce la ristampa del "sussidiario" con note informative, foto e inediti tratti dai demo che avevano preceduto il cd. Occasione ghiottissima! Io non me lo lascio sfuggire...

bargeld (ha votato 7 questo disco) alle 12:55 del 8 aprile 2010 ha scritto:

RE:

Allora vendo il mio Sussidiario originale finchè vale ancora cifre assurde?

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 14:16 del 8 aprile 2010 ha scritto:

Ma no Bargeld!!! Se lo avessi io originale e avessi bisogno di contanti, mi venderei prima la macchina E poi dai l'originale è l'originale. Mica è la stessa cosa!

bargeld (ha votato 7 questo disco) alle 14:25 del 8 aprile 2010 ha scritto:

Sisi, scherzavo, sono un onesto feticista io... e non ancora alla canna del gas!

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 14:44 del 8 aprile 2010 ha scritto:

Allora torniamo ai "mistici" per il voto. Nella mia personalissima classifica viene dopo i primi due magnifici album, ma prima degli ultimi due. San Francesco (per il momento la mia preferita), Le Rane (ma perchè il Bianconi non l'ha scelta come singolo? cacchio!), La settimana enigmistica (davvero, un po' meno prodotta e arrangiata, sarebbe stata tranquillamente sul sussidiario), Follonica, Il Sottoscritto, L'ultima notte felice del mondo (poetiche e commoventi) sono veramente notevoli. Bellissima anche la title track con De Andrè che, da qualche parte, ascolta compiaciuto. La canzone della rivoluzione è "solo" "seplice" pop/rock, ma è un pop che gli altri se lo possono solo sognare...Gli spietati (come ci si aspettava), Groupies (che ricorda un po' troppo Baudelaire) e Bambolina (un po' scialba malgrado il testo) restano, a mio parere, le canzoni più deboli dell'album. Paolo, ottima considerazione quella sulle code tranciate (quella di indaco però è sublime)... un vero peccato! Però io li trovavo più malinconici prima, sia nelle sonorità che nel mood complessivo del disco. Suvvia, un discone

hiperwlt (ha votato 7 questo disco) alle 14:44 del 8 aprile 2010 ha scritto:

trovo i mistici un album tutto sommato riuscito: nel continuum dell'album anche pezzi come "gli spietati" trovano una loro identità e riescono a prendere degnamente forma. più in generale, i baustelle parlano un linguaggio (sia quando affrontano temi sociali di più ampio respiro o nel gioco di analogie "psico/sociali" con personaggi storici e non, luoghi ecc, come il "san francesco" di quest'album), a prescindere dal citazionismo a tutti i costi (mai fine a se stesso, comunque), popolare, "italiano" nel senso più lato possibile, molto vicino alle vicissitudini e sentimenti "provinciali" (più mentali o idealizzate che effettive)che vivono/hanno vissuto quasi tutti(e in questo album, penso a pezzi come "le rane", "l'indaco" "l'ultima notte felice del mondo") ;e questo attraverso liriche, sì molto spesso "simboliche", ma che non hanno la pretesa di essere analizzate in modo univoco, e che al contrario, lasciano libertà all'ascoltatore di "esplorarsi".critiche: convengo sulla "coda" finale di "i mistici dell'occidente", che poteva essere ampliata e non invece, esser stroncata in quel modo; un paio di pezzi ("la bambolina" e "canzone della rivoluzione"); l'uso davvero limitato del cantato della bastreghi.spiccano: "L'indaco", " i mistici dell'occidente", "follonica".7. una menzione d'onore la merita il bianconi: è stupefacente il modo in cui riesce a compenetrare la sua voce, utilizzata per lo più su tonalità basse, e la melodia.

chinaski (ha votato 3 questo disco) alle 19:12 del 11 aprile 2010 ha scritto:

Tutto sa di già sentito, il citazionismo è andato a noia, speravo in un rilancio e invece nel complesso risulta essere di gran lunga inferiore al suo predecessore. Si salvano due-tre brani tra cui Le Rane e Gli Spietati. Ballate pop che cavalcano strutture già ben rodate con le hit precedenti. Nulla da far strappare i capelli o da meritarsi le copertine di quasi tutte le "riviste del settore". I Baustelle sono sempre più un fenomeno che pericolosamente sta degenerando nel commerciale e che si sta allontanando dalla buona musica che ci hanno dimostrato saper fare. Il tutto sotto una spessa montatura intellettualoide.

Che effetto mi fa?

REBBY (ha votato 5 questo disco) alle 14:03 del 12 aprile 2010 ha scritto:

Saremo come Gli spietati ghgh ma La guerra è

finita...da un pezzo eheh Amen

gian90t (ha votato 9 questo disco) alle 21:33 del 12 aprile 2010 ha scritto:

I Mistici Dell'Occidente

Non concordo molto con la recensione fatta.

Non ho avuto la fortuna di ascoltare i primi due album dei Baustelle, perciò sulla loro storia più "indie" non parlo, ma mentre ho giudicato La Malavita come abbastanza noioso al di fuori de La Guerra è Finita, I Provinciali e di Revolver, ho giudicato un buonissimo album Amen, con un calo (secondo me) nelle tracks finali, e con qualche "eccesso di pop" in Charlie fa surf, giudico quest'album come il loro migliore della "trilogia commerciale".

A dispetto di tutte le critiche mi entusiasmano La Bamobolina, La Canzone della Rivoluzione, Gli Spietati e Follonica. Le altre ancora non le ho inquadrate benissimo, ma queste mi piacciono tantissimo.

E se mi permettete rispetto ad Amen vedo una svolta meno commerciale, non c'è il singolo da hit parade alla Charlie o Colombo, e non c'è il pezzo "d'amore" facile come Aereoplano, che comunque rimane uno dei più carini. Le citazioni onnipresenti di Amen sono andate a diminuire, secondo me anche i testi sono più maturi, magari voi gli giudicate scialbi, ma mi sembrano meno studiati e più "sentiti".

Fino ad ora è il miglior album italiano che abbia ascoltato sicuramente, anche se non è che sia un fan della musica italiana in genere...

Dr.Paul, autore, alle 22:30 del 12 aprile 2010 ha scritto:

be gian90t, secondo me invece siamo d'accordo su molti punti. alla fine l'album è piaciuto a tutti e due, ti sembra poco?! sulle sfumature possiamo discutere, le tracce che tu dici di nn aver ancora inquadrato benissimo sono quelle che ti daranno piu soddisfazione. cerca però di rimediare i primi due album per cogliere l'essenza di cio che son stati i baustelle degli esordi. i baustelle sono quel che sono oggi grazie a quei due album!

sono anche d'accordo con te sul calo finale di Amen, anche se le ultime due tracce, che cito anche nella recensione (ethiopia/andarsene cosi), sono tra le cose migliori che bianconi abbia mai scritto. mi trovi in disaccordo riguardo L'Aeroplano che nn è assolutamente un brano facilino d'amore, musicalmente è articolato alla grande. in disaccordo anche su La Canzone della Rivoluzione, quel rock tirato che non è nelle loro corde, quello sì facilino e deboluccio, risulta un pochino forzato...messo lì tanto per far pogare il pubblico piu giovane ai concerti! cmq l'album è piaciuto anche a me, se avessi potuto votare da utente avrei dato minimo 4 stelle, me lo sto godendo alla grande!!)

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trovo poco condivisibili invece le critiche al disco fatte da Chinaski qui sotto. per esempio chinaski, lamenti il fatto che i baustelle "si stanno allontanando dalla buona musica che ci hanno dimostrato saper fare." ma poi preferisci Le rane e Gli spietati che sono due delle tracce che non fanno rivivere i fasti del passato!

il discorso sul citazionismo noioso e la degenerazione commerciale....sono andato a vedere il tuo profilo per capire i tuoi gusti musicali e vedo 4 stelle a carmen consoli!!! insomma dipende dai punti di vista, citazionismo e degenerazione commerciale possono essere addebitati anche a lei, voglio dire la consoli (brava e simpatica) non è certo laurie anderson! ecco tutto questo per dire che trovo esageratamente severo il tuo giudizio, 3/10 significa album orribile!! tutto è lecito attenzione, è solo un pour parler, siamo qui per questo! ))

bestropicalia (ha votato 8 questo disco) alle 23:52 del 12 aprile 2010 ha scritto:

I mistici

Un buon album, con un eccellente prima parte - perchè nessuno cita L'Indaco che ha un suono e, soprattutto, un testo fantastici!!?? - e una seconda un pò meno, con il pilota automatico inserito mi verrebbe da dire..voto finale 7 pieno comunque e a prescindere da quello che fu (e che non è più).

chinaski (ha votato 3 questo disco) alle 9:07 del 13 aprile 2010 ha scritto:

Attenzione: ho scritto che le rane e gli spietati sono due brani "riusciti", malgrado comunque abbiano le stesse strutture di altre hit del passato, non che mi piacciono.

Su Carmen: punti di vista ma fare un parallelo mi sembra quanto meno azzardato.

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 10:53 del 13 aprile 2010 ha scritto:

considero reveal un grande album, sorry

mi pare abbia prodotto anche Reveal no? bè, per me è un grande album, molto sottovalutato, con degli ottimi arrangiamenti che sono avvolgenti perchè devono restituire quel torpore che ti dà il sole estivo(basta guardare copertina e retro del disco per capirlo).

I Mistici è un disco discreto, qualche buon pezzo e alcuni dozzinali. Le Rane e La Canzone della Rivoluzione le migliori.

Chi li odia e chi li ama, chi li ritiene degli incapaci, chi dei fenomeni, ma la verità, come spesso accade sta nel mezzo.

Discreto gruppo che in ogni disco piazza 3-4 canzoni di livello. Scarsini dal vivo, ma quello è un altro discorso.

gian90t (ha votato 9 questo disco) alle 12:42 del 13 aprile 2010 ha scritto:

Risposta

per dr.paul, non dico infatti che la tua recensione sia fatta male o che sia discutibile, al massimo al momento la pensiamo diversamente su qualche brano, ma alla fine concordo su diversi punti da te citati. Riguardo l'Aereoplano, anche io lo giudico tra i migliori della loro "trilogia" commerciale, ma trattando temi come l'amore, anche se nello stile baustelliano, è sicuramente di maggior accessibilità per un pubblico vasto rispetto ad "Alfonso" o "il Liberismo ha i giorni contati" dello stesso album.

Comunque sulle tracce che ancora non ho avuto modo di ascoltare bene sono quasi sicuro di poterti dare ragione, in tutti gli album dei Baustelle che ho ascoltato fin ora, sono state proprio le tracks più complicate da definire al primo ascolto ad entusiasmarmi di più alla fine. Sui primi album dei Baustelle provvederò, ne parlano tutti un gran bene, e da qualche traccia ascoltata singolarmente si vede che non sono i tipici "primi album" di molti artisti ancora immaturi, ma anzi.

mauroparanoico (ha votato 8 questo disco) alle 14:25 del 13 aprile 2010 ha scritto:

Per me questo è un signor album, e non capisco come si fa a dire che non è così; commerciale o meno in Italia non c'è nulla che si avvicina al livello dei Baustelle in generale ma neanche ai Baustelle di questo album (anche se questo non è un merito dei Baustelle).

Dr.Paul, autore, alle 22:33 del 13 aprile 2010 ha scritto:

chinaski secondo me il parallelo è perfettamente calzante, il tuo commento qui sotto in data 2010-04-11 alle ore 19:12:11 incollato sotto la rece della Consoli (cambiando ovviamente nomi e titoli di riferimento), non farebbe una grinza!

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 9:23 del 14 aprile 2010 ha scritto:

per me gli alibia hanno fatto di meglio

conoscete questa band? ascoltate Manuale Apocrifo delle Giovani Marmotte, l'album da poco pubblicato. a me è piaciuto molto.

chinaski (ha votato 3 questo disco) alle 9:50 del 14 aprile 2010 ha scritto:

RE: per me gli alibia hanno fatto di meglio

Sono d'accordo. Anche loro usano molto il citazionismo ma lo fanno molto più diligentemente e l'uso delle due voci maschile e femminile (che in questo disco dei Baustelle è ridotto purtroppo a max due pezzi) è incastrato a perfezione in orchestrazioni vintage tutt'altro che scontate. Ecco (x Dr. Paul): il parallelo con gli Alibia ancora lo posso capire ma con Carmen, perdonami, proprio no. Elettra non ha nulla a che vedere con tutti gli altri lavori della cantantessa; ne è un'evoluzione concettuale che sonda nuovi lidi anche a rischio di non passare in radio (come poi purtroppo effettivamente accade).

Dr.Paul, autore, alle 14:19 del 14 aprile 2010 ha scritto:

lei non passa in radio ma direttamente in tv ))

che ti devo dire....vabbe la consoli sonda nuovi lidi!! abbiamo trovato la laurie anderson italiana ))

target (ha votato 7 questo disco) alle 15:50 del 14 aprile 2010 ha scritto:

Massì, rinnovo una certa perplessità per alcuni pezzi che, come già in "Amen", pescano dal belcanto orchestrale italiano andando un po' sopra le righe (lì "La vita va", qui almeno "Il sottoscritto", prima e ultima traccia, il refrain dei "Mistici") e per alcuni testi (forse, da questo punto di vista, il lavoro di Bianconi più debole), ma a livello di scrittura ci vedo un approfondimento di una linea 'noir-decadente' macchiata qua e là di spaghetti-western (come ha già rimarcato paul) che gradisco assai ("Follonica", "Groupies", "La bambolina"), assieme ai pezzi più Sussidiario-Moda ("Rane", "Enigmistica"). Rimangono, purtroppo, molti dettagli strumentali che mi infastidiscono (che brutto quel barrito di chitarra sopra i ritornelli delle "rane", che brutti alcuni inserti monastici, e altre trovate fuori sesto: il kitsch dei primi due dischi era altra cosa).

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 17:33 del 14 aprile 2010 ha scritto:

si vero, a volte arrangiano in modo un pò kitch

per esempio anche quelle vispe note di trombone presenti in Gli Spietati non sono campionate? eh, mi suonano davvero di cattivo gusto.

Dr.Paul, autore, alle 22:06 del 14 aprile 2010 ha scritto:

targ dove li hai sentiti sti barriti ahahah (riascolterò i ritornelli).

irakaplan i tromboni sono reali, secondo me l'unica cosa interessante in un singolo poco piu che mediocre. gli arrangiamenti kitsch è vero, ma i baustelle, diciamola tutta, sono questi da sempre o giu di li. possono piacere o no...ma questi sono! ad ogni modo concordo con target...anche io preferisco il kitsch degli esordi...è cosa risaputa. guardiamo avanti....questi sono al 5° album e non ne hanno sbagliato uno, continuano a sorprendere senza destabilizzare, talento ce n'è.

target (ha votato 7 questo disco) alle 22:20 del 14 aprile 2010 ha scritto:

Ci sono, ci sono, i barriti nelle "rane" (nel secondo e terzo ritornello, non nel primo)! E sono disgustosi. Azzeccatissimo, a proposito, il riferimento all'incedere ritmico di "Coffe and tv"!

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 0:10 del 15 aprile 2010 ha scritto:

trombone vero quindi? bè, ma trovo che appesantiscano un pò troppo e questo, obiettivamente è un loro problema, in generale, sono sempre a rischio ridondanza.

però per esempio giudico molto positivamente l'influenza morricaniana nella loro musica, si sposa bene con le loro caratteristiche.

considero Sussidiario un buon esordio, non il capolavoro che qualcuno sostiene sia. i Baustelle, a mio parere, fino ad ora, non hanno mai scritto un album pienamente convincente, però in ognuno han saputo regalare minimo 4-5 canzoni di livello.

gian90t (ha votato 9 questo disco) alle 22:15 del 25 aprile 2010 ha scritto:

risposta

a dr.paul, avevi perfettamente ragione, Il Sottoscritto e L'Estate Enigmistica sono le canzoni che adesso mi piacciono di più, nonostante un iniziale distacco. Soprattutto la prima la considero la migliore dell'album

lev (ha votato 7 questo disco) alle 13:10 del 6 luglio 2010 ha scritto:

un bel dischello per quest'estate. ottime "l'indaco" e la title-track.

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 22:18 del 9 luglio 2010 ha scritto:

Approfittando della calma piatta di questi giorni ci ho dato finalmente dentro. La recensione di Paolo spiega alla perfezione tutto ciò che c'è bisogno di sapere: frase conclusiva inclusa. Una perfetta lezione di prevedibilità anche per me, soprattutto negli incroci vocali e nelle linee di chitarra. A mio avviso, nettamente meno vario e valido di "Amen", e soprattutto troppo facile ad indugiare negli archi: certe volte un'aria meno barocca donerebbe un piglio molto più efficace ai brani. Bianconi è pure migliorato nel cantare, bene. Detto questo, la loro svolta recente li fa indiscutibilmente amare od odiare: quindi mi annoiano "San Francesco", "Follonica" e "La Bambolina", non mi piace "Gli Spietati" (ma che è? Siamo l'esercito dello yè-yè?), mentre trovo particolarmente belle "L'Indaco" (un tocco prog...?), la title-track, "Le Rane" e "L'Estate Enigmistica". Sono d'accordo con voi comunque quando dite che certe code, malamente troncate, fanno arricciare il naso: chissà cosa si sarebbe potuto sviluppare in coda alla title-track... Vabbè dai, facciamo che sia 7. Però ora torno ad ascoltare "Amen". Quando, tra le altre cose, non erano ancora così prepotentemente stronzi.

Dr.Paul, autore, alle 22:46 del 9 luglio 2010 ha scritto:

ahah marco solo ora hai avuto tempo? sei andato a vederli a padova? azz ma manca scandalosamente bargeld all'appello, da quando flirta con il noise postrock fratto due, non è piu lui...))

bargeld (ha votato 7 questo disco) alle 23:03 del 9 luglio 2010 ha scritto:

RE: noise postrock fratto due

Ah ah ah tranquillo Paolo, arriva anche il mio voto tra un po'! In realtà l'ho già ascoltato alcune volte al momento dell'uscita, ma mi ero ripromesso di riprenderlo più seriamente appena avessi avuto un po' di tregua. L'impressione di allora era simile a quella di Marco, bello ma meno ispirato di Amen in taluni episodi. E la tua condividibile chiusura è una delle più azzeccate dell'anno!

Marco_Biasio (ha votato 7 questo disco) alle 23:17 del 9 luglio 2010 ha scritto:

RE:

No no, due anni fa non mi erano piaciuti per nulla e questa volta ho deciso di starmene a casa. Ehi, io sono pieno di impegni, cosa credi? Seeeeee

bargeld (ha votato 7 questo disco) alle 23:04 del 9 luglio 2010 ha scritto:

ehm, ovviamente volevo dire 'condiviSibile'...

bargeld (ha votato 7 questo disco) alle 23:29 del 9 luglio 2010 ha scritto:

Si anche nelle due occasioni in cui sono andai a sentirli io, dopo La Malavita a teatro e dopo Amen all'aperto, fecero cagare una volta più dell'altra (la seconda Bianconi interruppe il concerto a metà, incazzato, stava prendendo stecche inaudite da mezzora). Ho letto report di questo tour che invece descrivono incredibili progressi. Ad agosto ci riprovo, con vago scetticismo.

bargeld (ha votato 7 questo disco) alle 23:30 del 9 luglio 2010 ha scritto:

'in cui andai'. scusate ho sonno, non rispondo più.

Dr.Paul, autore, alle 23:57 del 9 luglio 2010 ha scritto:

ho beccato un video interessante del concerto sherwood a padova. sentite cosa dice a 0.18 lol!

Dr.Paul, autore, alle 23:58 del 9 luglio 2010 ha scritto:

ops il link:

target (ha votato 7 questo disco) alle 10:54 del 10 luglio 2010 ha scritto:

Eheh, beh, gli urli del pubblico sono emblematici! Mentre Bianconi faceva il sarcastico, si è schierato apertamente tra gli "ah, i Baustelle, però erano meglio nei primi due dischi". Io non c'ero, ma un amico mi ha riferito che non hanno fatto i pezzi di solito più richiesti (Gomma, Riformatorio, per dirne due), limitandosi dal Sussidiario al Parco e alle Bambine (mixate con Cinecittà: due pezzi che live non facevano mai! con poi Beethoven o Chopin: un medley di vecchie cose), e ad Alain Delon e questa dalla Moda.

Dr.Paul, autore, alle 14:42 del 10 luglio 2010 ha scritto:

dici che bianconi si è schierato con gli "ah i baustelle dei primi 2 dischi"?

target (ha votato 7 questo disco) alle 14:46 del 10 luglio 2010 ha scritto:

No, anzi: dico che il pubblico di padova si è messo in quella categoria, alla faccia del sarcasmo di bianconi! In effetti la frase sotto era ambigua: il soggetto di "si è schierato" è il pubblico, non bianconi! Bianconi, com'è ovvio, sarà convinto che "l'ultimo disco sia meglio dei precedenti", come tutti gli artisti. Giusto che sia così. Però magari poteva risparmiarsi la frecciatina.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 15:35 del 10 luglio 2010 ha scritto:

RE:

I baustelle mi piacciono un sacco (soprattutto quelli dei primi due album Bianconi rassagnati, ma è proprio così), e, oggi come oggi, come Bianconi scrivono in pochi. Detto questo, al di là delle frecciatine che lancia al suo pubblico, Bianconi - che capisce di musica e che non è di certo un cretino - sa benissimo che il livello qualitativo della sua musica è sceso (per scelta o per ordine naturale delle cose, non so, sebbene propenda per la prima ipotesi). Con queste frasi sibilline, cerca di esorcizzare il problema. Della serie: "lo dico io prima che lo dicano gli altri"... Posso capire che si sia un po' rotto di sentirselo dire, ma la realtà, ahimè per lui, è proprio questa. Si sa, Bianconi è così: prendere o lasciare. Io prendo la sua musica e lascio lui!

4AS alle 20:10 del 10 luglio 2010 ha scritto:

Io invece lascio sia lui che la sua musica! . Non so perchè, forse è un problema mio, ma album dopo album mi piacciono sempre meno. O meglio, non mi sono mai piaciuti. Poi come canta sto Bianconi mi fa venire il latte ai maroni (bellissima rima).

Dr.Paul, autore, alle 22:08 del 10 luglio 2010 ha scritto:

rispondo random a targ e daniele: a me la risposta del pubblico alla sua frecciatina è sembrata piu un "no" che uno "yes". come avevamo gia avuto modo di dire altrove, il pubblico dei bausta è cambiato, è questa la cosa piu triste per quanto mi riguarda. quando parte charlie fa surf ci sono boati pazzeschi, invece al termine di EN il pubblico applaude convinto ma con garbo! questo significa una cosa sola: il nuovo pubblico vuole un gruppo da stadio e questo potrebbe essere l'inizio della fine. il mio sentimento nei loro confronti è ormai ambivalente, da un lato non li capisco piu (che soddisfazione c'è nell'attrarre schiere di ex fan di ligabue o ferro, desiderosi di sentirsi alternativi?), dall'altro mi rendo conto che autoghetizzarsi nel mondo indie x loro sarebbe un errore tremendo, hanno ormai anche una certa età ...anzi troppo bene stanno tenendo, di stoffa ne hanno veramente, chi in italia 8di questi tempi) è mai riuscito a "tenere botta" per 5 dischi consecutivi? forse nessuno!